Parla l'esperto Pasini: "Si chiama 'goccia fredda'. Mai così potente da 100 anni"

Decine di morti e dispersi. I danni causati dalla violenta alluvione che ha colpito la Spagna, in particolare la regione di Valencia, sono incalcolabili. In otto ore è, caduta la pioggia di un anno. Un fenomeno che non ha precedenti nell'ultimo secolo per intensità, come spiegato dal fisico del clima del Cnr, Antonello Pasini, «perché c'entra il cambiamento climatico». Che cos'è la Dana, il fenomeno che ha colpito la Spagna? «È quella che chiamiamo anche "goccia fredda": le correnti alle latitudini medio alte vanno da Ovest a Est con delle ondulazioni. A volte succede che queste ondulazioni diventano talmente profonde e vengono verso Sud che si staccano delle gocce di aria fredda. Queste masse d'aria fredda scendono a latitudini più basse e diventano stazionarie: non vanno né avanti né indietro. Per questo sono pericolose, perché rimangono tanto tempo sullo stesso territorio e possono portare precipitazioni per molti giorni. Poi più è forte il contrasto termico e più sono forti. Non è

Parla l'esperto Pasini: "Si chiama 'goccia fredda'. Mai così potente da 100 anni"

Decine di morti e dispersi. I danni causati dalla violenta alluvione che ha colpito la Spagna, in particolare la regione di Valencia, sono incalcolabili. In otto ore è, caduta la pioggia di un anno. Un fenomeno che non ha precedenti nell'ultimo secolo per intensità, come spiegato dal fisico del clima del Cnr, Antonello Pasini, «perché c'entra il cambiamento climatico».

Che cos'è la Dana, il fenomeno che ha colpito la Spagna?
«È quella che chiamiamo anche "goccia fredda": le correnti alle latitudini medio alte vanno da Ovest a Est con delle ondulazioni. A volte succede che queste ondulazioni diventano talmente profonde e vengono verso Sud che si staccano delle gocce di aria fredda. Queste masse d'aria fredda scendono a latitudini più basse e diventano stazionarie: non vanno né avanti né indietro. Per questo sono pericolose, perché rimangono tanto tempo sullo stesso territorio e possono portare precipitazioni per molti giorni. Poi più è forte il contrasto termico e più sono forti. Non è un fenomeno inusuale, è successo altre volte, anche nella stessa Valencia. Ma i miei colleghi spagnoli ci spiegano come l'intensità di questa precipitazione non abbia precedenti nell'ultimo secolo».

Perché non ha precedenti?
«Perché c'entra il cambiamento climatico. Il fatto che adesso il Mediterraneo sia invaso dagli anticicloni africani, anziché dagli anticicloni delle Azzorre, è proprio dovuto al cambiamento climatico, perché il riscaldamento globale di origine antropica ha fatto espandere verso Nord questa circolazione equatoriale e tropicale. Tutti gli anticicloni, quindi, che prima stavano stabilmente sul deserto del Sahara adesso entrano nel Mediterraneo, portano grande caldo e grande siccità. Ma quando si ritirano e arriva aria più fresca, come in questo caso, si forma un contrasto termico molto forte: il mare dà calore e umidità e rende le precipitazioni più violente».

Quello che sta accadendo in Spagna è lo stesso fenomeno che si è verificato in Italia nelle scorse settimane?
«Ci sono fenomeni simili perché quando si ritirano gli anticicloni africani entrano correnti fredde. Poi ci sono vari modi con cui i flussi atmosferici si scontrano, non deve essere per forza sempre una "goccia fredda". Però quando arrivano correnti fredde su un'aria calda e umida preesistente, su un suolo caldo e un mare caldo si creano queste cose, è il contrasto termico».

Ora c'è chi dice che «fortunatamente» in Italia torna l'alta pressione e c'è questo clima mite. Ma fino a che punto è una «fortuna» avere queste temperature e questo cielo a fine ottobre?
«Da un lato diciamo che abbiamo avuto la pioggia e adesso non dovremmo soffrire di siccità. Però lunghi periodi di caldo fuori stagione portano a scarse precipitazioni e a riempire di meno le falde. E, soprattutto, se il mare e l'aria rimangono caldi, quando arrivano le perturbazioni - e arrivano per forza in autunno e poi all'inizio dell'inverno - i danni sono maggiori. C'è un'estremizzazione dei fenomeni».

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