Torna Bridget Jones, diversa ma sempre uguale
AGI - Più matura, di nuovo single perché vedova, con due figli piccoli. Ma sempre impacciata e caotica così come ottimista e romantica. Nove anni dopo riecco Bridget Jones, cresciuta ma ancora in bilico nelle nuove dinamiche relazionali uomo-donna tra App di incontri, Tinder e toy boy. In anteprima a San Valentino e dal 27 febbraio al cinema, Renée Zellweger torna a interpretare il personaggio che 24 anni fa nacque dalla penna di Helen Fielding e che ha avuto un grandissimo riscontro di pubblico. Adesso arriva il quarto e ultimo (così pare) capitolo della saga, titolo ‘Bridget Jones - Un amore di ragazzo', diretto da Michael Morris, dopo ‘Il diario di Bridget Jones' (2001), ‘Che pasticcio, Bridget Jones' (2004) e ‘Bridget Jones's baby' (2016). Con lei c'è ancora Hugh Grant, l'ex amante Daniel Cleaver, più maturo anche lui ma sempre smart; mentre per Colin Firth, l'amato Marck Darcy, un paio di apparizioni, quasi un cameo, a supporto della storia. E poi personaggi che entrano
AGI - Più matura, di nuovo single perché vedova, con due figli piccoli. Ma sempre impacciata e caotica così come ottimista e romantica. Nove anni dopo riecco Bridget Jones, cresciuta ma ancora in bilico nelle nuove dinamiche relazionali uomo-donna tra App di incontri, Tinder e toy boy.
In anteprima a San Valentino e dal 27 febbraio al cinema, Renée Zellweger torna a interpretare il personaggio che 24 anni fa nacque dalla penna di Helen Fielding e che ha avuto un grandissimo riscontro di pubblico.
Adesso arriva il quarto e ultimo (così pare) capitolo della saga, titolo ‘Bridget Jones - Un amore di ragazzo', diretto da Michael Morris, dopo ‘Il diario di Bridget Jones' (2001), ‘Che pasticcio, Bridget Jones' (2004) e ‘Bridget Jones's baby' (2016).
Con lei c'è ancora Hugh Grant, l'ex amante Daniel Cleaver, più maturo anche lui ma sempre smart; mentre per Colin Firth, l'amato Marck Darcy, un paio di apparizioni, quasi un cameo, a supporto della storia. E poi personaggi che entrano in modo calzante: il giovane corteggiatore Leo Woodall, il professore un po' ingessato Chiwetel Ejiofor, la grande Emma Thompson nei panni della ginecologa Rawlings. Renèe Zellweger, in conferenza stampa all'Hotel De La Ville a Roma, ha sottolineato la “magia” e gli “elementi con cui chiunque si può identificare a prescindere dall'età e dalle provenienze. Ci sono momenti umani – ha raccontato - incertezze, le indagini su se stessa” ma poi c'è sempre “l'ottimismo, quel credere che fai finta che vada tutto bene finché non va davvero tutto bene. E a prescindere da quanto lei si senta imperfetta, il divario della percezione che ha di se stessa rispetto a come la percepiscano gli altri, alla fine trionfa sempre, non molla mai. E questo ci regala speranza”.
C'è poi la relazione con il tempo. Sono passati 9 anni dall'ultimo capitolo, Bridget Jones diventa più grande, perde il marito, deve fare i conti con il dolore e la perdita. Il regista, Michael Morris, ha messo in evidenza questo aspetto: “Si va più al cuore. Il tema è come riuscire a vivere dopo la perdita di un amore. C'è un'immagine chiave a metà film, quando Bridget e i figli lasciano andare i palloncini lanciati nel cielo... questo è il punto di partenza”. Credo che ciascun nuovo film - ha aggiunto Zellweger - sia una specie di riscoperta dei capitoli della vita per capire come e dove questa l'ha portata. Ci sono elementi diversi, ma ci sono alcune cose del carattere che non sono cambiate”.
