Polemica sull'antifascismo. Ma Conti almeno scherza sulla sua abbronzatura

Giorgia batte ogni record. Siamo arrivati alla 75esima edizione del Festival di Sanremo e nel frattempo si sono alternati ben 31 presidenti del Consiglio, ma è dovuto arrivare il governo di Meloni per spostare il dibattito dalle canzoni all' “antifascismo”. Da quando la destra è al governo, d'altronde, i rosiconi della sinistra vedono Mussolini e fasci littori ovunque, anche tra i look esuberanti di Achille Lauro e negli ultimi outfit di Clara.   L'ASSURDO INTERROGATIVO Ecco perché, nella tradizionale conferenza stampa del lunedì, al giornalista di Dagospia non interessa sapere della nuova scenografia dell'Ariston o dell'ultimo super-ospite, ma solo se è il conduttore Carlo Conti e la sua spalla Gerry Scotti abbiano preso apertamente le distanze dal Ventennio. Una domanda che viene definita «anacronistica» dal presentatore 2025, considerando che stiamo parlando di un qualcosa finito ottanta anni fa e condannato da chiunque si appresti a parlare di politica, a partire da chi oggi occ

Polemica sull'antifascismo. Ma Conti almeno scherza sulla sua abbronzatura

Giorgia batte ogni record. Siamo arrivati alla 75esima edizione del Festival di Sanremo e nel frattempo si sono alternati ben 31 presidenti del Consiglio, ma è dovuto arrivare il governo di Meloni per spostare il dibattito dalle canzoni all' “antifascismo”. Da quando la destra è al governo, d'altronde, i rosiconi della sinistra vedono Mussolini e fasci littori ovunque, anche tra i look esuberanti di Achille Lauro e negli ultimi outfit di Clara.

 

L'ASSURDO INTERROGATIVO

Ecco perché, nella tradizionale conferenza stampa del lunedì, al giornalista di Dagospia non interessa sapere della nuova scenografia dell'Ariston o dell'ultimo super-ospite, ma solo se è il conduttore Carlo Conti e la sua spalla Gerry Scotti abbiano preso apertamente le distanze dal Ventennio. Una domanda che viene definita «anacronistica» dal presentatore 2025, considerando che stiamo parlando di un qualcosa finito ottanta anni fa e condannato da chiunque si appresti a parlare di politica, a partire da chi oggi occupa le stanze di Palazzo Chigi. La risposta, però, non passa inosservata ai soliti compagni, che probabilmente non avendo null'altro da dire, utilizzano la battuta per sollevare la solita polemica rispetto al governo che vuole influenzare la televisione. C'è chi addirittura, sui social, accusa il volto noto del piccolo schermo di essere un nostalgico. A dover precisare, dunque, è lo stesso anchorman fiorentino che, prima di tornare sul palco più amato dagli italiani, chiarisce come tutti «dovremmo essere antifascisti».

 

 

IL TENTATIVO DELL'ANPI DI METTERE IL CAPPELLO ROSSO A SANREMO

Chiarimento che ovviamente risveglia i partigiani rossi dell'Anpi, che, pur di ottenere un po' di visibilità, ringraziano Conti per aver ribadito, qualcosa che, a loro parere, è «sempre attuale» e «mai anacronistico». Il tentativo di mettere una bandiera sulla festa della musica, intanto, viene fatto saltare dallo stesso Carlo nazionale. Per alcuna ragione al mondo vuole che la kermesse diventi l'ennesimo talk, dove si alternano opinionisti di destra e sinistra.

L'IRONIA DEL PRESENTATORE

Quest'ultimo, dopo aver chiarito sul proprio credo politico, sottolinea come bisogna dare a tutti «la libertà di poter scherzare sul colore della sua abbroanzatura». Non a caso, senza alcuna esclusione, viene ricordato per il suo essere “nero”, dovuto alle lampade e non certamente ad altre ragioni, come invece vuole far passare qualche ossessionato dai brani che venivano intonati durante gli anni del Duce.

 

 

LA POLEMICA SU VANNACCI

Nonostante ciò, la sinistra non si arrende e, al posto di commentare l'ultimo ritornello dei Coma Cose, monta un caso perché sarebbe stato riservato un posto in sala al generale Vannacci. È stato sollevato un tale polverone che la stessa Rai ha dovuto spiegare come non sia stata l'azienda di Stato a regalare un biglietto omaggio all'europarlamentare della Lega. «Non lo abbiamo invitato noi – sottolinea il direttore del prime time Marcello Ciannamea». Se non avesse prontamente smentito, riferisce qualche internauta, i compagni si sarebbero stracciati.

LE CONFESSIONI POLITICHE DI ELODIE

La bellissima Elodie, interrogata dalla dall'inviato di Striscia La Notizia Enrico Lucci, ad esempio, chiarisce come non voterebbe mai Giorgia Meloni. «Neanche se mi tagliassero una mano», tuona l'artista romana. A dir la verità, non sceglierebbe neanche Schlein. Questo, però, poco interessa ai leoni da tastiera del progressismo o ai pochi fan dei compagni, che l'hanno applaudita solo quando ha attaccato la premier. «Forse i colleghi - tuonano le Giornaliste Italiane - pensavano di stare a un comizio e non in una sala stampa, dove il rigore è sempre richiesto e dove la professione dovrebbe essere esercitata nel massimo rispetto della deontologia e anche della democrazia». L'unica priorità è far emergere l'odio dei famosi verso l'attuale esecutivo. Peccato, però, che il credo politico dei cantanti poco interessa ai telespettatori, i quali restano svegli fino a tarda notte solo per sentire quale sarà l'hit della prossima primavera e non certamente per sapere delle simpatie politiche degli artisti. Ragione per cui non commette errore Conti a sottolineare come sia l'unica faccetta nera del Festival 2025.

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