Rabbit R1, solo il 5% degli acquirenti lo usa ancora: flop per gli hardware AI?

Rabbit R1: solo 5.000 utenti attivi sui 100.000 che hanno acquistato al lancio l'assistente personale basato sull'AI.

Rabbit R1, solo il 5% degli acquirenti lo usa ancora: flop per gli hardware AI?

Doveva essere il gadget del futuro, ma il Rabbit R1 – almeno per ora – fatica a decollare. A cinque mesi dal lancio, l'assistente personale basato su AI viene usato ancora solo da 5.000 delle 100.000 persone che l'hanno acquistato. A riportare il dato è lo stesso Jesse Lyu, fondatore della start-up californiana Rabbit, che al Fast Company Innovation Festival si è comunque mostrato propositivo. Al di là dell'apparente fallimento, Lyu crede che questa sia una fase necessaria anzi inevitabile (per quanto dispendiosa), perché la clientela non ha ancora familiarità con questo tipo di prodotti. Il momento che stiamo vivendo è paragonabile all'era pre-iPhone, quando non era ancora chiaro cosa fosse uno smartphone: in sostanza, oggi, l'hardware AI sarebbe in un momento esplorativo simile.

Eppure, dopo il suo debutto al CES lo scorso gennaio, il clamore intorno a questo nuovo oggettino aveva fatto ben sperare (lo stesso dicasi per l'AI Pin di Humane, prima della sua presentazione nel novembre 2023). La proposta era quella di un portale hardware autonomo per eliminare le distrazioni e aiutare gli utenti a gestire le attività digitali quotidiane in modo più smart, efficiente e piacevole: uno smartphone o meglio un phablet, insomma, con il plus di essere molto minimal e ancora più "smart". Rabbit R1, infatti, è basato su un innovativo OS in linguaggio naturale capace di andare oltre le app. O meglio, di eseguirle al posto dell'utente, scegliendo per lui la miglior soluzione possibile.

Il sistema operativo dell'R1 (creato sul modello proprietario LAM, Large Action Model) dovrebbe essere aggiornato a ottobre. Le novità previste includono l'accesso ai siti Web e la possibilità di ordinare cose come biglietti aerei o cene. Viene da chiedersi se tanto basterà a convincere gli acquirenti a rispolverare i loro device; per il momento, comunque, sembra che la maggior parte degli utenti consideri "superflui" questi hardware autonomi. Il tutto in favore degli smartphone, dispositivi tutto-fare per eccellenza, che con l'avvento delle AI di Apple e Google potrebbero fagocitare anche Rabbit e simili (come già successo – d'altronde – per fotocamere, lettori musicali dedicati e in parte PC).


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