Paolo Crepet sbotta: "Sono stufo", linea dura sui cellulari ai giovani

Paolo Crepet risponde alle domande dei telespettatori nella rubrica “Lo dico a Crepet”, andata in onda su Tagadà, talk show condotto da Tiziana Panella, durante la puntata del 21 ottobre su La7. “Mia figlia non esce quasi mai di casa e parla con gli amici solo nelle chat, non a voce, nemmeno il pomeriggio dopo scuola. Passa tutto il tempo sui social. Cosa posso fare?”, il quesito rivolto allo psichiatra.     Ed ecco l'analisi dell'esperto: “Io un po' mi sono stufato di questa nostra arrendevolezza, di noi adulti. Io apro la porta, prendo sto cellulare e lo metto in cassaforte con la collana della nonna. Io e te, però, ce ne andiamo a fare una bella passeggiata e tu mi dici che cavolo c'hai dentro. Perché questo fa il grande maestro, il maestro è quello che ti vede che stai uscendo dal gruppo, che non rispondi più, che hai cambiato modo di vivere, di collegarti con gli altri amici. Questo è. Allora uno deve interferire con questo, non si può andare a patti con il dolore. Me ne devo

Paolo Crepet sbotta: "Sono stufo", linea dura sui cellulari ai giovani

Paolo Crepet risponde alle domande dei telespettatori nella rubrica “Lo dico a Crepet”, andata in onda su Tagadà, talk show condotto da Tiziana Panella, durante la puntata del 21 ottobre su La7. “Mia figlia non esce quasi mai di casa e parla con gli amici solo nelle chat, non a voce, nemmeno il pomeriggio dopo scuola. Passa tutto il tempo sui social. Cosa posso fare?”, il quesito rivolto allo psichiatra.

 

 

Ed ecco l'analisi dell'esperto: “Io un po' mi sono stufato di questa nostra arrendevolezza, di noi adulti. Io apro la porta, prendo sto cellulare e lo metto in cassaforte con la collana della nonna. Io e te, però, ce ne andiamo a fare una bella passeggiata e tu mi dici che cavolo c'hai dentro. Perché questo fa il grande maestro, il maestro è quello che ti vede che stai uscendo dal gruppo, che non rispondi più, che hai cambiato modo di vivere, di collegarti con gli altri amici. Questo è. Allora uno deve interferire con questo, non si può andare a patti con il dolore. Me ne devo accorgere, se mi sono accorto di una cosa sbagliata – chiosa Crepet - chiedo scusa, ma è meglio accorgersi di una cosa sbagliata che far finta che sia una cosa giusta”.

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