Pubblicati i dati sui Livelli essenziali di assistenza (LEA): ancora forte il divario territoriale in sanità
lentepubblica.it In questo approfondimento Fabio Ascenzi fa il punto sui dati relativi ai Livelli essenziali di assistenza che, ancora una volta, evidenziano un forte divario territoriale nella sanità italiana. Nell’analizzare i rischi connessi ai progetti di autonomia differenziata mi è capitato spesso di evidenziare le forti diseguaglianze presenti nel nostro Paese, soprattutto negli ambiti della sanità […] The post Pubblicati i dati sui Livelli essenziali di assistenza (LEA): ancora forte il divario territoriale in sanità appeared first on lentepubblica.it.

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In questo approfondimento Fabio Ascenzi fa il punto sui dati relativi ai Livelli essenziali di assistenza che, ancora una volta, evidenziano un forte divario territoriale nella sanità italiana.
Nell’analizzare i rischi connessi ai progetti di autonomia differenziata mi è capitato spesso di evidenziare le forti diseguaglianze presenti nel nostro Paese, soprattutto negli ambiti della sanità pubblica.
Da pochi giorni il Ministero della Salute ha pubblicato il monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza (LEA) per l’anno 2023, valutati attraverso il Nuovo Sistema di Garanzia (NSG).
I dati sui Livelli essenziali di assistenza (LEA): forte il divario territoriale in sanità
E non mi sembra che si possa stare sereni, considerato che mostra ancora un forte divario nei servizi tra Nord e Sud della penisola; anche se con delle specificità che hanno scatenato pesanti polemiche politiche.
A fare più scalpore specialmente quella tutta interna al centro-destra, tra il Ministero guidato da Orazio Schillaci e il Presidente Attilio Fontana che, a fronte dei risultati poco lusinghieri per la Lombardia, ha contestato apertamente i parametri da cui è scaturita la classifica.
Partiamo, allora, proprio dalla conoscenza dello strumento utilizzato per meglio comprenderne gli esiti.
Come funziona il Nuovo Sistema di Garanzia (NSG)
Il NSG è operativo dal 1° gennaio 2020, dopo essere stato introdotto con il Decreto del Ministero della Salute 12 marzo 2019 (Nuovo sistema di garanzia per il monitoraggio dell’assistenza sanitaria).
La sua funzione è di verificare, secondo le dimensioni dell’equità, dell’efficacia, e della appropriatezza, che tutti i cittadini italiani ricevano le cure e le prestazioni rientranti nei LEA.
Gli indicatori individuati dal Decreto sono 88, distribuiti nelle seguenti macro-aree: 16 indicatori per la prevenzione collettiva e sanità pubblica; 33 per l’assistenza distrettuale; 24 per l’assistenza ospedaliera; 4 di contesto per la stima del bisogno sanitario; 1 di equità sociale; 10 per il monitoraggio e la valutazione dei percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (broncopneumopatia cronica ostruttiva; scompenso cardiaco; diabete; tumori mammella, colon e retto).
All’interno del NSG è stato individuato un sottoinsieme di 22 indicatori, cosiddetto CORE, utilizzato per valutare sinteticamente l’erogazione dei LEA da parte delle Regioni, e determinante per assegnare il punteggio finale.
Tali indicatori sono suddivisi in tre macro-aree: prevenzione collettiva e sanità pubblica; assistenza distrettuale; assistenza ospedaliera.
Affinché il giudizio globale sia positivo, e quindi una Regione risulti adempiente, il punteggio di tutte e tre dovrà risultare non inferiore a 60 (quindi non è consentita una compensazione tra differenti macro-aree).
Le conclusioni sono molto attese dalle Regioni, poiché in base a esse vengono stabiliti gli accessi alla quota integrativa di risorse finanziarie.
Le pagelle per l’anno 2023: tredici promossi e otto bocciati
Dal monitoraggio pubblicato la scorsa settimana risulta che solo tredici tra Regioni e Province Autonome hanno raggiunto un punteggio superiore a 60, ossia la soglia di sufficienza in tutte le macro-aree: Piemonte, Lombardia, Provincia Autonoma di Trento, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia e Sardegna.
Otto sono risultate insufficienti. Con un punteggio inferiore alla soglia in più macro-aree: Valle d’Aosta (Distrettuale e Ospedaliera); Abruzzo, Calabria e Sicilia (Prevenzione e Distrettuale). Oppure in una sola: Provincia Autonoma di Bolzano, Liguria e Molise (Prevenzione); Basilicata (Distrettuale).
Da un’analisi più approfondita dei dati si evince che il Servizio Sanitario Nazionale migliora sul fronte dell’assistenza ospedaliera (solo la Valle d’Aosta non raggiunge la sufficienza), ma continua a registrare consistenti problemi negli ambiti della prevenzione (sei sotto la sufficienza) e delle cure territoriali (cinque insufficienti), dove vengono in evidenza i maggiori divari tra le diverse aree del Paese nei servizi offerti ai cittadini.
E proprio questi destano più preoccupazione, poiché nei dati riferiti al 2023 si confidava di vedere i primi effetti dell’adozione degli standard fissati dal Decreto del Ministro della Salute n. 77/2022 (Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale); aspettativa andata delusa, nonostante gli ingenti investimenti del PNRR che nel frattempo sono intervenuti per Case della Comunità, Ospedali di Comunità, Centrali operative territoriali, assistenza domiciliare integrata, ecc.
Tutti interventi che dovrebbero contribuire a migliorare i servizi in ambiti importanti come vaccinazioni, screening oncologici, assistenza domiciliare, cure palliative, assistenza ai non autosufficienti, tempi di arrivo ambulanza.
La classifica generale ci consegna un Paese spaccato in due
La classifica generale, invece, conferma una netta spaccatura nel Paese, con la quasi totalità delle Regioni settentrionali posizionate in testa e quelle meridionali in coda. A testimonianza del fatto che i suddetti progetti non sono stati ancora capaci di ridurre il divario esistente.
Per offrire una visione complessiva ho realizzato la seguente tabella, scaricabile e consultabile qui anche in formato PDF, mettendo insieme i singoli punteggi ottenuti secondo gli indicatori CORE nelle tre macro-aree LEA.
Nell’ultima colonna è riportato un punteggio totale, ottenuto dalla somma degli stessi e utilizzato per stilare la classifica tanto discussa.
In rosso sono stati evidenziati i valori inferiori a 60 punti (ossia, la soglia di sufficienza).
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