Storage dati: l'antica scrittura cuneiforme quadruplica la densità di archiviazione
Una nuova tecnologia australiana quadruplica la densità di archiviazione usando minuscole indentazioni su polimeri.
La saggezza degli antichi è spesso principio ispiratore per tecniche moderne, come quelle di storage dati di cui vogliamo parlarvi oggi. Un team di ricercatori dell'Università Flinders in Australia ha sviluppato quello che senza dubbio possiamo definire come un innovativo sistema di archiviazione dati che trae ispirazione dall'antica scrittura cuneiforme. Parlare di innovazione in riferimento a questa questa millenaria tecnica potrebbe sembrare antitetico, ma a quanto pare sono riusciti a riesumarla nel ventunesimo secolo con risultati sorprendenti.
Il progetto, guidato dalla dottoranda Abigail Mann, si basa su un principio apparentemente semplice ma tecnologicamente sofisticato: la creazione di microscopiche indentazioni su una pellicola polimerica speciale, composta da zolfo e dicidlopentadiene. Questa tecnica rappresenta un notevole passo avanti rispetto ai tradizionali sistemi di archiviazione binaria.
La vera peculiarità di questa tecnologia risiede nella precisione con cui è possibile controllare la profondità delle indentazioni. Mentre i sistemi binari tradizionali si basano sulla presenza o assenza di un segno (1 o 0), questo nuovo approccio introduce un sistema ternario che sfrutta tre diversi stati. L'assenza di indentazione rappresenta lo 0, un'indentazione tra 0,3 e 1,0 nanometri corrisponde a 1, mentre una più profonda, tra 1,5 e 2,5 nanometri, indica 2.
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