Primo trimestre 2025 in calo del 3% per Lvmh. Si riaccendono i timori per il lusso

Il primo trimestre 2025 di Lvmh si chiude con vendite pari a 20,3 miliardi di euro, in calo del 2% a cambi correnti (reported) e del 3% a cambi costanti (organic). L’Europa, fa sapere il player numero uno del lusso, ha nuovamente registrato una crescita a cambi costanti. Gli Stati Uniti hanno registrato un leggero calo, nonostante una buona performance nei settori Fashion & Leather Goods e Watches & Jewelry. Il Giappone ha visto una decrescita rispetto al primo trimestre del 2024, che era stato trainato dal forte aumento della spesa dei consumatori cinesi nel Paese. Il resto dell’Asia ha manifestato tendenze paragonabili a quelle del 2024.
Il settore Fashion & Leather Goods, in calo del 5% organic e del 4% reporter, ha mostrato una buona resilienza rispetto al primo trimestre del 2024, trainato dalla forte crescita degli acquisti in Giappone, con un turnover complessivo di 10,1 miliardi di euro. Louis Vuitton, vent’anni dopo la storica collaborazione con Takashi Murakami, ha lanciato una nuova collezione di borse e prêt-à-porter realizzata in tandem con il celebre artista giapponese. La maison ha inoltre annunciato il lancio della sua nuova linea di cosmetici, La Beauté Louis Vuitton. A marzo, in qualità di sponsor principale del Gran Premio d’Australia di Formula 1, Louis Vuitton ha dato il via alla stagione a Melbourne, disegnando una teca personalizzata per celebrare l’occasione. Christian Dior ha mantenuto il suo slancio creativo; le ultime creazioni di pelletteria della maison, tra cui le borse ‘Dior Toujours’ e ‘D-Journey’, hanno avuto un inizio promettente. Per celebrare il centenario di Loro Piana e i suoi legami con la Cina, il marchio italiano ha tenuto la sua prima mostra a Shanghai. Fendi ha reso omaggio a un secolo di moda e artigianato con la sua ultima sfilata co-ed milanese. Il gruppo ha accolto diversi nuovi direttori creativi tra cui Sarah Burton da Givenchy, Jack McCollough e Lazaro Hernandez da Loewe e Michael Rider da Celine.
La sezione Watches & Jewelry, con 2,4 miliardi, è stata flat a cambi costanti e ha visto una crescita dell’1% reported. Tiffany & Co. ha proseguito l’espansione delle sue linee iconiche e il lancio globale del suo nuovo concept store ispirato al Landmark di New York. Bulgari ha presentato il famoso ‘Serpenti’, in particolare attraverso mostre d’arte immersive a Shanghai e Seul. Chaumet ha rinnovato e celebrato la sua collezione ‘Bee de Chaumet’. Non sono mancate le nnovazioni nel campo dell’orologeria firmate Tag Heuer, Hublot e Zenith presentate a New York e Parigi in occasione della sesta Lvmh Watch Week. Tag Heuer è tornato ad essere cronometrista ufficiale della Formula 1.
Il segmento Wine & Spirits ha totalizzato 1,3 miliardi di euro, in flessione reported dell’8% e del 9% organic. Perfumes & Cosmetics ha chiuso il primo trimestre a quota 2,1 miliardi, in linea con lo stesso periodo del 2024 a cambi correnti e in calo dell’1% organic. Le vendite dell’area Selective Retailing sono state pari a 4,1 miliardi, flat a livello reported e in diminuzione dell’1% organic.
“In un contesto geopolitico ed economico instabile, Lvmh rimane vigile e fiducioso in questo inizio d’anno – spiega in una nota il colosso francese -. Il Gruppo rimane concentrato sullo sviluppo dei suoi marchi, guidato da una politica costante di innovazione e investimenti, nonché da una costante ricerca della qualità dei suoi prodotti, della loro desiderabilità e della loro distribuzione selettiva. Lvmh farà affidamento sul talento e sulla motivazione dei suoi team, sulla diversità delle sue attività e sul buon equilibrio geografico del suo fatturato per rafforzare ulteriormente la sua posizione di leadership globale nel settore dei beni di lusso nel 2025”.
I dati, condivisi nel tardo pomeriggio di ieri a borse chiuse, hanno fatto calare oltre il 7% il titolo di Lvmh stamattina a causa dei risultati al di sotto delle aspettative degli analisti che, sulla scia dei risultati del Q4 2024, in crescita su base organica dell’1% dei ricavi, “in accelerazione rispetto al terzo trimestre”, si aspettavano un aumento del 4 per cento.
Il consensus per il segmento Fashion & Leather Goods era del -1%, superiore al -5% effettivo. Il cluster americano ed europeo è rimasto stabile, mentre è quello cinese a destrare problemi a causa dei flussi turistici verso il Giappone meno frequenti. I ricavi sono diminuiti dell’11% in Asia, escluso il Giappone, dove le vendite sono calate dell’1%, in netto calo rispetto all’anno precedente, quando le vendite erano aumentate del 32% a causa dell’impennata del turismo cinese.
La capitalizzazione dell’azienda della famiglia Arnault è scesa a 243,9 miliardi di euro, dietro ai 244,4 miliardi di euro di Hermès, prima che Lvmh recuperasse a 247 miliardi di euro. Parallelamente le azioni di tutto il settore hanno registrato un ribasso, con Kering in calo del 2,6% e Hermès dell’1,5%, Richemont a -2,5% e Brunello Cucinelli il decrescita del 2,6 per cento.
La performance indica “un contesto commerciale più difficile per il settore del lusso in generale”, ha affermato l’analista di Rbc Piral Dadhania, che ha abbassato le sue previsioni di vendita organica per il full year di Lvmh, portandole a un livello stabile rispetto alla crescita del 3% precedentemente prevista. Gli investitori speravano che il settore del lusso si riprendesse dalla crisi di quest’anno, ma le tensioni commerciali hanno sollevato timori di una recessione globale.
Dalla call con la chief financial officer Cécile Cabanis si è appreso che Louis Vuitton continua a registrare performance leggermente superiori alla media, mentre Dior lievemente inferiori. Per quanto concerne i dati annunciati e successivamente introdotti dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump non c’è stato per ora un cambiamento di tendenza significativo per il primo trimestre. Riguardo alla possibilità di spostare parte della manifattura di lusso nel Paese a stelle e strisce, la manager ha sottolineato che il passaggio a una maggiore produzione statunitense di beni di lusso “non è qualcosa che si può fare dall’oggi al domani. Non stiamo pensando a un cambiamento radicale”. Cabanis ha osservato che Louis Vuitton vanta attualmente tre siti statunitensi per la produzione di pelletteria, che soddisfano circa un terzo del fabbisogno locale e possono aumentare leggermente la capacità produttiva mantre Tiffany riesce a rifornire la maggior parte dei suoi negozi americani con la sua produzione statunitense. Durante la call Cabanis ha confermato ulteriori cambiamenti ai vertici degli uffici stile.
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