Poesia in dialogo con Rosaria Scialpi e La faglia empirea
Il 30 ottobre, presso la Sala Conferenze della BCC Taranto, Federica Anelli ha presentato la silloge poetica “La faglia empirea” di Rosaria Scialpi. La serata ha esplorato temi di lettura, mito, parola e identità femminile, proponendo la poesia come mezzo di riflessione e autodefinizione.
Il 30 ottobre, presso la Sala Conferenze della BCC Taranto, si è tenuta la presentazione della silloge poetica “La faglia empirea” di Rosaria Scialpi.
A condurre il viaggio nel mondo letterario di Scialpi è stata Federica Anelli, giovane appassionata di letteratura, soprattutto dell’opera di Emily Dickinson, e libraia.
Lettrice prima che poetessa
Partendo dalla lettura della poesia “Autoritratto di una lettrice”, unico componimento dell’ultima sezione della raccolta e con cui le due interlocutrici hanno voluto invertire la rotta, ci si è inoltrati nel tema della lettura intesa come distillatrice di ispirazione e materia fondante dell’identità.
Dunque, un autoritratto poetico che riflette sull’interiorizzazione estetica della letteratura e della sua restituzione al mondo sotto nuova forma.
Mito e poesia
La discussione si è poi orientata sul ruolo del mito, centrale nella poesia di Scialpi, e su come esso permetta di esplorare aspetti meno conosciuti della realtà, rendendo temi, apparentemente desueti, sempre attuali poiché, come sottolineato dall’autrice, “il mito parla dell’uomo all’uomo”.
Parola, potere e responsabilità
Grande importanza è stata poi data al tema della Parola e al potere e alla responsabilità che ne derivano.
La parola, difatti, è stata definita dalla poetessa sia come strumento primario di espressione del sé che come mezzo per aprirsi agli altri e così riscoprirsi. Tuttavia, le due hanno sottolineato il peso della responsabilità nella scelta delle parole e quindi dell’importanza della consapevolezza linguistica, tenendo sempre fede all’assunto che le parole modellino il nostro pensiero e che, a loro volta, fungano da specchio di ciò che siamo. Insomma, da “siamo quello che mangiamo” a “siamo quello che leggiamo e diciamo”.
Identità femminile
La presentazione è andata poi a vertere, grazie alle letture dei versi scelti, sulle figure femminili mitologiche presenti nella silloge e su come esse siano spesso, nella vulgata quotidiana, definite solo in relazione alle figure maschili che loro hanno sostenuto e aiutato.
Tale argomento ha aperto poi la strada a una interessante riflessione, elicitata da Anelli, sulla cosiddetta letteratura di genere, sul marketing, sulla corretta rappresentazione femminile nella storia e sulla damnatio memorie che pende ancora oggi su alcune artiste.
Poesia come mezzo di esplorazione di sé e del mondo
La poesia è stata presentata come una “faglia” che porta a un processo necessario di frammentazione, decostruzione e ricostruzione personale e del contingente. La scrittura è quindi intesa sia un mezzo per esprimere la complessità della propria multisfaccettata interiorità che come un atto di rivendicazione della propria identità in un mondo in cui tutto sembra farsi sempre più sfuggevole.
Conclusioni
Il dialogo fra Anelli e Scialpi si è poi concluso discutendo sul legame fra la musica e la poesia, su quel connubio quasi inscindibile che le vede sorelle ed ancelle l’una dell’altra sin dall’antichità per poi giungere ai riferimenti musicali presenti nell’opera dell’autrice tarantina, primo fra tutti De André con “Ho visto Nina Volare” e a cui ella si è posta in risposta dando la parola a Nina.
Qualora si volesse recuperare la presentazione e approfondire la conoscenza dell’autrice, la si potrà trovare al seguente link: https://youtu.be/sUR2GEQOmI0?si=RzG6_Of0o64z8PZ5
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