Sempio e il Dna sotto le unghie di Chiara Poggi: "Distruzione completa", il verdetto del genetista
"Il materiale analizzato sulle unghie di Chiara Poggi era in buona parte degradato, non era quantificabile perché mischiato con abbondantissimo sangue della vittima e non comparabile. Le linee guida dicono che se viene un primo risultato già dubbio e un secondo tentativo non lo conferma è meglio non avventurarsi in interpretazioni. I risultati erano inattendibili". A parlare è Francesco De Stefano, il genetista che nel 2013 si è occupato dell'omicidio di Garlasco: intervistato dall'agenzia Adnkronos, difende così le sue conclusioni. Il delitto del 13 agosto 2007 torna d'attualità dopo che la Procura di Pavia, sulla base di una consulenza difensiva di Alberto Stasi - condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l'omicidio della fidanzata - e delle valutazioni di un proprio esperto ha indagato Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, ritenendo il suo Dna compatibile con la traccia genetica maschile trovata sulle unghie della vittima. L'idea di una nuova inchiesta nasce

"Il materiale analizzato sulle unghie di Chiara Poggi era in buona parte degradato, non era quantificabile perché mischiato con abbondantissimo sangue della vittima e non comparabile. Le linee guida dicono che se viene un primo risultato già dubbio e un secondo tentativo non lo conferma è meglio non avventurarsi in interpretazioni. I risultati erano inattendibili".
A parlare è Francesco De Stefano, il genetista che nel 2013 si è occupato dell'omicidio di Garlasco: intervistato dall'agenzia Adnkronos, difende così le sue conclusioni. Il delitto del 13 agosto 2007 torna d'attualità dopo che la Procura di Pavia, sulla base di una consulenza difensiva di Alberto Stasi - condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l'omicidio della fidanzata - e delle valutazioni di un proprio esperto ha indagato Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, ritenendo il suo Dna compatibile con la traccia genetica maschile trovata sulle unghie della vittima.
L'idea di una nuova inchiesta nasce anche sulla base del fatto che, gli sviluppi nel campo della genetica, possano dare risposte più certe. "La tecnologia in questo caso non c'entra. Di materiale da analizzare non ce ne è più dal 2013. Se ci fossero stati dei campioni ancora utilizzabili e avessero rifatto le analisi allora uno può dire la tecnologia, ma qui stiamo parlando delle stesse cose di anni fa, si tratta solo di un'interpretazione differente degli stessi risultati" spiega.
De Stefano che svolse l'analisi in un laboratorio accreditato secondo le direttive dell'epoca, ricorda che le sue conclusioni furono condivise. "Non ci sono più tracce da analizzare perché con entrambe le parti coinvolte nel processo, difesa Stasi e consulenti della famiglia Poggi, si è deciso di fare questi tentativi sapendo che avrebbero portato alla distruzione completa del materiale sulle unghie". Il genetista invita anche alla prudenza: "Il Dna indica un contatto, anche avvenuto alcuni giorni prima, non è di per sé un'indicazione di colpevolezza".
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