Sicilia a secco. Manifestanti gridano "Acqua" di fronte alla regione

AGI - Protesta e sit-in davanti alla Regione siciliana, in piazza Indipendenza, a Palermo, organizzati dai Comitati contro la crisi idrica di Agrigento, Caltanissetta ed Enna. Al loro fianco anche il sindaco ennese Maurizio Dipietro. Gridano "Acqua, acqua", come naufraghi, superstiti della grande sete che comprime drasticamente la qualità della vita e appassisce paesaggi, sempre più devastati. Contestano i turni estenuati di distribuzione, con black-out idrici di sei giorni. "Siamo costretti a vegliare di notte per attendere l'arrivo dell'acqua", dicono alcuni.   "Chiediamo che si accorcino queste interruzioni, non ce la facciamo più", affermano stanchi. Tra siccità, inefficienze del servizio e vetustà degli impianti e delle condutture colabrodo, intere province sono quasi alla resa. Fra i manifestanti ci sono anche le donne del Comitato Mamme di Caltanissetta che per giorni hanno bloccato la città allo scopo di ottenere "condizioni di vita più dignitose", perché "senza acqua non si

Sicilia a secco. Manifestanti gridano "Acqua" di fronte alla regione

AGI - Protesta e sit-in davanti alla Regione siciliana, in piazza Indipendenza, a Palermo, organizzati dai Comitati contro la crisi idrica di Agrigento, Caltanissetta ed Enna. Al loro fianco anche il sindaco ennese Maurizio Dipietro. Gridano "Acqua, acqua", come naufraghi, superstiti della grande sete che comprime drasticamente la qualità della vita e appassisce paesaggi, sempre più devastati. Contestano i turni estenuati di distribuzione, con black-out idrici di sei giorni. "Siamo costretti a vegliare di notte per attendere l'arrivo dell'acqua", dicono alcuni.

 

"Chiediamo che si accorcino queste interruzioni, non ce la facciamo più", affermano stanchi. Tra siccità, inefficienze del servizio e vetustà degli impianti e delle condutture colabrodo, intere province sono quasi alla resa. Fra i manifestanti ci sono anche le donne del Comitato Mamme di Caltanissetta che per giorni hanno bloccato la città allo scopo di ottenere "condizioni di vita più dignitose", perché "senza acqua non si vive".

 

Per l'acqua, "un bene primario - denunciano - paghiamo un caro prezzo, anche per la depurazione, e siamo costretti a subire ingiustizie, a comprare l'acqua per cucinare e per lavarci". "Vogliamo l'acqua equa per tutti", si legge in alcuni lenzuoli bianchi, sgualciti come i volti stremati di chi in piazza reclama un diritto elementare, essenziale per vivere. 

 

 Intanto, Siciliacque comunica che a partire dalle ore 6 di venerdì prossimo sarà interrotto l'esercizio dell'acquedotto Ancipa basso per eseguire la ricollocazione del sistema di presa galleggiante in una zona dell'invaso a maggiore pescaggio. La distribuzione programmata in calendario nei comuni di Caltanissetta e San Cataldo non potrà essere effettuata. Siciliacque ha sospeso la distribuzione anche ai serbatoi Montelungo e Caposoprano, nel comune di Gela, a causa di un guasto lungo l'adduttore denominato San Leo. 

 

Pd, nessuna programmazione in Sicilia

 "Non c'è visione e non c'è programmazione da parte del governo guidato da Schifani. Un punto su tutti colpisce e fa riflettere: l'intero settore che riguarda questo ambito è sotto commissariamento: dalla depurazione, ai dissalatori, dai consorzi di bonifica al dissesto idrogeologico. In alcuni casi si tratta di commissariamenti che hanno prodotto scarsi risultati oppure che non sono serviti a nulla". Così il segretario del Pd siciliano, Anthony Barbagallo, nel corso di una conferenza stampa all'Assemblea regionale siciliana alla quale hanno preso parte anche il capogruppo Pd all'Ars, Michele Catanzaro, e i deputati Dem, Renzo Bufalino, sindaco di Montedoro e segretario della federazione provinciale del Pd di Caltanissetta, una delle province più colpite dal fenomeno, e Franco Piro, responsabile del dipartimento regionale Economia del Pd Sicilia che ha realizzato un dossier su analisi e proposte per la scarsità di acqua nell'Isola.

 

Secondo il Pd occorre portare avanti e in tempi rapidi "politiche di modernizzazione fisica dei sistemi irrigui (tubazioni, sistemi diprelievo elettronici - acquacard - sistemi di irrigazione a goccia) esistenti, spesso ad efficienza molto bassa. E risulta evidente che sono necessari forti investimenti, buona parte dei quali concentrati in tempi ravvicinati, se si vuole dare realmente una svolta alla situazione delle risorse idriche nella regione".

 

Qui emergerebbe "la contraddizione che è caratteristica della Regione siciliana". Ci sono risorse, anche notevoli, da tempo stanziate "che ristagnano così come gli interventi e le opere che hanno finanziato". Dall'altro lato il fabbisogno finanziario espresso dalle Ati e non solo, è imponente - più di 8 miliardi di euro in un periodo non lungo - e la sua copertura "non è assicurata. Non si può non pensare - conclude Barbagallo - ai 15 miliardi di euro che il governo nazionale (con l'avallo e con parte delle risorse del governo regionale) ha deciso di buttare nell'avventura del Ponte sullo Stretto e di quanto queste risorse potrebbero far comodo ai cittadini e alle imprese siciliane".

 

 

 

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