"Perde la Germania che si è opposta a Donald Trump"
«I tedeschi hanno ancora fiducia nei loro politici. Gli scandali sono pochissimi e l'uso politico della giustizia non esiste. La vera novità è che l'antisistema e non la destra si è ritrovato intorno a una forza chiamata Afd, mentre è stato bocciato chi era al governo». A dirlo il sondaggista Antonio Noto. Possiamo dire che in Germania ha vinto innnanzitutto l'affluenza? «Stavolta ha partecipato tanta gente. La verità, però, è un'altra. A quelle latitudini l'affluenza non è mai stata un grande problema. Basta osservare il dato delle ultime europee. In Italia ha votato il 48% degli aventi diritto, mentre in Germania il 65%». Perché i tedeschi si muovono di più quando vengono chiamati alle urne? «In Germania i politici hanno un livello di reputazione maggiore rispetto al nostro Paese. È difficile che a Berlino ci siano scandali sulla classe dirigente. La stessa magistratura non utilizza la giustizia per abbattere l'avversario politico scomodo. Non ha motivo, d'altronde, per entrare

«I tedeschi hanno ancora fiducia nei loro politici. Gli scandali sono pochissimi e l'uso politico della giustizia non esiste. La vera novità è che l'antisistema e non la destra si è ritrovato intorno a una forza chiamata Afd, mentre è stato bocciato chi era al governo». A dirlo il sondaggista Antonio Noto.
Possiamo dire che in Germania ha vinto innnanzitutto l'affluenza?
«Stavolta ha partecipato tanta gente. La verità, però, è un'altra. A quelle latitudini l'affluenza non è mai stata un grande problema. Basta osservare il dato delle ultime europee. In Italia ha votato il 48% degli aventi diritto, mentre in Germania il 65%».
Perché i tedeschi si muovono di più quando vengono chiamati alle urne?
«In Germania i politici hanno un livello di reputazione maggiore rispetto al nostro Paese. È difficile che a Berlino ci siano scandali sulla classe dirigente. La stessa magistratura non utilizza la giustizia per abbattere l'avversario politico scomodo. Non ha motivo, d'altronde, per entrare a gamba tesa. C'è un rispetto istituzionale diverso».
Perché tale diversità?
«Non c'è dubbio che da Tangentopoli in poi sia calato il livello della nostra classe dirigente».
Quanto, invece, ha influito l'ascesa dell'Afd?
«La Germania dell'Est, che prima votava la sinistra, oggi ha scelto la destra. Questa è certamente una novità. Tale dato, però, non mi sorprende. Quando si passa da una dittatura comunista a una democrazia, è chiaro che il voto si sposta al lato opposto. Non a caso gli esecutivi di Polonia e Ungheria, pur avendo fatto parte del blocco socialista, ora sono schierati a destra».
Cosa è cambiato, dunque, in questa tornata elettorale?
«Tutta questa effervescenza di Afd ha avuto due conseguenze. Questo movimento, da una parte, ha canalizzato il voto dei fanatici o meglio di chi voleva manifestare il proprio dissenso verso il sistema. Sbagliato dire che siano tutti estremisti. Dall'altra parte, coloro che temevano l'avanzata del partito conservatore, pur di fermare questa ondata, si sono schierati col partito che dava maggiori garanzie, ovvero la Cdu. Questi si sono mobilitati in massa».
Spieghi meglio…
«Da un lato è stato attirato quell'elettorato che, a prescindere, era schierato contro i partiti tradizionali, mentre dall'altro è stato richiamato un popolo dormiente che si è sentito in pericolo».
Quanto ha inciso in questa campagna elettorale la politica estera di Scholz?
«Non è stata compresa, così come non è stata capita una certa politica nei confronti dell'America di Trump. Non è un caso che la forza che ha registrato il maggior calo di consensi è quella guidata dal cancelliere uscente».
Rispetto alle alleanze, invece, come la pensano i tedeschi?
«Hanno pensato sempre a un modello che mette insieme il centro, la sinistra e un po' di tutto. Un centrodestra all'italiana non è stato mai neanche immaginato a quelle latitudini. Cambiano, piuttosto, gli equilibri nella coalizione».
In che senso?
«La Cdu, stavolta, è la guida indiscussa. I socialisti, invece, sono gli attori minori. Stavolta, poi, ci troviamo di fronte a un leader più di destra rispetto alla Merkel».
Non a caso ha già strizzato l'occhio verso il Tycoon?
«L'idea della Germania chiusa non è mai stata apprezzata tra i moderati. Berlino ha perso potere sia in ambito europeo che internazionale. Tutti sanno che da diversi anni non detta più l'agenda continentale. È chiaro, quindi, che con questa svolta tutti si aspettano un'inversione di tendenza»
Qual è la vostra reazione?






