"Pronto il ricorso alla Consulta". Todde vicina alla fine tenta il tutto per tutto, la mossa disperata

Non si può dire che ad Alessandra Todde manchi la tenacia. La governatrice della Sardegna, alle prese con la dichiarazione di decadenza beccata a seguito della decisione del collegio di garanzia elettorale, sta facendo di tutto per non rinunciare alla poltrona conquistata alle regionali. E quindi il conflitto sale sempre di più, con la sensazione di una corsa inefficace pur di restare in sella. E così, cavillo dopo cavillo, l'esponente di quei Cinque Stelle che crocifiggevano chiunque fosse colpito dai giudizi della magistratura, si trasforma in leonessa a difesa di se stessa e conseguentemente dei consiglieri regionali che farebbero la sua stessa fine. Perché con l'elezione diretta del presidente, se la governatrice decade, fanno la stessa fine gli eletti della legislatura. La vicenda giudiziaria è abbastanza nota e riguarda il rendiconto delle spese elettorali, giudicato negativamente dal collegio chiamato per legge alla vigilanza. E sarà proprio l'assemblea del consiglio regionale

"Pronto il ricorso alla Consulta". Todde vicina alla fine tenta il tutto per tutto, la mossa disperata

Non si può dire che ad Alessandra Todde manchi la tenacia. La governatrice della Sardegna, alle prese con la dichiarazione di decadenza beccata a seguito della decisione del collegio di garanzia elettorale, sta facendo di tutto per non rinunciare alla poltrona conquistata alle regionali. E quindi il conflitto sale sempre di più, con la sensazione di una corsa inefficace pur di restare in sella. E così, cavillo dopo cavillo, l'esponente di quei Cinque Stelle che crocifiggevano chiunque fosse colpito dai giudizi della magistratura, si trasforma in leonessa a difesa di se stessa e conseguentemente dei consiglieri regionali che farebbero la sua stessa fine. Perché con l'elezione diretta del presidente, se la governatrice decade, fanno la stessa fine gli eletti della legislatura. La vicenda giudiziaria è abbastanza nota e riguarda il rendiconto delle spese elettorali, giudicato negativamente dal collegio chiamato per legge alla vigilanza.

E sarà proprio l'assemblea del consiglio regionale ad essere chiamata a pronunciarsi. Se cado io (ha fatto appunto sapere Alessandra Todde) cadiamo tutti, in pratica. E quindi dovrà essere discussa la mozione sul conflitto di attribuzione Stato-Regione in merito all'ordinanza di decadenza nella prossima seduta del consiglio regionale, prevista per martedì 18 febbraio. Fatto curioso: il documento, alla vigilia della discussione, è però ancora in fase di elaborazione, per firmarlo tutti i capigruppo di maggioranza vogliono stare sicuri dal punto di vista legale e pare che si stiano consultando gli avvocati per la stesura definitiva. Non vogliono incorrere in errori che vanificherebbero l'azione a propria salvaguardia.

 

In pratica, la mozione riguarda l'applicazione della legge 515 del 1993 in Sardegna, la norma utilizzata dal collegio di garanzia elettorale per le contestazioni relative alla Todde sul rendiconto della sua campagna elettorale per le elezioni di febbraio 2024. Con la mozione il consiglio regionale chiederà alla giunta, l'unico organo competente, di proporre formalmente un ricorso alla Corte costituzionale per sollevare un conflitto di attribuzioni con lo Stato.

Se Parigi vale una messa, il guazzabuglio legale vale le poltrone in discussione. Parallelamente, la presidente della regione, con i suoi avvocati, ha presentato opposizione alla sanzione economica di 40mila euro e alla decadenza presso il tribunale civile, con l'udienza già fissata per il 20 marzo. Insomma, battaglia su più fronti giudiziari. Lotta dura e senza paura a difesa della casta isolana... In realtà, a fronte della situazione, sono sempre più forti i dubbi rispetto alla resistenza di tipo giuridico da parte della governatrice della Sardegna. Molti sospettano la volontà di far passare tempo per proseguire la legislatura aggrappandosi ad appigli che sembrano solo voler nascondere la realtà di una macroscopica violazione della normativa in materia di spese elettorali. Anche perché ci sono state troppe versioni sul rendiconto mancato.

Prima la Todde diceva che la spese erano tutte sue, poi che le aveva sostenute il suo movimento politico, non si capiva chi aveva versato alcune delle somme in entrata per la campagna elettorale... Insomma, davvero un storia intricata su cui bisognerebbe fare luce in trasparenza. Ma si preferisce perseguire la strada tortuosa dei ricorsi di giustizia persino davanti alla Corte costituzionale, pur di non rischiare il bottino elettorale.

 

 

 

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