“Abbiamo fatto questo film perché aveva un obiettivo – ha spiegato l'attrice - ci voleva una qualche evoluzione, non si può raccontare la stessa storia sempre. Il personaggio si è mosso in tempo reale come se fosse stato vero. Devi saperlo che quando arrivi a questa età ci sono la perdita e il dolore, anche se sembriamo sempre gli stessi. Lei guarda alla vita, forse ora è più misurata ma l'essenza è quella autentica, la sua bellezza, il suo continuo ottimismo, la dolcezza e la ricerca della parte romantica”.
In ‘Bridget Jones - Un amore di ragazzo' non c'è, infatti, solo humor e romanticismo, ma se vogliamo c'è di più, c'è proprio la sfida a raccontare come quella giovane produttrice televisiva si sia evoluta nella sua vita, in cosa sia cambiata o no. La relazione, per l'appunto, con il tempo che passa.
Il regista ha spiegato ancora: “Abbiamo vissuto con lei per 24 anni, quando ha cominciato, quando ha raggiunto l'apice lavorativo e poi con la famiglia... Ora c'è un'altra fase che fa vedere come la vita opera su tutti noi. La vita diventa sempre più complicata, ma bisogna cogliere la gioia. A un certo punto Emma Thompson dice a Bridget “Abbraccia il caos”. Come regista ci sono molti modi per raccontare – ha proseguito - io volevo una storia fresca e, ad esempio, ho usato la macchina da presa a spalla per creare un rapporto di intimità con Renèe in certe scene”.
Ma quanto c'è di Bridget Jones in Renèe Zellweger? La domanda è quasi inevitabile. “Mi sento così legata nel mio inconscio a questo personaggio – ha risposto l'attrice in conferenza stampa - ci sono sicuramente delle cose che ho in comune con lei, capisco il suo rapporto complicato con il tempo, il concetto del far finta che va tutto bene finché va bene e poi quel cogliere il momento poco opportuno e vedere sempre il lato romantico”. C'è un consiglio che darebbe alla prima Bridget Jones? “C'è un momento nel film che la dice lunga sulle decisioni che prende, non sono parole, ma è una scelta... Cosa direi? Andrà tutto bene, andrà tutto bene”.
Leo Wondall interpreta il giovane corteggiatore, il toy boy: “Io sono nato nel '96 e non ricordo la prima volta che ho visto il film su Bridget Jones, ma ci sono cresciuto in realtà. In questo film, i personaggi sono tutti così brillantemente scritti che partecipare non è stato altro che divertimento e gioia”. “C'è un elemento di responsabilità – ha continuato - devi essere all'altezza del compito e delle energie di Renèe. E' stato bellissimo far parte di qualcosa del genere, la generosità e gentilezza di Renèe e del regista, sono molto grato per questo”. E sul personaggio di Jones ha sottolineato come “le sue stranezze, le sue imperfezioni, il suo ottimismo siano celebrate in modo meraviglioso”.
Concorde anche Chiwetel Ejiofor, il pragmatico insegnante di scienze del figlio della protagonista: “Una sceneggiatura scritta in modo molto brillante, divertente e ricca di emozioni. Ho amato molto il mio personaggio perché è abbottonato, irrigidito, con il fischietto... e piano piano si apre, rivela chi è veramente. C'è qualcosa di estremamente profondo e significativo, e poi c'è come si cresce, come si invecchia, come cambiano le nostre prospettive. E' qualcosa di estremamente ricco ma anche divertente. Una commedia romantica e veritiera”. E lei, Bridget Jones nella sua “vita caotica” con “perseveranza, ottimismo e gentilezza, ti fa sentire che lo puoi fare anche tu”.
Ma sarà davvero l'ultimo capitolo delle avventure di Bridget Jones? “Mi sembra di capire che sia finita qui ma io incrocio le dita che Bridget mi possa ancora bussare sulla spalla” ha concluso Zellweger in perfetto stile ottimismo targato Bridget Jones.
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