Olly vince il Festival di Sanremo 2025 tra fischi e polemiche

Nella foto: Olly il vincitore del Festival insieme al secondo classificato Lucio...

Olly vince il Festival di Sanremo 2025 tra fischi e polemiche
Nella foto: Olly il vincitore del Festival insieme al secondo classificato Lucio Corsi e Carlo Conti. Foto di Angela Saieva

Con il brano “Balorda nostalgia” il giovane cantautore genovese Olly sorprende tutti, rivoluziona e in barba alla classifica del voto, strappa la vincita alla settantacinquesima edizione del Festival di Sanremo targato Carlo Conti. „È una di quelle cose che sembra non sia vero quando capita: sono molto contento, grandi…” commenta in lacrime sul podio Olly “…grazie al maestro Pallotti alla direzione, all’orchestra, a voi. Ciao ma‘, ciao pa‘, è assurdo ma è successo. Io non so se ho vinto alla grande…” commenta scendendo dal palco ancora stordito “…io sentivo di avere vinto già…, ho avuto un sacco d’amore, un sacco di soddisfazioni sta’ settimana. È stata una settimana impegnativa e…tutto stupendo. Lucio è una persona stupenda, un artista incredibile, un cantautore potentissimo e ci siamo messi già d’accordo per vederci in studio. Non pensavo veramente di tornare tant’è che, subito dopo aver cantato, sono andato a cena con i miei amici. È stato complicato ma ce’ l’ho messa tutta, wow, sto vivendo due giornate in uno. Abbiamo ancora un tantissimo da fare, un sacco di concerti da fare, non vedo l’ora. Sembra tutto finto, strano, bellissimo, stupendo.“

Con “Volevo essere un duro” si piazza al secondo posto il cantautore Lucio Corsi che lotta all’ultimo voto, per una differenza di solo 0,4% dal primo posto; mentre con “L’albero delle noci” il cantautore Brunori Sas, al suo primo esordio al Festival di Sanremo, conquista il terzo posto. Il Premio Sergio Bardotti va a Brunori Sas, per il miglior testo. A Settembre è andato il Premio della Critica Mia Martini e il Premio della Sala Stampa Lucio Dalla e vince le Nuove Proposte del Festival 2025. Il Premio Tim è andato alla cantante Giorgia. La top five con “Battito” piazza Fedez al quarto posto, incredibilmente verosimile al quinto posto con “Quando sarai piccola” si piazza Simone Cristicchi, a lui va comunque il Premio Giancarlo Bigazzi per la miglior composizione musicale, assegnato dai maestri dell’orchestra e il Premio Sala Stampa Lucio Dalla per i Campioni, assegnato dalla sala stampa radio tv Lucio Dalla.

“Torno a casa con dei premi meravigliosi e la gioia di essere comunque arrivato al centro del cuore di milioni di persone. Grazie a tutti per il sostegno, e per aver amato la mia “Quando sarai piccola” fin dal primo momento, e per averla fatta vostra…” afferma entusiasta comunque il Maestro Simone Cristicchi “…non so esprimere ancora la quello che sento per tutto quello che ho vissuto in questi giorni a Sanremo. Torno alla mia vita di sempre, fatta di teatro e poesia, di purezza e magia, con il cuore pieno di gratitudine e incredulità per tutto ciò che è accaduto. Vi abbraccio”

Fuori dalla top five grandi nomi come Giorgia, Achille Lauro, Gabbani, i mostri sacri della musica che hanno fatto la storia del Festival, Marcella Bella, Massimo Ranieri. Uno schiaffo ancora una volta alla musica vera e a quella d’autore. Nulla anche per i beniamini del popolo di Rocco Hunt con “Mille vote ancora” nonostante il suo personale ed entusiasmante invito fatto costantemente sui social e Facebook con messaggi videografici, scritti e vocali di sostenerlo e votare il suo brano), e i The Kolors con “Tu con chi fai l’amore”. Puntualmente incalzano le polemiche sulla classifica finale del Festival di Sanremo che è fischiata di gran lunga, anche fuori dall’Ariston e sui social, in chiara espressione di rivolta.

