Sergio Mattarella si sfila: niente Quirinale per Elon Musk, cosa è successo
Elon Musk sembra credere che Sergio Mattarella abbia un ruolo decisivo nella scelta di adottare (o no) il sistema di comunicazione satellitare Starlink. Così, quando sul social network X un utente ha scritto che il capo dello Stato italiano «sta cercando di sabotare un accordo del governo con Starlink per ragioni politiche», il multimiliardario nato a Pretoria, proprietario di Starlink (e di X), gli ha risposto che «sarebbe un onore parlare con il presidente Mattarella». Era l'8 marzo e la vicenda sembrava destinata a non avere seguiti, ma Matteo Salvini ieri ha provveduto a dargliene uno: il leader della Lega e vicepremier è intervenuto per dire che quello tra i due «sarebbe un incontro stimolante». Ribadendo, poi, che «se Starlink connette mezzo mondo, non vedo perché la sinistra debba dire pregiudizialmente di no». È assai difficile, però, che quell'incontro si faccia. Dal Quirinale non è giunto un «no», ma solo perché nessuna risposta è stata data alla richiesta di Musk. Si rispon

Elon Musk sembra credere che Sergio Mattarella abbia un ruolo decisivo nella scelta di adottare (o no) il sistema di comunicazione satellitare Starlink. Così, quando sul social network X un utente ha scritto che il capo dello Stato italiano «sta cercando di sabotare un accordo del governo con Starlink per ragioni politiche», il multimiliardario nato a Pretoria, proprietario di Starlink (e di X), gli ha risposto che «sarebbe un onore parlare con il presidente Mattarella». Era l'8 marzo e la vicenda sembrava destinata a non avere seguiti, ma Matteo Salvini ieri ha provveduto a dargliene uno: il leader della Lega e vicepremier è intervenuto per dire che quello tra i due «sarebbe un incontro stimolante». Ribadendo, poi, che «se Starlink connette mezzo mondo, non vedo perché la sinistra debba dire pregiudizialmente di no».
È assai difficile, però, che quell'incontro si faccia. Dal Quirinale non è giunto un «no», ma solo perché nessuna risposta è stata data alla richiesta di Musk. Si risponde, però, ai giornalisti che chiedono di capire cosa potrebbe accadere adesso. Viene spiegato che l'uscita di Musk è stata accolta con sorpresa, perché non è compito del presidente della repubblica incontrare i fornitori di servizi, bensì degli esponenti del governo. Mattarella, in quanto comandante delle Forze Armate, è attento alla vicenda, ma in questo momento non ci sono processi decisionali in corso, né documenti o analisi da esaminare. Se ci saranno, la questione potrà essere discussa all'interno del Consiglio supremo di difesa, che comunque non è organo decisionale, ma d'indirizzo politico, presieduto dal Capo dello Stato e al quale partecipano il premier e i ministri competenti. Al momento, il Consiglio non è convocato.
Tutto è in mano al governo, dunque.
Dal quale non giungono certezze per il proprietario di Starlink e consigliere di Donald Trump. Tutt'altro. A palazzo Chigi, dove pure Musk ha un'ottima relazione personale con Giorgia Meloni, l'unica cosa che filtra è che «non ci sono novità». Si sa che è terminata l'istruttoria, da cui si è avuta la conferma che oggi non esiste un sistema superiore a Starlink. Ma nulla è stato deciso, tantomeno firmato. Parla però il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. In un'intervista al Foglio, a proposito di Starlink, avverte che «non è che i sistemi alternativi non esistano, anche se meno sviluppati». Ci sono altre strade, insomma. Che magari potrebbero portare alla francese Eutelsat. E alla domanda se siano in corso trattative fra il Viminale e Starlink, Piantedosi replica che non esistono contratti in essere. Ancora più cauta si dimostra Forza Italia. Il cui portavoce, Raffaele Nevi, assicura di non avere alcuna preclusione nei confronti di Musk, ma intanto fa notare che agli azzurri non sono piaciute «affermazioni come quella che gli Stati Uniti dovrebbero uscire dalla Nato». Il partito di Antonio Tajani avverte poi che occorre valutare «costi e benefici, e anche eventuali alternative». E che si può scegliere Musk «solo se garantisce l'interesse nazionale», sceglierlo solo «perché amico di qualcuno sarebbe un grave errore». Non una dichiarazione d'amore, insomma, né di fiducia incondizionata.
Qual è la vostra reazione?






