Roma anima letteraria: un itinerario gratuito

Sono tantissimi gli autori nati o solo di passaggio a Roma e la città conserva i loro passi: un itinerario letterario gratuito da poter percorrere a piedi in un pomeriggio.

Roma anima letteraria: un itinerario gratuito

Roma è indubbiamente nota per le sue rovine romane: il Colosseo, i Fori Imperiali, la Domus Aurea sono alcune delle sue principali attrazioni. E non potrebbe essere altrimenti considerando la storia millenaria della città e quanto il passato si rispecchi nel paesaggio e nell’urbanistica stessa della Capitale. Proprio perché parliamo di millenni e millenni di vicende, tuttavia, va da sé che Roma sia molto più degli Imperatori romani. L’anno 2025 è l’anno del Giubileo, ad esempio, e viene celebrata la Cristianità della città, le sue Basiliche, i suoi Santi. La Capitale è poi anche scrigno di vicende letterarie: scrittori, poeti, drammaturghi hanno sostato in queste vie e in questi luoghi, lasciandosi ispirare dalla bellezza eterna dell’Urbe. Si trovano qui lo studio di Luigi Pirandello e la casa di Alberto Moravia, ma anche la casa di Johann Wolfgang von Goethe e la Casa Museo di Mario Praz. Per non parlare dei romanzi ambientati nella nostra Capitale, che hanno fatto da sfondo a storie d’amore o guerre sanguinose: Roma vive di letteratura e parole, oltre che di marmi e architettura. Qui proviamo a suggerirvi un itinerario letterario e gratuito, alla scoperta dei luoghi ispirati ad autori e letterati più suggestivi della città.

I busti del Pincio

La nostra passeggiata comincia da uno dei luoghi più suggestivi di Roma: il Pincio. Il colle di Roma (anche se non uno dei sette più celebri colleghi) vanta, sulla sua sommità, il più antico giardino pubblico della città, progettato da Giuseppe Valadier tra il 1810 e il 1818. Il panorama dalla sua terrazza è mozzafiato e vale una sosta, ma ancor di più vale la pena passeggiare tra i viali del giardino pubblico: lì vi imbatterete nei famosi busti del Pincio, tra cui appaiono i volti di scrittori e poeti che hanno fatto la storia dell’Italia.

Il progetto dei busti risale infatti all’epoca della Repubblica Romana. Siamo nel 1849: il Triumvirato stanziò 10.000 lire per la realizzazione di busti sul Pincio che riproducessero personaggi famosi della storia italiana. Erano una moda dell’epoca, sviluppatasi soprattutto nel nostro paese, proprio per valorizzare e trasmettere ai cittadini il senso dell’Unità d’Italia. In totale, oggi, i busti sono 229 ma all’epoca – nel 1849 – ne furono creati 52, non senza qualche polemica. Furono infatti collocati sulla collina solo nel 1851 per volere di Pio IX: fino ad allora erano stati realizzati, ma presto immagazzinati. Inoltre, tra i personaggi scelti per i busti c’era anche chi proprio al Pontefice non piaceva: tra questi Giacomo Leopardi, Niccolò Machiavelli e Vittorio Alfieri (sostituiti dunque da altri esimi colleghi). Nel 1883, per questo e altri motivi, si decise di raffigurare solo personaggi morti da almeno 25 anni.

Tra i busti degni di nota, segnaliamo quello di Grazia Deledda (unica donna ad apparire insieme a Vittoria Colonna e Santa Caterina da Siena) e quello di Vittorio Alfieri, che vide la luce (finalmente) nel 1947. E ancora il busto di Ugo Foscolo (del 1972, realizzato da Ettore Ferrari), quello di Torquato Tasso (1849-52, di Filippo Gnaccarini) e quello di Alessandro Manzoni (1873).

I busti del Pincio
Fonte: 123RF
Busto di Dante al Pincio

Love (Dante Desire Path) a Villa Borghese

Spostiamoci ora con una brevissima passeggiata fino alla Loggia dei Vini a Villa Borghese per un’esperienza praticamente inedita. Love (Dante Desire Path) di Ross Birrell & David Harding è un’opera d’arte contemporanea site-specific inaugurata appena una settimana fa. La Loggia dei Vini – edificata tra il 1609 e il 1618 per volontà del cardinale Scipione Borghese – è stata infatti riaperta al pubblico il 19 ottobre 2024 e si fregia di LAVINIA, progetto d’arte contemporanea – realizzato da Ghella e a cura di Salvatore Lacagnina – con lo scopo di dialogare con il percorso di restauro della Loggia.

Love (Dante Desire Path) appartiene a questo enorme progetto che omaggia la pittrice seicentesca Lavinia Fontana. Di cosa si tratta e cosa c’entra la letteratura? In breve, Birrell & Harding hanno pavimentato il sentiero spontaneo (creato semplicemente dal passaggio delle persone) che dal cancello di Via dell’Uccelliera porta alla Loggia dei Vini. Se lo percorrete noterete che nei mattoni del percorso potete leggere un brano della Vita nuova di Dante Alighieri, in italiano e in inglese, dove si descrive e commenta l’amore del poeta per Beatrice. Il percorso è lungo appena 100 metri ed è a ingresso libero. 

