PNRR: ritardi e squilibri territoriali, il Sud fatica a concretizzare i progetti

lentepubblica.it Nuovi dati sullo stato di avanzamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rivelano criticità significative nell’attuazione dei progetti, soprattutto nel Sud Italia: il dossier di Openpolis. Le informazioni aggiornate, rese pubbliche dal governo all’inizio di febbraio, consentono di tracciare un quadro più dettagliato sui finanziamenti e le difficoltà incontrate dai soggetti attuatori. Trasparenza […] The post PNRR: ritardi e squilibri territoriali, il Sud fatica a concretizzare i progetti appeared first on lentepubblica.it.

PNRR: ritardi e squilibri territoriali, il Sud fatica a concretizzare i progetti

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Nuovi dati sullo stato di avanzamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rivelano criticità significative nell’attuazione dei progetti, soprattutto nel Sud Italia: il dossier di Openpolis.


Le informazioni aggiornate, rese pubbliche dal governo all’inizio di febbraio, consentono di tracciare un quadro più dettagliato sui finanziamenti e le difficoltà incontrate dai soggetti attuatori.

Trasparenza e monitoraggio: passi avanti, ma criticità persistenti

Grazie alla recente pubblicazione di dati aggiornati, è ora possibile analizzare la distribuzione dei progetti finanziati e le spese sostenute per ciascun intervento. In precedenza, queste informazioni erano disponibili solo in forma aggregata. Tuttavia, nonostante questo miglioramento in termini di trasparenza, permangono problemi legati alla gestione dei fondi e alla capacità di realizzare concretamente le opere previste.

Secondo i dati aggiornati, sono stati monitorati oltre 269.000 progetti, ma il 29% dei pagamenti risulta effettivamente rendicontato dai soggetti attuatori. Ciò evidenzia il ritardo nella realizzazione concreta degli interventi, con una situazione particolarmente complessa nelle regioni meridionali, dove i ritmi di avanzamento risultano più lenti rispetto al resto del Paese. Le difficoltà hanno riacceso il dibattito su una possibile quinta revisione del piano italiano.

Chi riceve i finanziamenti del PNRR?

Un aspetto chiave emerso dalle analisi riguarda i principali beneficiari dei fondi. Sebbene siano coinvolti oltre 27.000 soggetti nell’attuazione del piano, il 34,3% delle risorse (pari a circa 66,6 miliardi di euro) è concentrato nelle mani di soli 100 enti. La maggior parte di questi sono amministrazioni pubbliche o società a partecipazione statale.

Tra i destinatari principali, Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) si conferma il soggetto che ha ottenuto la quota più elevata di fondi, con 22,4 miliardi di euro destinati soprattutto a progetti infrastrutturali nel settore ferroviario. Seguono E-Distribuzione Spa, con 3,5 miliardi, e il Ministero della Giustizia, che ha ricevuto 2,4 miliardi. A livello territoriale, la Campania è la regione con il maggiore finanziamento tra le amministrazioni locali (1,7 miliardi), mentre Roma guida la classifica tra i comuni, con oltre 1,1 miliardi assegnati.

Le aree di intervento: priorità e allocazione delle risorse

I fondi sono stati destinati a diversi settori strategici, con un forte focus sulle infrastrutture di trasporto. In particolare il piano ha assegnato, 23,3 miliardi di euro al potenziamento della rete ferroviaria, di cui 12,6 miliardi destinati alla costruzione di nuove tratte ad alta velocità o al miglioramento di quelle esistenti. Altri 3,5 miliardi si stanziano per lo sviluppo delle smart grid, ovvero reti elettriche intelligenti, e un importo simile si destina all’estensione della banda larga ad alta velocità nelle aree ancora sprovviste. Inoltre, 3,3 miliardi risultano investiti nel rafforzamento del trasporto pubblico locale, mentre 2,5 miliardi risultano assegnati alla medicina territoriale.

Nel complesso, il valore totale delle opere finanziate supera i 200 miliardi di euro, di cui circa 140 miliardi provenienti direttamente dal PNRR. Tra le principali categorie di investimento, la digitalizzazione conta il maggior numero di progetti (oltre 74.000), seguita dalle infrastrutture (più di 63.000) e dall’istruzione, che include interventi su scuole, università e ricerca. Sul piano economico, le infrastrutture assorbono il 35,4% dei fondi (circa 50 miliardi di euro), mentre il settore dell’istruzione e della ricerca ne riceve il 18% (25,2 miliardi). La transizione ecologica, infine, conta su finanziamenti pari a 18,4 miliardi di euro, circa il 13,1% delle risorse totali.

Sfide e prospettive per il futuro

Nonostante i progressi compiuti, come evidenziato dal dossier di Openpolis il percorso di attuazione del PNRR resta accidentato. Il rispetto delle scadenze è stato garantito anche grazie alle numerose revisioni del piano, ma le criticità emerse impongono una riflessione sulle strategie di gestione e sulla capacità di spesa degli enti attuatori. La disparità nell’avanzamento delle opere tra le diverse aree del Paese rappresenta una delle sfide più rilevanti, con il Mezzogiorno che fatica a tenere il passo rispetto alle regioni del Centro-Nord.

Con circa 54 miliardi di euro ancora da assegnare, il prossimo passo sarà garantire un’efficace allocazione delle risorse rimanenti, evitando ulteriori ritardi e assicurando che gli investimenti producano effetti concreti sul territorio. La trasparenza e il monitoraggio costante dei progetti restano elementi essenziali per valutare l’effettivo impatto del Piano e per garantire il successo del Recovery Plan.

Il dossier della Fondazione Openpolis

Qui il documento completo.

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