Terzo giorno di attacchi DDoS contro i siti italiani da parte di hacker filorussi
Colpiti soprattutto istituti finanziari e aziende che lavorano nel settore degli armamenti.
Per il terzo giorno di seguito continua la campagna di attacchi DDoS (Distributed Denial of Service) da parte degli hacker filorussi identificati con il nome NoName057(16) ai danni delle infrastrutture italiane. Il gruppo inquadra gli attacchi come una ritorsione per le parole di Mattarella di qualche giorno fa sui metodi del governo di Putin. Questa volta tra i bersagli ci sono soprattutto istituti finanziari e aziende l'ANSA cita Mediobanca, Nexi e diverse aziende che lavorano nel settore degli armamenti, tra cui Benelli (armi da fuoco), Fiocchi (munizioni), e Franchi (armi da fuoco); c'è infine Danieli, che lavora nel settore siderurgico.
Come già visto negli scorsi giorni, gli inconvenienti sono per ora moderati: alcuni dei siti citati stanno facendo fatica a rispondere ma pare che tutto rimanga per lo più online. Come sempre sono state dispiegate le solite contromisure per contrastare attacchi di questo tipo. Ricordiamo che un DDoS consiste sostanzialmente nel coordinare tra molteplici dispositivi in tutto il mondo (generalmente infettati all'insaputa dei rispettivi proprietari con appositi malware) un invio massiccio di richieste a un singolo bersaglio, con l'obiettivo di saturarne la banda, rallentarlo ed eventualmente mandarlo offline.
NoName057(16) è un gruppo che esiste dal 2022 circa e rientra nella categoria dei cosiddetti "hacktivisti", che sono gli hacker che usano le loro conoscenze e tecniche per promuovere un messaggio politico e/o sociale. Chi ha visto la serie Mr. Robot potrebbe avere un'idea un po' più precisa, per quanto naturalmente molto romanzata, delle connotazioni di questo tipo di hacker. È chiaro che l'hacktivismo di per sé non è illegale, ma può diventarlo in base alle azioni compiute da chi lo pratica.
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