Dante Desire Path a Villa Borghese
Fonte: Daniele Molajoli
(Love) Dante Desire Path a Villa Borghese

Gli Horti Sallustiani

Con un’altra breve passeggiata raggiungete ora Piazza Sallustio, dove potete scorgere i resti degli Horti Sallustiani. Lo precisiamo subito: ciò che resta della dimora dello storico Sallustio è visitabile solo in occasione di eventi (la struttura è privata), ma dalla strada ammirerete i resti dei famosi Giardini di Sallustio. Un po’ di storia e di contesto: i giardini (in realtà gli horti erano più abitazioni dotate di giardini) appartenevano nel I secolo a.C. al senatore e scrittore Gaio Sallustio Crippa. Erano talmente belli che già all’epoca godevano di una straordinaria fama tra i romani: venivano citati nei libri e persino gli Imperatori (Cesare su tutti) la ammiravano al punto da sostare e risiedere in questi luoghi. 

La storia di Sallustio e della sua bellissima casa sono però legati a vicende losche: Sallustio la acquistò infatti con fondi illecitamente ottenuti durante la sua propretura in Africa Nova. Per questo motivo fu processato e – grazie all’intervento del suo amico Cesare – riuscì a cavarsela solo con una multa molto salata. Dopo questo ennesimo scandalo, tuttavia, fu lo stesso Cesare a obbligarlo alla fine della vita politica e gli Horti divennero il luogo del suo volontario esilio letterario. Sallustio, ricordiamo, è autore del De Catilinae coniuratione e del Bellum Iugurthinum, composte e pubblicate negli anni tra il 43 e il 40 a.C., e delle Historiae, di cui restano numerosi frammenti, iniziate intorno al 39 a.C. e rimaste incompiute.

Horti Sallustiani
Fonte: Grazia Cicciotti
Horti Sallustiani

Antico Caffè Greco

Passeggiando per una ventina di minuti arrivate ora a Piazza di Spagna. La Piazza è un famoso crocevia di turisti e bellezze e la sua storia si lega strettamente anche alla letteratura. Noi siamo qui però per visitare l’Antico Caffè Greco, in via dei Condotti 86. Questo locale si trova qui dal 1760, quando fu fondato da Nicola Della Maddalena: la sua fama e la sua storia si legano tuttavia al fatto che il caffè è sempre stato – e forse sempre sarà – un luogo di ritrovo di intellettuali.

Altra curiosità: nelle sue sale sono esposte circa 300 opere, che lo rendono la più grande galleria d’arte privata aperta al pubblico esistente al mondo. Tuttavia, non è l’arte visiva ad interessarci, ma il fatto che qui sostavano personaggi come Schopenhauer, Hans Christian Andersen, Charles Baudelaire, Vincenzo Cardarelli, Mark Twain, Giuseppe Ungaretti. Ne abbiamo citati solo alcuni, perché gli scrittori passati da qui sono innumerevoli: proprio per questo, nessun amante della letteratura può prescindere da una visita all’Antico Caffè, sfondo di quadri e romanzi e soprattutto luogo di ispirazioni e scambi letterari.

Antico Caffè Greco
Fonte: Grazia Cicciotti
Antico Caffè Greco

Piazza Trilussa

Il nostro itinerario si conclude qui. Da Via dei Condotti vi attende un’altra passeggiata di circa 30 minuti fino a Piazza Trilussa: il nome dovrebbe dirvi già qualcosa. Siamo nel cuore di Trastevere davanti a Ponte Sisto ed è inutile sottolineare che la Piazza sia interamente dedicata al poeta satirico romanesco Carlo Alberto Salustri, meglio noto come Trilussa. Nato nel 1871 a Roma, Trilussa era poeta, scrittore e giornalista noto per le sue composizioni in dialetto romanesco. Nulla è più romano e, nello stesso tempo, letterario di questo luogo: nella piazzetta troverete la fontana dell’Acqua Paola (degli architetti Vasanzio e Giovanni Fontana) costruita quando la piazza si chiamava ancora Ponte Sisto (cambiò nome nel 1952, due anni dopo la morte del poeta).

A noi, in questo frangente, interessa però il monumento dedicato allo scrittore: realizzato da Lorenzo Ferri nel 1954, è composto da un mezzo busto in bronzo che rappresenta Trilussa intento a recitare le sue poesie. Accanto al busto, anche una targa con i versi di All’ombra, firmata ovviamente dallo scrittore.

Mentre me leggo er solito giornale
spaparacchiato all’ombra d’un pajaro
vedo un porco e je dico: – Addio, majale! –
vedo un ciuccio e je dico: – Addio, somaro! –

Forse ‘ste bestie nun me capiranno,
ma provo armeno la soddisfazzione
de poté dì le cose come stanno
senza paura de finì in priggione.

Piazza Trilussa
Fonte: Grazia Cicciotti
Piazza Trilussa

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