Stellantis - Tavares: "Anticipiamo la 500 ibrida a Mirafiori e non vendiamo Maserati"

L'attesa audizione di Carlos Tavares alla X Commissione Attività produttive della Camera e alla IX Commissione Industria del Senato, riunite nella Sala del Mappamondo di Montecitorio, non ha disatteso le aspettative. Deputati e senatori di tutti gli schieramenti hanno letteralmente subissato l'amministratore delegato di Stellantis di domande, critiche e anche accuse. Il manager portoghese non si è però scomposto, rispondendo punto per punto e rigettando molti dei dubbi sollevati dai parlamentari, anche se non è riuscito a convincere del tutto i presenti. Del resto, Tavares non ha fatto altro che ribadire quanto va dicendo da tempo, in particolare sulle conseguenze della transizione. Non manca, comunque, una novità di prodotto, ossia l'arrivo della Fiat 500 ibrida a Mirafiori anticipato dal 2026 al 2025, e l'ennesima smentita alle voci sulla vendita della Maserati: "Non abbiamo alcuna intenzione di vendere il brand", ha assicurato il top manager.Il 2025 non si tocca. L'audizione di Tava

Stellantis - Tavares: "Anticipiamo la 500 ibrida a Mirafiori e non vendiamo Maserati"

L'attesa audizione di Carlos Tavares alla X Commissione Attività produttive della Camera e alla IX Commissione Industria del Senato, riunite nella Sala del Mappamondo di Montecitorio, non ha disatteso le aspettative. Deputati e senatori di tutti gli schieramenti hanno letteralmente subissato l'amministratore delegato di Stellantis di domande, critiche e anche accuse. Il manager portoghese non si è però scomposto, rispondendo punto per punto e rigettando molti dei dubbi sollevati dai parlamentari, anche se non è riuscito a convincere del tutto i presenti. Del resto, Tavares non ha fatto altro che ribadire quanto va dicendo da tempo, in particolare sulle conseguenze della transizione. Non manca, comunque, una novità di prodotto, ossia l'arrivo della Fiat 500 ibrida a Mirafiori anticipato dal 2026 al 2025, e l'ennesima smentita alle voci sulla vendita della Maserati: "Non abbiamo alcuna intenzione di vendere il brand", ha assicurato il top manager.

Il 2025 non si tocca. L'audizione di Tavares è iniziata con un lungo discorso introduttivo dello stesso ad, che ha puntato l'attenzione sulla transizione e gli effetti dell'introduzione delle nuove normative per la riduzione delle emissioni. "Stellantis è pronta", ha affermato il manager, non senza chiedere ai parlamentari "stabilità dei regolamenti. Considerando la scadenza del 2025", ha detto Tavares rivolgendosi ai politici, "vi chiediamo di garantire stabilità su quello che avete già deciso. La strategia scelta dall'Ue non è la migliore dal punto di vista dell'impatto sul pianeta e sulla società, ma ora possiamo solo dare il nostro contributo per raggiungere quegli obiettivi. Da un punto di vista etico dobbiamo fare del nostro meglio e invece di litigare sui regolamenti, forse sarebbe meglio metterci al lavoro tutti insieme".

Elettrico costoso, servono incentivi. Tavares ha poi ricordato il differenziale di costo tra le auto elettriche e le termiche, pari al 40%, evidenziando come questo gap stia "creando tensioni insopportabili" sull'intero sistema automobilistico. "Voi, leader politici, dovete spiegarmi come faccio a gestire gli attriti e le conseguenze derivanti dal fatto che devo aumentare del 40% i miei costi", ha proseguito l'ad. I cinesi, di contro, hanno un vantaggio del 30%, fattore che "aumenta le pressioni" e rappresenta un ulteriore "shock" per un settore alle prese con una "situazione estremamente difficile". Una delle soluzioni per affrontare un contesto operativo del genere è rappresentata dall'innovazione, ma non basta. Per Tavares, infatti, i politici devono "aiutare i consumatori" anche con sussidi "notevoli" per sostenere la domanda e garantire "l'accessibilità economica delle auto per la classe media". Le aziende, dal canto loro, possono agire solo "accelerando la riduzione dei costi". Secondo Tavares, su questo fronte l'Italia rischia di ritrovarsi in una posizione deficitaria rispetto ad altri Paesi come la Spagna, a causa di "un costo dell'energia molto elevato". 

Assegnazioni "assicurate fino al 2033". In ogni caso, Tavares ha detto che la rete produttiva italiana avrà assegnazioni "assicurate anche fino al 2033", anche se molto dipenderà dalla "velocità di assorbimento" del differenziale di costo tra Bev ed endotermiche. Alla "rabbia e al livore" espressi da alcuni parlamentari durante la sessione di domande, il manager ha risposto così: "La situazione è molto difficile, ma vorrei che capiste che i regolamenti non li ha decisi Stellantis. Non abbiamo deciso noi, ci sono stati imposti. Anche a me non piace questa situazione, ma quando si ha un problema dobbiamo lavorare per risolverlo". Tra le possibili soluzioni c'è la ricerca di "un diverso ritmo del processo di elettrificazione", anche grazie a un'ampia flessbilità nella produzione dei powertrain. E questo spiega la decisione di anticipare l'arrivo a Mirafiori della nuova 500 ibrida: "Abbiamo lavorato per ridurre i tempi di sviluppo e portare il modello sulle linee alla fine del 2025 e non nel 2026", ha puntualizzato Tavares, secondo cui l'elettrico è "la migliore soluzione solo se garantisce l'uso di fonti rinnovabili e una decarbonizzazione a 360 gradi". Infine, l'annosa questione del milione di auto da  produrre in Italia, tanto cara al governo: "Io non parlo di vendite, ma di clienti. Se avessimo un milione di clienti, allora produrremmo un milione di veicoli. Ecco perché bisogna sostenere la domanda. Io non chiedo soldi per me, ma per i consumatori e perché possano acquistare quei veicoli".

Termoli, Maserati e le fabbriche italiane. Ovvio un passaggio sulla gigafactory di Termoli ("è nei nostri piani, ma dobbiamo adattarci all'andamento della domanda"), così come su Maserati: "Stellantis non ha alcuna intenzione di venderla. Non è vero che non ci sono prodotti: abbiamo Grecale, GranTurismo, GranCabrio e MC20. Certo, dobbiamo risolvere problemi di marketing, soprattutto in Cina, ma ora abbiamo un nuovo responsabile". Tavares, che ha respinto con forza le critiche di non volere sostenere una revisione delle politiche europee ("Se cambiamo adesso, rallenteremo il processo di lotta ai cambiamenti climatici"), ha anche chiesto ai politici di "smetterla di dire falsità" sul gruppo, per esempio, su un'influenza francese per "mettere l'Italia all'angolo", sull'assenza di un piano industriale o sul disimpegno nella ricerca e sviluppo. "Vi chiedo solo di verificare i fatti", ha avvertito Tavares, rimarcando che il gruppo "non intende abbandonare l'Italia: non abbiamo alcuna intenzione di perdere la nostra leadership. Per questo vogliamo mantenere i nostri impianti, non venderli ai cinesi: gli stabilimenti ci servono per sostenere la nostra leadership, ci rendono competitivi in Europa e noi non intendiamo indebolire la nostra posizione in Italia".

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