Su 4R di dicembre - Nell'occhio del ciclone tedesco
Zwickau, periferia dell'impero. L'impero Volkswagen, s'intende. Il confine con la Repubblica ceca non è molto distante e nei borghi attorno all'impianto che sforna ID.3, ID.4, ID.5, Audi Q4 e Cupra Born l'aria che si respira è ancora quella dell'ex Germania Est. La fabbrica è stata riconvertita all'assemblaggio di vetture elettriche quattro anni fa e da allora propagandata dalla Casa come un fiore all'occhiello del suo apparato produttivo. Dovrebbe essere tra gli stabilimenti più al sicuro dalle nubi nere che si addensano sul produttore della Golf, che minaccia riduzioni dei salari, tagli di posti di lavoro, delocalizzazione e chiusura di stabilimenti. I dipendenti che entrano ed escono dai suoi cancelli, in realtà, non sono affatto tranquilli.A rischio perché le elettriche non decollano. Quattroruote ha parlato con diversi di loro, legittimamente preoccupati per il calo nelle vendite dei modelli che costruiscono. I miei amici e parenti non si fidano delle Bev, temono soprattutto la sv
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Zwickau, periferia dell'impero. L'impero Volkswagen, s'intende. Il confine con la Repubblica ceca non è molto distante e nei borghi attorno all'impianto che sforna ID.3, ID.4, ID.5, Audi Q4 e Cupra Born l'aria che si respira è ancora quella dell'ex Germania Est. La fabbrica è stata riconvertita all'assemblaggio di vetture elettriche quattro anni fa e da allora propagandata dalla Casa come un fiore all'occhiello del suo apparato produttivo. Dovrebbe essere tra gli stabilimenti più al sicuro dalle nubi nere che si addensano sul produttore della Golf, che minaccia riduzioni dei salari, tagli di posti di lavoro, delocalizzazione e chiusura di stabilimenti. I dipendenti che entrano ed escono dai suoi cancelli, in realtà, non sono affatto tranquilli.
A rischio perché le elettriche non decollano. Quattroruote ha parlato con diversi di loro, legittimamente preoccupati per il calo nelle vendite dei modelli che costruiscono. I miei amici e parenti non si fidano delle Bev, temono soprattutto la svalutazione, dice Jacqueline, addetta agli chassis. All'Est l'elettrico non prende piede. Costano troppo le macchine e costa troppo il rifornimento di energia, quanto un pieno di carburante, con il quale però si fa almeno il doppio della strada, le fa eco un rivenditore autorizzato. Nessun impianto è al sicuro, dice un altro dipendente.
Lo smarrimento di chi è cresciuto all'ombra delle ciminiere. A Wolfsburg, che invece sta nel cuore dell'impero, le nubi non sono meno fosche e così l'umore della gente. Qui la città stessa è stata edificata attorno e al servizio della fabbrica, con le sue imponenti ciminiere di mattoni rossi. E ora c'è un senso di smarrimento. La chiusura di impianti sul suolo nazionale era sempre stato un tabù per la Volkswagen. Siamo andati in Germania per raccontare in presa diretta il più grande terremoto che l'automotive tedesco abbia attraversato dai tempi del secondo conflitto mondiale. Lo trovate nel servizio La notte di Wolfsburg su Quattroruote di dicembre 2024.
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