Quel colpo di “grazia” di Biden alla superiorità della sinistra

Adesso è chiarissimo: il miglior alleato di Donald Trump, il vero facilitatore del suo secondo mandato è proprio lui, Joe Biden, Presidente in carica fino al 20 gennaio 2025. Già, perché è lui che per mesi ha condotto una campagna elettorale viziata dalle sue precarie condizioni di salute sino a naufragare nel confronto diretto in televisione. Ed è sempre lui che ha malvolentieri aperto la strada solo all'ultimo momento a Kamala Harris, impedendo al suo partito di trovare il tempo per costruire una candidatura alternativa. Ed è ancora lui che decide di concludere il suo mandato con l'assist definitivo a Trump: la concessione della grazia presidenziale per il figlio Hunter, in attesa di due processi per reati importanti, tra cui un'evasione fiscale da 1,4 milioni di dollari. Comunque questa storia sarebbe grave già di per sé, considerando il fatto che nessun Presidente nella storia americana ha mai concesso la grazia ad un figlio (Clinton lo fece per il fratello e Trump per il suo suoce

Quel colpo di “grazia” di Biden alla superiorità della sinistra

Adesso è chiarissimo: il miglior alleato di Donald Trump, il vero facilitatore del suo secondo mandato è proprio lui, Joe Biden, Presidente in carica fino al 20 gennaio 2025. Già, perché è lui che per mesi ha condotto una campagna elettorale viziata dalle sue precarie condizioni di salute sino a naufragare nel confronto diretto in televisione. Ed è sempre lui che ha malvolentieri aperto la strada solo all'ultimo momento a Kamala Harris, impedendo al suo partito di trovare il tempo per costruire una candidatura alternativa. Ed è ancora lui che decide di concludere il suo mandato con l'assist definitivo a Trump: la concessione della grazia presidenziale per il figlio Hunter, in attesa di due processi per reati importanti, tra cui un'evasione fiscale da 1,4 milioni di dollari. Comunque questa storia sarebbe grave già di per sé, considerando il fatto che nessun Presidente nella storia americana ha mai concesso la grazia ad un figlio (Clinton lo fece per il fratello e Trump per il suo suocero). Diventa però ancora più grave e, diciamolo francamente, insopportabile, analizzando quello che il mondo democratico e progressista americano ha detto e scritto di Trump in questi anni, dipingendolo come un criminale approfittatore ad uso personale dell'ufficio alla Casa Bianca. Accuse ripetute per anni, con tanto di supporto chiassoso di molte star di Hollywood e di grandi firme della musica pop. Accuse rovesciate su Trump in forza di una supremazia morale esibita costantemente, pervicacemente, ossessivamente.

 

 

Con quel ditino puntato, la sinistra americana della East Coast e della California ha sempre considerato Trump un buzzurro, un usurpatore del potere federale, un trafficante di influenze e denaro al soldo di Mosca. Lo ha dipinto esaltandone a dismisura i difetti e negandone per definizione i pregi: in buona sostanza lo stesso atteggiamento riservato in Italia a Silvio Berlusconi (a molti dovrebbero fischiare le orecchie, Biden dice che le accuse al figlio sono un atto di «persecuzione politica»). Qualcuno potrebbe sostenere in libera coscienza che Donald Trump è un angioletto piovuto dal cielo? Certo che no, è uno spietato uomo d'affari che si è fatto strada nella giungla immobiliare di Manhattan. Ma se il Presidente democratico, l'alfiere planetario della cultura liberal, del rispetto delle istituzioni e delle regole, dell'uso del potere solo per l'interesse collettivo, decide di usare lo strumento supremo del perdono «compassionevole» per togliere dai guai il proprio figlio ecco che allora succede l'inimmaginabile.

 

 

Succede che Biden, Il Riformista Biden, sceglie la strada del favoritismo familiare, ponendo il sigillo definitivo sui suoi quattro anni di presidenza: «Io sono io, voi non siete un cazzo. Quindi salvo mio figlio». Altro che Musk, è il vecchio Joe, il migliore amico di MAGA Donald.

 

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