Pensioni italiane per residenti all’estero senza adeguamento

Nella foto: Campagna informativa Intercomites Germania Se sei residente all’estero e hai...

Pensioni italiane per residenti all’estero senza adeguamento
Nella foto: Campagna informativa Intercomites Germania

Se sei residente all’estero e hai una pensione italiana maggiore di 603 € al mese, non hai diritto alla rivalutazione automatica, non avrai l’adeguamento all’aumento del costo della vita. È questa una delle novità della legge finanziaria 2024, approvata a fine d’anno che interessa gli italiani residenti all’estero.

L’Intercomites cita il comma 180 della legge finanziaria 207/2024: “In via eccezionale, per l’anno 2025, la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, […] non è riconosciuta ai pensionati residenti all’estero, per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori al trattamento minimo INPS”.

Per questo i Comites in Germania stanno studiando una azione legale e politica contro questa novità che discrimina di fatto una categoria di pensionati, quelli con pensione italiana superiore al minimo. A tal fine i Comites hanno attivato un indirizzo mail: [email protected] dove gli interessati e le interessate possono scrivere “sono interessato a difendere la mia pensione” e verranno tenuti al corrente sulle iniziative che faranno in proposito.

Campagna informativa Intercomites Germania

Questa manovra interessa in totale 60.000 pensionate e pensionati che risiedono fuori dall’Italia. Pochi, sembrerebbe. Questa manovra però farà risparmiare allo Stato 8,6 milioni di euro nel 2025, anche per un bilancio statale una cifra non ingente. Se questa cifra viene però moltiplicata per tutti gli anni a venire, dato che le pensioni estere rimarranno più basse, la dimensione cambia.

L’adeguamento degli assegni al costo della vita è dello 0,8%, in cifre 8 euro per una pensione di mille euro. Si tratta, parrebbe, di pochi soldi, ma questo è il meccanismo perverso. Dato che il danno è permanente e le eventuali rivalutazioni future partiranno da un punto più basso, anche gli 8 Euro su mille, moltiplicati nei mesi e negli anni, fanno un gruzzoletto, specie per chi deve contarsi le monete in tasca.

Si tratta ovviamente di un principio iniquo perché intacca diritti acquisiti e tutelati. Si crea oltretutto un precedente preoccupante perché si fanno discriminazioni sulla residenza dei pensionati, e ciò viola convenzioni, stipulate in particolare nell’Unione Europea, a tutela dei diritti acquisiti, della sicurezza sociale, della libera circolazione e della portabilità dei documenti.

L’azione dei Comites in Germania con la raccolta di adesioni via mail è volta da una parte a intraprendere un’azione legale e dall’altra a fare pressione politica.

Se c’è una consistente massa critica, ossia se verranno inviate molte mail all’indirizzo [email protected] non solo si potrà intentare una causa collettiva ma anche i parlamentari eletti all’estero avranno più possibilità di fare pressione in Parlamento.

Così Andrea Gatti, presidente del Comites di Friburgo: “È un taglio fatto linearmente su chi si è trasferito all’estero. Ed è una palese discriminazione perché manca una giustificazione originaria a questo taglio. Con la raccolta di mail possiamo fermare questo processo, che potrebbe replicarsi negli anni a venire”.

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Per concludere, per tornare indietro, ossia per riconquistare l’adeguamento delle pensioni italiane all’estero sopra il minimo di 603€ per il 2025 occorre una azione legale ad alto livello, che annulli per incostituzionalità il comma di legge. E l’anno prossimo che cosa succederà? Se dovesse ripartire l’adeguamento partirebbe da un gradino più basso, per il mancato adeguamento del 2025? Certamente, questo è il gioco! Non reagire perché si tratta di pochi soldi può creare il precedente per futuri ulteriori ritocchi o blocchi ai danni di pensionate o pensionati all’estero e, magari, toccare diritti acquisiti di altre categorie di cittadine e cittadini italiani.

Qual è la vostra reazione?

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