“Omicidio volontario”. Bufera per l'accusa all'ex vigilante che ha sparato al rapinatore
Omicidio volontario. E' l'ipotesi di reato con cui la procura della Repubblica di Roma ha indagato Antonio Micarelli, di 55 anni, il dipendente di un istituto di vigilanza che giovedì sera ha sparato ad un ragazzo di 24 anni di nazionalità romena che aveva appena messo a segno un furto, trasformatosi poi in rapina, sulla via Cassia, nella zona nord della Capitale. Antonio Ciurciumel, così si chiamava la vittima, è morto poche ore dopo all'ospedale San Filippo Neri di Roma. Dieci i colpi che Micarelli, con un passato da ex pugile, avrebbe sparato in rapida successione, uno dei quali ha colpito il fuggitivo alla testa. Sulla vicenda, avvenuta in un condominio di via Cassia 1004, indagano i carabinieri, coordinati dalla procura della Repubblica di Roma, che stanno ascoltando alcuni testimoni. Secondo quanto ricostruito finora, la guardia giurata si sarebbe trovato davanti i ladri che fuggivano dopo aver derubato una donna di 61 anni, che sarebbe anche stata presa in ostaggio dai malviven
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Omicidio volontario. E' l'ipotesi di reato con cui la procura della Repubblica di Roma ha indagato Antonio Micarelli, di 55 anni, il dipendente di un istituto di vigilanza che giovedì sera ha sparato ad un ragazzo di 24 anni di nazionalità romena che aveva appena messo a segno un furto, trasformatosi poi in rapina, sulla via Cassia, nella zona nord della Capitale. Antonio Ciurciumel, così si chiamava la vittima, è morto poche ore dopo all'ospedale San Filippo Neri di Roma. Dieci i colpi che Micarelli, con un passato da ex pugile, avrebbe sparato in rapida successione, uno dei quali ha colpito il fuggitivo alla testa. Sulla vicenda, avvenuta in un condominio di via Cassia 1004, indagano i carabinieri, coordinati dalla procura della Repubblica di Roma, che stanno ascoltando alcuni testimoni.
Secondo quanto ricostruito finora, la guardia giurata si sarebbe trovato davanti i ladri che fuggivano dopo aver derubato una donna di 61 anni, che sarebbe anche stata presa in ostaggio dai malviventi. I rumori provocati dai ladri che stavano provando a smurare la cassaforte avrebbero attirato l'attenzione di Antonio Micarelli, che ha aperto il fuoco. Dopo aver lavorato come guardia giurata presso un istituto di vigilanza privata, era passato negli uffici commerciali dell'azienda, così come il figlio che svolge la stessa attività del padre in una società di sicurezza la cui sede si trova proprio sotto il palazzo dove è avvenuto il fatto. Fino al tardo pomeriggio, i carabinieri hanno effettuato un nuovo sopralluogo sulla scena del crimine per ricostruire la dinamica e stabilire se per Micarelli possa eventualmente essere riconosciuta la legittima difesa. Saranno le perizie balistiche e le immagini delle telecamere di videosorveglianza, con le dichiarazioni dei testimoni, a stabilire quello che è successo con precisione durante gli attimi concitati di quanto avvenuto giovedì sera. Verrà effettuata nei prossimi giorni anche l'autopsia sul corpo del giovane ucciso.
"Lo Stato deve stare dalla parte di chi difende, non di chi attacca", è stato il commento su Facebook dell'avvocato Giorgio Carta, esperto di diritto militare e difensore del generale Roberto Vannacci. Il legale ha poi aggiunto: "In Italia funziona così: chi si difende, anche per difendere gli altri, viene trattato da imputato, mentre chi entra nelle case altrui per delinquere diventa una vittima. Il destino della guardia giurata è già scritto: dovrà affrontare un processo, magari essere condannata, e forse lavorare tutta la vita per risarcire la famiglia del ladro che ha sorpreso in casa del vicino. In Italia funziona così: chi si difende, anche per difendere gli altri, viene trattato da imputato, mentre chi entra nelle case altrui per delinquere diventa una vittima". Per Vincenzo del Vicario invece, segretario nazionale del sindacato Savip degli istituti di vigilanza privata, il vigilante che ha sparato e ucciso il rapinatore "in un Paese normale dovrebbe ricevere una medaglia". Solidarietà alla guardia è arrivata da una parte del mondo politico. In una nota Raffaele Nevi, vicepresidente vicario dei deputati di Forza Italia e Stefano Peschiaroli, capogruppo azzurro nel XV Municipio di Roma, si soffermano sulla necessità di "intervenire sulla sicurezza".
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