Da un profondo esame di coscienza si evince: la standing ovation, a Simone Cristicchi, Giorgia, Francesco Gabbani. Le canzoni che restano: quelle di Francesco Gabbani con “Viva la vita”Brunori Sas con “L’albero delle noci” Modà con “Non ti dimentico”. I tormentoni: quelli dei Coma_Cose con “Cuoricini”, Gaia con il brano “Chiamo io chiami tu”, Serena Brancale con “Anema e core”. I momenti più eclatanti: tributo a Lucio Dalla sulle note di Felicità di Damiano David, frontman dei Måneskin, ospite al Festival; tributo a Pino Daniele nella serata delle cover da Rocco Hunt e Clementino; lo show da “brividi” del co-conduttore Mahmood che regala un medley di successi facendo mancare la canzone con cui lo abbiamo votato e ha vinto nel 2019 „Soldi“; il poliedrico produttore discografico, bassista e una delle voci dei Pooh Red Canzian, che riceve l’applauso del pubblico di Sanremo, per aver scritto l’inno che accompagnerà il viaggio della Fiamma olimpica Milano Cortina; il Premio alla Carriera consegnato alle Star per antonomasia Iva Zanicchi e ad Antonello Venditti. Emozionani uniche: quelle che portano ad emozionare il conduttore toscano Carlo Conti, nel chiedergli i valori trasmessi ai suoi figli e dove Carlo Conti non trattenendo le lacrime risponde: “sono stato cresciuto da mia madre, poiché ho perso mio padre. Ho fatto tanti lavori per maturare, non è mai mancata la tavola apparecchiata anche solo per noi due. Lei, mi ha insegnato il rispetto e l’onestà “.

Dispiacere: non vedere a fianco di Carlo Conti gli iconici suoi amici fraterni “Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni” che in molti ci aspettavamo di averli in sala a vederli scompigliare con le loro esilaranti gag l’Ariston.

Plauso alla leggerezza e velocità nel cui il direttore artistico e conduttore della kermesse Carlo Conti ha scandito, amalgamato e posto bene le fasi e l’andamento di tutte e cinque le serate del Festival, incominciando dai co-conduttori che hanno diviso con lui il palco e si sono alternati, da Antonella Clerici e Gerry Scotti nella prima serata che si emozionano per il loro amico “Fabrizio Frizzi”; a Bianca Balti, Cristiano Malgioglio e Nino Frassica nella seconda serata, che sfoggia siparietti divertenti, stravolgendo la presentazione dei big, coinvolge il pubblico con i suoi aneddoti, situazioni e storie assurde, buffe e bizzarre; Miriam Leone, Elettra Lamborghini e Katia Follesa nella terza serata, che non solo gli stravolge la presentazione ma strappa anche il bacio “nuziale” ai Duran Duran; Mahmood e Geppi Cucciari nella quarta serata, donna anche lei straordinaria e a dir poco bella, simpatica, sintetica e diretta sul palco, come nel rispondere in sala stampa a determinate domande inopportune di certi giornalisti; Alessandro Cattelan e Alessia Marcuzzi nella finale del Festival, che intona i ritornelli delle canzoni e si accoccola tra le braccia di Achille Lauro nel presentarlo. Visti di buon grado anche il menù di straordinarie a dir poco uniche sorprese, come ad esempio il messaggio videografico inviato dal Pontefice della Santa Sede Vaticana Papa Francesco, alla grande musica italiana; come anche gli ospiti e super ospiti saliti sul palco dell’Ariston, da l’Oscar per antonomasia Roberto Benigni, acclamato dal pubblico dell’Ariston e non solo, regalando a tutti noi quello che realmente ci aspettavamo in questo contesto festivaliero, solo un momento di grande comicità; ai Duran Duran che si presentano a sorpresa con Victoria De Angelis, la bassista dei Måneskin facendoci ascoltare “Psycho Killer”; al piccolo pianista prodigio di Buseto Palizzolo Alessandro Gervasi che incanta tutti, portando a solo sei anni in scena la magia della musica e che interpreta anche i panni di Peppino Di Capri da bambino, nella fiction “Champagne story” in onda dal 24 marzo su Rai 1.

