Shein contro il Parlamento Uk. All’udienza il dragone elude il tema supply chain

Si complica ancora la marcia di Shein verso l’Ipo sul London Stock Exchange. Pochi giorni fa il dragone dell’ultra fast fashion ha affrontato pubblicamente un’udienza voluta dal Parlamento britannico e finalizzata a indagare l’eticità della sua supply chain, motivo che più di tutti sta facendo posticipare la sua quotazione, secondo Reuters attualmente attesa per la […]

Shein contro il Parlamento Uk. All’udienza il dragone elude il tema supply chain
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Si complica ancora la marcia di Shein verso l’Ipo sul London Stock Exchange. Pochi giorni fa il dragone dell’ultra fast fashion ha affrontato pubblicamente un’udienza voluta dal Parlamento britannico e finalizzata a indagare l’eticità della sua supply chain, motivo che più di tutti sta facendo posticipare la sua quotazione, secondo Reuters attualmente attesa per la metà del 2025.

Il colloquio con l’istituzione britannica, tuttavia, non ha avuto un esito positivo: dopo una serie di “no comment” in merito alle aree e modalità di approvvigionamento della società cinese, in particolare sul controverso cotone dello Xinjiang, avrebbe portato il presidente del business and trade committee, Liam Byrne, a rispondere, riporta ancora l’agenzia di stampa: “Non dichiarate nulla dunque è difficile darvi fiducia sulla vostra integrità al riguardo”.

Il consulente legale di Temu invece, Stephen Heary, anch’esso presente all’audizione che ha visto protagonisti i due competitor esponenti della moda low cost, avrebbe fornito risposte meno elusive: “Non consentiamo ai venditori  dello Xinjiang di vendere sulla nostra piattaforma”. Un’affermazione univoca e non priva di complessità, se si pensa al polverone che aveva interessato Uniqlo alla fine del 2024, quando subì polemiche e boicottaggi da parte di consumatori e autorità cinesi dopo aver dichiarato di non rifornirsi nell’area incriminata.

Anche in merito all’evoluzione dell’Ipo, non ha commentato. L’operazione, per l’azienda aveva già depositato la documentazione lo scorso anno, sarebbe ancora in attesa delle approvazioni normative sia da parte delle autorità britanniche sia cinesi.

Lo scorso anno Shein era stata valutata 66 miliardi di dollari (circa 62 miliardi di euro). Una quotazione del 10% a tale valutazione, aveva osservato Bloomberg, farebbe sì che l’Ipo arrivasse a quota 6,6 miliardi. Si pensi che la più grande Ipo del 2024 è stata quella di Puig, da 2,9 miliardi di dollari.

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