Per il Consiglio di Stato niente borse-gioiello di Braccialini sul Ponte Vecchio
La sentenza è arrivata: le borse-gioiello non possono essere vendute su Ponte Vecchio a Firenze. Come riporta l’edizione fiorentina del Corriere della Sera, anche il Consiglio di Stato, dopo il Tar della Toscana, ha rigettato il ricorso presentato dalla società Graziella Braccialini Spa che aveva impugnato il provvedimento di Palazzo Vecchio che, prima nel 2020 e […]
La sentenza è arrivata: le borse-gioiello non possono essere vendute su Ponte Vecchio a Firenze. Come riporta l’edizione fiorentina del Corriere della Sera, anche il Consiglio di Stato, dopo il Tar della Toscana, ha rigettato il ricorso presentato dalla società Graziella Braccialini Spa che aveva impugnato il provvedimento di Palazzo Vecchio che, prima nel 2020 e poi nel 2023, ai sensi del regolamento Unesco, aveva emanato il ‘Regolamento per la tutela e il decoro del patrimonio culturale del centro storico’.
Su Ponte Vecchio si possono vendere solo oggetti preziosi, oggetti d’arte o antichi, articoli di antiquariato, articoli di numismatica e filatelia, o comunque legati alla tradizione storica e artistica della città. Le borse-gioiello non rientrano in nessuna di queste categorie e quindi la loro vendita in certi luoghi non è possibile.
Tra le altre cose, i giudici nella sentenza spiegano che nelle borse Braccialini il rapporto tra le parti preziose e quelle “non metalliche” è “ribaltato”. In altre parole: su Ponte Vecchio possono essere venduti oggetti “misti”, ovvero composti non solo di pietre o metalli preziosi, purché però quest’ultimi siano il materiale principale di composizione. Dal momento dunque che le borse in questione sono composte essenzialmente di cuoio (anche se sono considerabili un “bene di lusso”) non possono considerarsi “un oggetto prezioso nel senso tecnico-giuridico del termine” e pertanto non possono essere vendute su Ponte Vecchio, riporta la sentenza.
Come riporta Fashion Network, Braccialini iniziò a vendere le borse nel settembre 2022, suscitando le proteste degli altri commercianti, interrompendo la vendita ad aprile 2023 a cui seguì il ricorso al Tar e poi al Consiglio di Stato. Come riferisce l’edizione fiorentina de la Repubblica, il Consiglio di Stato nella sentenza spiega come sia di “nessun rilievo” il fatto che il regolamento Unesco consenta il commercio su Ponte Vecchio di alcuni oggetti non preziosi perché, in quel caso, rimandano a “radici storico-artistico-culturali della città”, mentre le borse “non presentano alcun legame con storia, cultura e patrimonio artistico” della città di Firenze.
In altre parole, anche per il Consiglio di Stato è del tutto ragionevole aver consentito il commercio sul Ponte Vecchio di alcuni prodotti, e averlo vietato invece ad altri, tra i quali appunto le borse-gioiello. Il caso giudiziario è definitivamente chiuso.
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