"Più facile trattare con Putin che con Zelensky": Trump bacchetta Kiev

«Credo a Putin» quando dice che vuole la pace in Ucraina, «stiamo andando molto bene con la Russia, ma al momento stanno bombardando in modo infernale in Ucraina», «francamente trovo più difficile trattare con l'Ucraina e loro non hanno le carte in mano», mentre la Russia ha «tutte le carte». Donald Trump torna a fare dichiarazioni concilianti nei confronti di Vladimir Putin e molto meno verso l'Ucraina di Volodymyr Zelensky. Dopo un bombardamento massiccio ieri da parte di Mosca condotto con missili e droni sulle infrastrutture energetiche ucraine, in cui Kiev per la prima volta ha usato gli aerei da guerra francesi Mirage 2000 consegnati un mese fa, dallo Studio Ovale il tycoon ha di fatto difeso il leader del Cremlino. Solo poche ore prima il presidente Usa aveva fatto sembrare che il pugno duro fosse possibile anche con Mosca: «Considerando il fatto che la Russia sta martellando l'Ucraina sul campo di battaglia in questo momento, sto prendendo in considerazione la possibilità di im

"Più facile trattare con Putin che con Zelensky": Trump bacchetta Kiev

«Credo a Putin» quando dice che vuole la pace in Ucraina, «stiamo andando molto bene con la Russia, ma al momento stanno bombardando in modo infernale in Ucraina», «francamente trovo più difficile trattare con l'Ucraina e loro non hanno le carte in mano», mentre la Russia ha «tutte le carte». Donald Trump torna a fare dichiarazioni concilianti nei confronti di Vladimir Putin e molto meno verso l'Ucraina di Volodymyr Zelensky. Dopo un bombardamento massiccio ieri da parte di Mosca condotto con missili e droni sulle infrastrutture energetiche ucraine, in cui Kiev per la prima volta ha usato gli aerei da guerra francesi Mirage 2000 consegnati un mese fa, dallo Studio Ovale il tycoon ha di fatto difeso il leader del Cremlino. Solo poche ore prima il presidente Usa aveva fatto sembrare che il pugno duro fosse possibile anche con Mosca: «Considerando il fatto che la Russia sta martellando l'Ucraina sul campo di battaglia in questo momento, sto prendendo in considerazione la possibilità di imporre sanzioni bancarie e dazi su larga scala a Mosca, fino a quando non verrà raggiunto un accordo dper il cessate il fuoco e per la pace», aveva scritto su Truth. Ma alla Casa Bianca i toni sono stati ben diversi.

 

 

 

Putin sta approfittando del fatto che gli Stati Uniti hanno sospeso la condivisione delle informazioni con Kiev per attaccare? «Penso che stia facendo quello che farebbe chiunque altro», è stata la risposta di Trump alla domanda di un giornalista. E ancora: «Ho sempre avuto un buon rapporto con Putin. Lui vuole porre fine alla guerra. E penso che sarà più generoso di quanto si possa pensare», mentre l'Europa «non sa come mettere fine alla guerra, io penso di sapere come fare». Putin - secondo quanto filtrato da fonti di Mosca all'agenzia Bloomberg sarebbe pronto a concordare una tregua temporanea, a condizione che si compiano progressi verso un accordo di pace definitivo. La Russia insiste sulla definizione dei parametri di un'eventuale missione di peacekeeping: Mosca ha fatto sapere di essere contraria alla presenza in Ucraina di soldati di Paesi Nato, ma non si opporrebbe al dispiegamento da parte di Paesi come la Cina, rimasti neutralì nel conflitto. Questo messaggio sarebbe stato trasmesso durante i colloqui Usa-Russia tenutisi il 18 febbraio scorso a Riad. Mentre per martedì è invece atteso in Arabia Saudita un incontro fra Usa e Ucraina. «L'Ucraina è pronta alla pace il prima possibile», ha scritto su X Zelensky, che dopo lo scontro del 28 febbraio con Trump alla Casa Bianca continua a ribadire in ogni modo agli Usa la propria disponibilità.

 

 

 

Intanto Bruxelles si è coordinata con i partner non Ue all'indomani del vertice straordinario. Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha sentito i leader di Regno Unito, Turchia, Canada, Norvegia e Islanda, «per intensificare i nostri sforzi congiunti sulla difesa». Un piano che la Russia percepisce come diretto contro di sè, ha rimarcato il Cremlino, che ha promesso «contromisure adeguate per garantire la nostra sicurezza». Il presidente Recep Tayyip Erdogan è entrato nel dibattito chiedendo che la Turchia sia inclusa nei colloqui europei su difesa e sicurezza comune: «Riteniamo inaccettabile che l'Ue ci escluda dai programmi di approvvigionamento di prodotti per la difesa e di ricostruzione», «non dimentichiamo che la sicurezza dell'Europa non riguarda solo i Paesi membri dell'Unione, ma tutti gli alleati europei». L' 11 marzo, nello stesso giorno dei colloqui Usa-Kiev in Arabia Saudita, a Parigi si incontreranno i Capi di Stato maggiore delle forze armate dei cosiddetti «Paesi volenterosi». Il giorno dopo, sempre a Parigi, si svolgerà una riunione di cinque ministri della Difesa; l'Italia sarà presente insieme a Regno Unito, Germania, Polonia e Francia.

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