Soddisfatta Mamma Rai per gli ascolti da record raggiunti su tutte le piattaforme ufficiali che hanno trasmesso in diretta dal Teatro Ariston il Festival su Rai 1, RaiRadio2, Rai Play e sui social ufficiali di RaiNews, dove è stato possibile anche commentare.

“Quello andato in onda è una nuova pagina di televisione che entra nella storia della Rai. Il nostro grazie va a Carlo Conti, alle donne e agli uomini della Rai, anche quelli che non si vedono e che con professionalità unica tutti loro e nessuno escluso hanno reso possibile questo successo e decretato ascolti record…” dichiara l’Amministratore Delegato Rai Giampaolo Rossi e il Direttore Generale Roberto Sergio “…ascolti incredibili, per una serata di grande musica e spettacolo. Straordinario Benigni, felici del suo ritorno in Rai, fortemente voluto, rappresenta tutta la forza attrattiva di questa grande azienda.” “Raiplay dà luce alle altre attività dell’azienda, visibile anche all’estero…” dichiara entusiasta anche la direttrice di RaiPlay Elena Capparelli “…oltre a un migliaio di contenuti, c’è grande movimento di utenti e di visualizzazioni record su Raiplay, siamo dentro Sanremo da un po’.”

Carlo Conti, grato per la fiducia posta nei suoi confronti dalla Rai e da tutti quelli che hanno reso possibile la buona riuscita del Festival, ringrazia sentitamente il lavoro straordinario fatto dai suoi predecessori conduttori da Mike Bongiorno, considerato una delle colonne tra i fondatori della televisione in Italia, all’icona della musica italiana per antonomasia Claudio Baglioni, ad Amadeus e Fiorello, sottolineando inoltre che è “tutto grazie al mitico Pippo Baudo. É un grande e ha reso grande Sanremo. Ho sempre creduto che il Festival debba essere una celebrazione della musica italiana, una vetrina luccicante di grande musica e prestigio.”

La nota stonata forse è stata ascoltare attonita pochissime domande intelligenti e costruttive fatte a riguardo del Festival, dove è stato messo in discussione tutti gli sforzi fatti per la riuscita della kermesse, il buon operato ad esempio dei predecessori conduttori Ama/Fiore, come quella attuale degli addetti ai lavori, dell’Azienda Rai, dei big in gara e delle loro canzoni, del conduttore Carlo Conti e dei suoi co-conduttori, incluso la veridicità del messaggio video di Sua Santità Papa Francesco. Frutto forse di un’invasione eccessiva nelle sale stampa di persone al quanto inerbe, se non proprio fuori da ogni logica del puro giornalismo e dalle basi basilari di un sano studio, comunicazione mediatica e coerenza. In conclusione, indiscutibilmente apprezzabile è stato rivedere il ritorno all’italica melodia cantautorale, agli arrangiamenti orchestrali di altissimo livello qualitativo, lo spazio(anche se forse un po’ troppo facilitato) regalato ai giovani. Formatosi come Amadeus, all’inimitabile scuola della radio, Carlo Conti in questa sua edizione del

Festival ha saputo comunque mantenere una distanza di sicurezza dalle polemiche politiche. Tra sobrietà, tradizione e modello d’innovazione e professionalità, ha saputo valorizzare il festival, la musica, la scelta dei brani, gli artisti in gara, gli ospiti, gli spettatori, i co-conduttori, e ha mirato più a un equilibrio tra la contemporaneità e la tradizione e misurato alla cultura popolare che si affaccia e continua a dare spazio alla nuova generazione. Un garbo riconosciuto non per ultimo anche dalla critica e dal pubblico stesso e per tale, Carlo Conti… Chapeau!

Qual è la vostra reazione?

like

dislike

love

funny

angry

sad

wow