Perché la sinistra è arrabbiata... Il dibattito con Bernini, Valditara, Cerno e Parenzo

La sinistra arrabbiata perché cambiamo l'Italia. È quanto sostiene il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, in occasione di Atreju, la festa dei conservatori. «Nella democrazia – sostiene - il confronto deve essere acceso, ma non bisogna mai distruggere la persona, l'avversario politico. Quando lo si considera un nemico da abbattere bisogna preoccuparsi. È un pensiero tipico dei totalitarismi. I comunisti erano maestri in tal senso, così come Stalin». L'esponente del governo, ancora una volta, infatti, finisce nel mirino dei compagni. Una trentina di studenti, muniti di slogan e cartelli, organizzano un flashmob, per chiamarlo “sceriffo”. «La protesta – riferiscono – ha come obiettivo fermare le sospensioni per chi occupa le scuole». Un chiarimento a riguardo, però, viene effettuato dallo stesso titolare del dicastero di Viale Trastevere, che evidenzia come «fare barbecue con i banchi della scuola è teppismo puro. Vedo, ogni giorno, istituti devastati. L'ultimo epis

Perché la sinistra è arrabbiata... Il dibattito con Bernini, Valditara, Cerno e Parenzo

La sinistra arrabbiata perché cambiamo l'Italia. È quanto sostiene il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, in occasione di Atreju, la festa dei conservatori. «Nella democrazia – sostiene - il confronto deve essere acceso, ma non bisogna mai distruggere la persona, l'avversario politico. Quando lo si considera un nemico da abbattere bisogna preoccuparsi. È un pensiero tipico dei totalitarismi. I comunisti erano maestri in tal senso, così come Stalin». L'esponente del governo, ancora una volta, infatti, finisce nel mirino dei compagni. Una trentina di studenti, muniti di slogan e cartelli, organizzano un flashmob, per chiamarlo “sceriffo”. «La protesta – riferiscono – ha come obiettivo fermare le sospensioni per chi occupa le scuole». Un chiarimento a riguardo, però, viene effettuato dallo stesso titolare del dicastero di Viale Trastevere, che evidenzia come «fare barbecue con i banchi della scuola è teppismo puro. Vedo, ogni giorno, istituti devastati. L'ultimo episodio è quello del liceo Virgilio a Roma. Senza contare, poi, quanto accaduto al Gullace incendiato, dove abbiamo registrato due milioni di euro di danni».

 

Sulle tensioni delle scorse settimane interviene pure la ministra dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini: «Quello che mi disturba è che si considerano gli atenei zone franche, dove si possono commettere reati, si può sputare alle forze dell'ordine, in cui è consentito sfasciare arredi e porte. Nessuno, però, dovrebbe permettersi di picchettare gli ingressi delle scuole, non facendo entrare coloro a cui dobbiamo garantire il diritto allo studio. Non mi piace che si facciano passare per studenti coloro che non lo sono». Una replica, anche da parte sua, poi, rispetto a chi davanti ai cancelli della kermesse di FdI l'aveva definiva “somara”: «Tra loro spesso vi sono persone che vogliono fare caos e provocare. Dobbiamo rispondere contenendo e ricordando loro che il sapere non gli appartiene». L'esponente degli azzurri, infatti, sostiene di conoscere bene i contestatori: «Spesso – sottolinea – sono agitatori che muovono la parte più bassa dell'animo umano. Sono antisemiti e razzisti. Parlano di fenomeni internazionali che conoscono solo in parte».

 

Argomento su cui s'intrattiene pure il direttore del Tempo Tommaso Cerno, ospite speciale del dibattito su violenza ideologica e pensiero critico, moderato da Antonio Rapisarda, direttore del Secolo d'Italia. «Questi ragazzi che sono qui ad Atreju non hanno mai chiamato s…i quelli che andavano alla Festa dell'Unità, mentre dall'altra parte sembra essere diventata la normalità dire Atroja. Facile capire, quindi, dove si commette l'errore. Non certamente nel panel in cui viene invitato Bertinotti. Il problema, piuttosto, è in quegli atenei, dove Capezzone e Parenzo vengono contestati perché ebrei». Il noto conduttore di La 7, invitato al tavolo, però, chiarisce come chi lo ha definito «sionista» rappresenti solo una piccolissima parte della comunità studentesca e se la prende, piuttosto, con chi fischia quanto non condivide. Un appello, dunque, ai giovani militanti del Circo Massimo: «Sbagliato mettere bavaglio a Landini, se ospitate Musk». A proposito di libertà, nella quarta giornata della festa dei conservatori standing ovation per Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù, ucciso cinquanta anni fa da un gruppo di attivisti della sinistra extraparlamentare legati ad Avanguardia Operaia: «La sua figura – chiarisce la sottosegretario all'Istruzione Paola Frassinetti – diventi quella del figlio d'Italia, non una figura di parte».

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