Sorpresa! Pensioni al sicuro, per ora. Il report sulla spesa previdenziale

A qualcuno potranno fischiare le orecchie ma, sì, il sistema previdenziale italiano sta ancora in piedi sulle sue gambe. Certo, figli se ne fanno sempre meno e la miriade di contratti a disposizione di chi entra nel mondo del lavoro non sempre garantisce una giusta contribuzione. Eppure, prima di gridare allo scatafascio, bisogna guardare i numeri. Per esempio quelli del Centro studi Itinerari Previdenziali presieduto da Alberto Brambilla, che ieri ha presentato il suo annuale rapporto, giunto alla dodicesima edizione, su pensioni e welfare. Ebbene, grazie a un'occupazione in ripresa, benché distante dai livelli europei, migliora il rapporto attivi/pensionati, fondamentale indicatore di tenuta della previdenza italiana: nel 2023 si è attestato a quota 1,4636, miglior valore della serie storica tracciata dallo stesso rapporto. Se si considera il fatto che la soglia della semi-sicurezza dell'1,5 è a un soffio, nel complesso, il sistema regge e continuerà a farlo. Ma a un patto: compiere,

Sorpresa! Pensioni al sicuro, per ora. Il report sulla spesa previdenziale

A qualcuno potranno fischiare le orecchie ma, sì, il sistema previdenziale italiano sta ancora in piedi sulle sue gambe. Certo, figli se ne fanno sempre meno e la miriade di contratti a disposizione di chi entra nel mondo del lavoro non sempre garantisce una giusta contribuzione. Eppure, prima di gridare allo scatafascio, bisogna guardare i numeri. Per esempio quelli del Centro studi Itinerari Previdenziali presieduto da Alberto Brambilla, che ieri ha presentato il suo annuale rapporto, giunto alla dodicesima edizione, su pensioni e welfare. Ebbene, grazie a un'occupazione in ripresa, benché distante dai livelli europei, migliora il rapporto attivi/pensionati, fondamentale indicatore di tenuta della previdenza italiana: nel 2023 si è attestato a quota 1,4636, miglior valore della serie storica tracciata dallo stesso rapporto. Se si considera il fatto che la soglia della semi-sicurezza dell'1,5 è a un soffio, nel complesso, il sistema regge e continuerà a farlo. Ma a un patto: compiere, in un Paese che invecchia, scelte più oculate su politiche attive per il lavoro, anticipi ed età di pensionamento.

Nel dettaglio, il documento rileva un aumento di 98.743 pensionati rispetto al 2022 (+0,61% in termini di variazione percentuale), con gli uomini che salgono di 68.963 unità e le donne pensionate che incrementano invece il loro numero, nel confronto con la precedente rilevazione, di 29.780 unità. A ogni modo, degli oltre 16 milioni di pensionati italiani il 51,6% è rappresentato da donne, tra l'altro destinatarie dell'85,8% del totale delle pensioni di reversibilità (con quote della pensione diretta del dante causa variabili tra il 60% e il 30%, in base al reddito del superstite). «Volendo trarre qualche conclusione, malgrado i molti catastrofisti che parlano di un sistema insostenibile all'interno dell'attuale quadro demografico, i conti della nostra previdenza reggono, e dovrebbero farlo anche tra 10-15 anni, nel 2035/40, quando la maggior parte dei baby boomer nati dal dopoguerra al 1980 si saranno pensionati», ha chiarito Brambilla.

Tuttavia, «occorrerà un'applicazione puntuale dei due stabilizzatori automatici già previsti dal nostro sistema, vale a dire adeguamento dei requisiti di età anagrafica e dei coefficienti di trasformazione all'aspettativa di vita, limitando da una parte le numerose forme di anticipazione oggi previste dall'ordinamento, e, dall'altra, premiando in termini di flessibilità i nastri contributivi più lunghi». Attenzione però, c'è il rovescio della medaglia, che risponde al nome di assistenza. Mentre infatti la spesa per prestazioni previdenziali, che vale il 12,55% del Pil, resta stabile (valore in linea con la media europea), il capitolo assistenza, gonfiato con la pandemia da bonus e sussidi, continua a gravare fortemente sul bilancio del nostro welfare: sono 164 i miliardi a carico della fiscalità generale nel 2023, con una spesa che dal 2008 a oggi è cresciuta 3 volte più rapidamente di quella per pensioni.

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