Out/Fit Italy cresce del 20% e studia il restyling del logo
Si è chiuso con una crescita del 20%, sopra i 10 milioni di euro, il 2024 di Out/Fit Italy. Un risultato che, dopo un 2023 terminato a quota 9 milioni, si è rivelato in linea con le aspettative e virtuoso nell’ambito di una congiuntura complessa per tutto il comparto. “La nostra è una fascia premium […]
Si è chiuso con una crescita del 20%, sopra i 10 milioni di euro, il 2024 di Out/Fit Italy. Un risultato che, dopo un 2023 terminato a quota 9 milioni, si è rivelato in linea con le aspettative e virtuoso nell’ambito di una congiuntura complessa per tutto il comparto.
“La nostra è una fascia premium accessibile, con una radice classica che sa andare incontro alle attuali esigenze dei consumatori e permette loro di acquistare un prodotto elegante, di qualità e democratico”. Ha riassunto così Vittorio di Giacomo, fashion designer del brand campano, la filosofia e il posizionamento di Out/Fit Italy, presente fino a oggi 17 gennaio tra gli espositori di Pitti Uomo 107.
“Dalla nostra parte – prosegue di Giacomo – c’è anche la latitudine: per fare confezione in questo modo in Italia bisogna partire dalla Campania, o dalla Puglia, ed è qui che si racchiude la nostra filiera”. Una filiera corta e concentrata, con circa 70 dipendenti impegnati nell’headquarter di un marchio in fase di crescita ed evoluzione.
In cantiere, infatti, un ripensamento del logo e del nome: “Il prodotto e la sua identità – spiega il designer – sono forti e riconoscibili, il nome e il logo meno, ed è necessario adeguarli alla nostra immagine, in modo che siano altrettanto potenti e rappresentativi”. Un’operazione finalizzata a “rendere il patrimonio del marchio più spendibile” e che potrebbe vedere la luce già quest’anno. Non un rebranding ma un adeguamento alle potenzialità del brand attraverso un restyling estetico, ha raccontato di Giacomo, anticipando anche un potenziamento delle attività di marketing e pubblicità per il prossimo futuro.
Out/Fit Italy al momento poggia su una distribuzione wholesale, con circa 500 partner tra Italia – mercato principale – ed Europa. Ma non è esclusa un’incursione nel retail con un’insegna monobrand: “Sarebbe un esperimento a cui terrei in prima persona, pensando a una città italiana strategica – non Milano, rischiosa e che non ci appartiene – e in cui ci sia spazio sul mercato”.
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