Polonia. Il governo accusa Minsk e Mosca di usare i migranti per destabilizzare

Aprile 8, 2025 - 15:30
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Polonia. Il governo accusa Minsk e Mosca di usare i migranti per destabilizzare

di Giuseppe Gagliano –

Nel cuore dell’Europa dell’est si sta consumando una nuova fase di quello che sempre più appare come un conflitto ibrido: la Polonia ha lanciato accuse dirette contro Minsk e indirettamente contro Mosca, sostenendo che la recente impennata nei tentativi di attraversamento illegale del confine con la Bielorussia non sia frutto del caso, ma parte di un’operazione concertata per destabilizzare il Paese e, con esso, l’intera Unione Europea.
Il ministro della Difesa polacco, Wladyslaw Kosiniak-Kamysz, ha denunciato una vera e propria “escalation migratoria organizzata”, parlando di gruppi compatti di migranti, prevalentemente provenienti da Sudan e Afghanistan, che cercano di forzare il confine con atti violenti, armati non di fucili, ma di pietre, rami e perfino smerigliatrici. Non è una novità per chi osserva le dinamiche geopolitiche dell’area: già nel 2021, Varsavia aveva denunciato manovre simili, accusando il regime di Lukashenko di orchestrare il flusso migratorio come forma di pressione geopolitica.
Ma oggi, secondo il governo polacco, l’operazione è salita di livello. Si tratterebbe di un vero e proprio assalto coordinato, parte di una strategia che travalica la dimensione migratoria e si incunea nel terreno delle operazioni ibride. Non solo violenza di confine, ma anche una precisa scelta politica: Varsavia ha infatti dichiarato che non accetterà più richieste d’asilo presentate dopo un ingresso illegale, ribaltando i principi alla base del diritto d’asilo europeo. “Non cadete nella trappola dei regimi russo e bielorusso”, ha tuonato il ministro, svelando il timore che dietro ogni migrante si celi un tassello della guerra non dichiarata tra Est e Ovest.
Dal 2022 la Polonia ha eretto una barriera d’acciaio alta 5,5 metri lungo quasi tutto il confine con la Bielorussia, supportata da un sistema di sorveglianza elettronica di ultima generazione. Il tutto in un contesto in cui anche Lettonia e Lituania si stanno muovendo nella stessa direzione: chiusura dei valichi di frontiera, elicotteri per monitorare i treni russi in transito, e fondi europei per rafforzare le frontiere.
La posta in gioco è chiara: non si tratta soltanto di migranti, ma di un confine che è anche frontiera simbolica tra due mondi. Dietro i tentativi di passaggio, la Polonia vede la mano lunga del Cremlino, impegnato in una guerra di logoramento contro l’architettura di sicurezza dell’Europa orientale. Varsavia interpreta così ogni pietra lanciata da un migrante non come gesto disperato, ma come un’eco del conflitto in Ucraina, uno scontro che si combatte anche a colpi di migranti, di propaganda e di leggi d’emergenza.
In questa cornice, l’Unione Europea, che pure ha finanziato con 25 milioni di euro lo Schema Speciale di Transito per Kaliningrad, si trova stretta tra il rispetto del diritto umanitario e la necessità di proteggere la propria sovranità territoriale. E intanto, i migranti, sempre più spesso strumentalizzati, restano pedine di una partita che non hanno scelto di giocare.

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Redazione Redazione Eventi e News