Titoli di Stato fuori dall'Isee 2025: ecco cosa cambia

lentepubblica.it Il governo ha dato il via libera al decreto che introduce una modifica importante nella determinazione dell’Isee 2025: grazie al nuovo provvedimento, gli investimenti in titoli di Stato e postali fino a un massimo di 50.000 euro saranno esclusi dal calcolo dell’Isee. L’Inps provvederà ad aggiornare le modalità di elaborazione delle attestazioni non appena il […] The post Titoli di Stato fuori dall'Isee 2025: ecco cosa cambia appeared first on lentepubblica.it.

Titoli di Stato fuori dall'Isee 2025: ecco cosa cambia

lentepubblica.it

Il governo ha dato il via libera al decreto che introduce una modifica importante nella determinazione dell’Isee 2025: grazie al nuovo provvedimento, gli investimenti in titoli di Stato e postali fino a un massimo di 50.000 euro saranno esclusi dal calcolo dell’Isee.


L’Inps provvederà ad aggiornare le modalità di elaborazione delle attestazioni non appena il decreto sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale e quindi formalmente in vigore.

Tuttavia, l’istituto non modificherà automaticamente gli Isee già emessi. Chi desidera beneficiare delle nuove disposizioni dovrà presentare una nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu). Per chi si affida ai Centri di Assistenza Fiscale (Caf), questa operazione comporterà un costo, variabile tra 15 e 25 euro. Infatti, mentre il primo rilascio dell’Isee è gratuito, le richieste successive sono a pagamento, salvo eventuali agevolazioni per gli iscritti, che possono beneficiare di tariffe ridotte intorno ai 10 euro.

Isee già emessi rimarranno validi

Il governo ha sottolineato, attraverso un comunicato ufficiale, che gli Isee già emessi rimarranno validi, ma sarà possibile richiedere un’attestazione aggiornata una volta che il decreto entrerà in vigore. Tuttavia, i ritardi accumulati nella pubblicazione del Dpcm comportano un onere per le famiglie che hanno già elaborato il loro primo Isee tramite i Caf.

Dal mese di ottobre 2023, infatti, la normativa prevede che i Centri di Assistenza Fiscale siano remunerati dallo Stato per una sola Dsu all’anno per nucleo familiare. Ogni ulteriore certificazione comporta un costo, che varia tra 15 e 25 euro, con alcune riduzioni applicate agli iscritti dei Caf.

Questa situazione, unita alla mancata retroattività delle nuove disposizioni, potrebbe penalizzare economicamente molte famiglie, specialmente quelle che beneficiano di prestazioni legate all’Isee, come i bonus nido e nascite.

Le regole e i calcoli aggiornati

La legge di Bilancio 2024 aveva introdotto la possibilità di escludere dal calcolo dell’Isee gli investimenti in titoli di Stato e postali – come Buoni fruttiferi e libretti di risparmio – per importi fino a 50.000 euro. Considerando che il valore dell’Isee deriva dalla somma del reddito complessivo del nucleo familiare e del 20% del patrimonio immobiliare e mobiliare, l’esclusione di una parte di quest’ultimo ha un impatto rilevante sul risultato finale.

Tuttavia, già nel 2023 l’Inps aveva chiarito di non poter applicare queste disposizioni in assenza del relativo decreto attuativo, un Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri). Nel frattempo, però, l’Agenzia delle Entrate aveva richiesto alle banche di trasmettere all’Anagrafe tributaria i dati relativi ai depositi in titoli al 31 dicembre 2023, per adeguare i conteggi Isee 2025. Nonostante queste iniziative, la nuova normativa non era ancora operativa al momento del rilascio delle prime attestazioni del 2024, che sono state quindi calcolate senza includere le modifiche previste.

I titoli di Stato esclusi dall’Isee 2025

Dunque, con la nuova disposizione si introduce la possibilità di escludere dal patrimonio mobiliare, ai fini del calcolo dell’Isee, i seguenti strumenti finanziari garantiti dallo Stato, fino a un importo massimo di 50.000 euro:

  • buoni ordinari del tesoro (BOT);
  • certificati del tesoro zero-coupon (CTZ);
  • buoni del tesoro poliennali (BTP);
  • certificati di credito del tesoro (CCT);
  • buoni fruttiferi postali;
  • libretti di risparmio postale.

Questi strumenti non concorreranno più a determinare l’indicatore economico necessario per accedere a numerose agevolazioni sociali e fiscali, come il bonus asili nido, l’assegno unico universale, e i bonus sociali su luce e gas.

Effetti e dubbi della modifica

Secondo le stime tecniche, la modifica porterà a una riduzione dell’Isee per molte famiglie. Ad esempio, una famiglia con un patrimonio mobiliare di 79.000 euro, di cui 25.000 euro investiti in titoli di Stato, potrebbe beneficiare di una diminuzione dell’indicatore del 8,6% (circa 2.000 euro). Se l’investimento raggiunge i 50.000 euro, la riduzione dell’Isee potrebbe arrivare al 17,2% (circa 4.000 euro).

Questa variazione avrà un impatto più evidente su prestazioni come l’assegno unico, il cui importo varia in base a fasce di Isee. Tuttavia, l’effetto complessivo sui conti pubblici è considerato contenuto: un incremento della spesa sociale stimato in circa 44 milioni di euro annui, già coperti dalla legge di bilancio.

Chi favorirà questa misura? Quanto costerà allo Stato?

Non mancano, però, le perplessità. La misura potrebbe favorire famiglie con consistenti risparmi finanziari, equiparandole, ai fini dell’Isee, a nuclei realmente privi di patrimonio mobiliare. Questo rischio potrebbe compromettere l’equità sociale, permettendo a soggetti relativamente benestanti di accedere a prestazioni pensate per i ceti più fragili.

Un’altra questione riguarda l’impatto sul debito pubblico. Escludendo i titoli di Stato dall’Isee, si favorisce l’acquisto di questi strumenti per attirare liquidità immediata nelle casse dello Stato. Tuttavia, i maggiori tassi di interesse previsti dall’attuale congiuntura economica potrebbero gravare sui conti pubblici negli anni futuri.

The post Titoli di Stato fuori dall'Isee 2025: ecco cosa cambia appeared first on lentepubblica.it.

Qual è la vostra reazione?

like

dislike

love

funny

angry

sad

wow