Tax free shopping, la spesa dei consumatori cinesi in Italia è in aumento

Nel 2024 il tax free a livello mondiale ha sperimentato un recupero importante per l’Europa e soprattutto per l’area Asia-Pacific. È quanto è emerge dalla ricerca di Global Blue  presentata durante il primo Forum China organizzato a Milano insieme a Italy China Council Foundation e Intarget. Secondo l’analisi, l’Asia ha sovraperformato con una spesa quasi […]

Tax free shopping, la spesa dei consumatori cinesi in Italia è in aumento
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Nel 2024 il tax free a livello mondiale ha sperimentato un recupero importante per l’Europa e soprattutto per l’area Asia-Pacific. È quanto è emerge dalla ricerca di Global Blue  presentata durante il primo Forum China organizzato a Milano insieme a Italy China Council Foundation e Intarget. Secondo l’analisi, l’Asia ha sovraperformato con una spesa quasi raddoppiata a +194% rispetto al 2019 con un aumento dello scontrino medio del 30% e l’Europa ha raggiunto un 135 per cento della spesa pre Covid. 

Tra le principali nazionalità, oltre agli americani che continuano a mantenere tassi di crescita importanti sul 2019 e oltre all’importanza chiave del mondo arabo, i cinesi si confermano tra i principali player di questo settore, sebbene il loro andamento sia ancora ambivalente.  L’Europa, infatti, è ancora lontana dal full recovery (60%) con l’Italia che registra un tasso di recupero della spesa rispetto al 2019 ancora più basso, pari al 58 per cento. Ciononostante, tre indicatori rendono il nostro Paese una destinazione chiave per gli shopper cinesi. Infatti, l’Italia è: il primo paese in Europa per contribuzione totale della loro spesa (23%); il secondo per spesa media per shopper più alta (3.520 euro), dopo solo quella registrata in Svizzera; uno dei paesi con il recovery della capacità aerea1 più elevato (138% vs 85% a livello europeo).

Inoltre, i top spender cinesi, ovvero quella fetta di consumatori con una spesa media per shopper superiore ai 20mila euro annui, pur rappresentando appena il 3% del totale, contribuiscono per il 35% della spesa cinese tax free in Italia. L’analisi sottolinea, inoltre, come gli UHNWI shopper (con una spesa superiore ai 70mila euro annui) registrano il recovery della spesa più elevato (71%), divenendo il segmento più determinante nella strada verso il recupero dei livelli del 2019. In evoluzione anche le abitudini di acquisto da parte dei turisti cinesi che, in generale, acquistano meno brand rispetto al 2019, con il 60% della spesa concentrata su 10 marchi e predilogono il lusso, dove su concentra il 90% del valore degli acquisti. Tuttavia, hanno allargato la tipologia di acquisti estendendola anche al premium. Inoltre, quando comprano in Italia, il 24% della loro spesa si concentra su prodotti italiani, contro il 10% di quando comprano all’estero. Tra i prodotti più ricercati, soprattutto accessori e borse, il cui tasso di recupero sul 2019 arriva al 72 per cento.

Sul fronte delle aspettative per il 2025, il ritorno degli shopper cinesi è destinato ad accelerare con l’aumento del traffico turistico. Rispetto al terzo trimestre 2024, a novembre i cinesi hanno manifestano un maggiore desiderio di viaggiare all’estero nei successivi tre mesi e di pernottare per più notti. Secondo l’analisi, dovrebbe aumentare anche il tasso di recovery dei passeggeri di almeno 18 punti percentuali, arrivando nel Q1 2025 ad eguagliare i livelli del 2019. Per il recupero totale, tuttavia, bisognerà aspettare il ritorno dei tour group, che attualmente registrano un recovery di circa il 45% rispetto al pre-pandemia, a causa di alcune limitazioni sui visti e agli alti costi da sostenere per il viaggio. Una crescita nel recovery dei gruppi è attesa verso il secondo trimestre 2025 e la successiva stagione estiva.

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