Suze Rotolo nel biopic su Bob Dylan c'è ma con un altro nome. Chi è la donna sulla copertina dell'album The Freewheelin'
Suze Rotolo è Sylvie Russo nel film A complete unknown: chi è...
Suze Rotolo è Sylvie Russo nel film A complete unknown: chi è la donna che posa con Bob Dylan sulla copertina dell'album The Freewheelin' e perché, nel biopic, ha un altro nome
Interpretata da Elle Fanning in A complete unknown, al cinema, i fan di Bob Dylan ricollegano subito Sylvie Russo a Suze Rotolo. E non è un caso che condividano le medesime iniziali. La richiesta che il vero nome dell'ex fidanzata non fosse utilizzato nel biopic, è stata fatta dello stesso Bob Dylan al regista, James Mangold. Al giornale Rolling Stone, Mangold aveva infatti dichiarato essere «l'unico personaggio nell'entourage del cantante a non essere una celebrità. Le ho voluto regalare quella certa sensazione di persona vera che mai rincorrere la fama».
Come si conoscono e i primi anni
Si incontrano nel luglio 1961, nella chiesa di Riverside, a Manhattan. Bob Dylan si è appena esibito con la sua primissima musica folk e, tra il pubblico, c'è Suzanne Elizabeth Rotolo, detta Suze. Si piacciono da subito. «Non potevo toglierle gli occhi di dosso. Era la cosa più erotica che avessi mai visto, aveva la pelle chiara e i capelli dorati, e un puro sangue italiano», scrive Dylan nella sua autobiografia Chronicles: Volume 1. Lei resta invece folgorata del suo modo di fare scontroso.
Ad accomunarli ci sono le origini: entrambi figli di immigrati, Bob ha nonni ebrei lituani e russi mentre Suze proviene da una famiglia italiana - papà Joachim, illustratore, e Mary Teresa Pezzati, giornalista - da cui eredita il forte senso di attivismo politico che la portano a entrare, insieme alla sorella Carla, nel giro di manifestanti del Greenwich Village. Una partecipazione che invoglia anche il cantante, a tal punto che molte persone sono convinte che sia lei a influenzare i testi di lui, tra cui Blowin' In The Wind. «Ci siamo spronati a vicenda. I suoi interessi sono stati filtrati attraverso di me e i miei attraverso di lui. Aveva un'incredibile capacità di vedere e assorbire», racconta Rotolo a Robbie Woliver, autore del libro Greenwich Village.
La famiglia di lei contraria alla relazione e gli anni a Perugia
La loro relazione va talmente bene che decidono di andare a convivere, nello stesso anno, sulla West 4th Street. Lui registra e lei lavora presso il Congress for Racial Equality, senza rinunciare alla passione per i dibattiti letterari e la pittura. Ma la famiglia di lei non è d'accordo, a tal punto che la madre decide di mandarla a studiare, nel 1962, a Perugia.
Come racconta la biografia Bob Dylan: A biography di Anthony Scaduto, «dopo otto giorni di viaggio in nave e una volta arrivata, Suze trovò un telegramma di Dylan che la implorava di tornare a casa. Pianse per ore ma lei decise di restare in Italia: ricevette molte altre lettere, alle quali seguirono sempre meno risposte. Fu in quel periodo che lui compose canzoni per l'album Bob Dylan, come Don’t Think Twice, It’s Alright, e Boots of Spanish Leather e che, invitato a Londra per registrare un programma della BBC, colse l’occasione per andare a cercarla a Perugia. Arrivato in Umbria scoprì che lei era ripartita da due giorni per New York, rimase qualche giorno a Roma, poi volò a Londra e in Italia non sarebbe tornato per 22 anni». Pochi mesi dopo, nel 1963, una volta tornata a New York, riprende la relazione con il cantante e, a incoronarne l'amore, c'è una copertina iconica.
La foto sull'album
Nel biopic, come nella realtà, Suze/Sylvie posa sorridente, guardando in camera e tenendosi stretta a Bob Dylan, sulla copertina dell'album The Freewhelin'. Una foto - la più famosa della coppia - che è più di una foto; è emblema degli anni '60, simbolo di quella generazione che ha fatto della musica folk un forte strumento di impegno politico. «Lui indossava un giacchetto leggero, perché l’immagine era tutto - racconta, nel 2008, Suze al New York Times - Ma il nostro appartamento era sempre freddo e io avevo addosso due felpe e un cappotto. Mi sentivo una salsiccia».
Gli ultimi anni e la fine della relazione
Nonostante il loro amore, e ai tempi della creazione dell'album The Freewhelin', Bob Dylan vive in contemporanea una relazione con la famosa collega Joan Baez. Un menage a trois che segna Suze: lei resta incinta ma sceglie di abortire e di andare a vivere dalla sorella. Nel 1964 si riavvicinano ma il rapporto è ormai concluso. L'ultima loro notte viene raccontata dal cantante nella canzone Ballad in Plain D, di cui poi si pentirà. Suze Rotolo sposa, nel 1970, Enzo Bartoccioli, conosciuto a Perugia, e nel 1980 diventa mamma di Luca. Nel 2005 viene intervistata da Martin Scorsese per il documentario No Direction Home e, nel 2008, scrive il suo libro di memorie, Girl from the East Country (Ok, Queens). Muore nel 2011, a 67 anni, per un tumore ai polmoni. Bob Dylan parla di lei per l'ultima volta in una biografia del 2004.
Le differenze tra la storia vera e il biopic A complete unknown
L'incontro tra Suze e Bob, nel 1961, è leggermente romanzato: nel film iniziano a flirtare seduti in chiesa ma nella realtà, a presentarli, è la sorella di lei, Carla, che lavora nella comunità come assistente dell'etnomusicologo Alan Lomax. Nella vita vera vedono insieme i cortometraggi Pull My Daisy e Shoot the Piano Player, entrambi di François Truffaut, che affascinarono molto Dylan. Nel biopic il regista sceglie invece di portarli al cinema dove proiettano Now, Voyager, dove Bette Davis dice l'iconica frase Oh, Jerry, non andiamo a chiedere la luna. Abbiamo le stelle. Frase che chiude, sempre nel film, la loro relazione, affrontando la separazione attraverso un recinto di catene. Infine manca il periodo di lei a Perugia; Sylvie parte semplicemente per un viaggio di lavoro.
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