Traffico di droga nel centro migranti, il cortocircuito dell'accoglienza. Cerno: "La terna che nessuno vuole sentire"
Un fiume di droga dall'Albania arrivava a Roma attraverso autobus da Valona al Tibus della stazione Tiburtina o, solcando l'adriatico con gommoni fino in Puglia e da lì con auto a noleggio, la droga arrivava nella Capitale. In particolare arriva nel centro ex Sprar, oggi Centro di accoglienza straordinaria per migranti in via della Riserva Nuova dove veniva stoccato. I carabinieri che questa mattina hanno eseguito tra Italia, Albania e Spagna 27 arresti su disposizione del Gip del tribunale di Roma, hanno accertato l'ingente quantità di droga movimentata dall'organizzazione e hanno messo le mani su 900 chili circa di marijuana, 10 chili di hashish e diverse dosi di eroina. Sequestrati anche 90mila euro in contanti. Un caso che fa emergere ancora una volta il filo rosso che collega la criminalità organizzata e l'immigrazione irregolare. Se ne parla nel corso dell'edizione delle 19 del Tg4 di mercoledì 19 febbraio. Vengono mostrate le immagini provenienti dal centro di accoglienza dove
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Un fiume di droga dall'Albania arrivava a Roma attraverso autobus da Valona al Tibus della stazione Tiburtina o, solcando l'adriatico con gommoni fino in Puglia e da lì con auto a noleggio, la droga arrivava nella Capitale. In particolare arriva nel centro ex Sprar, oggi Centro di accoglienza straordinaria per migranti in via della Riserva Nuova dove veniva stoccato. I carabinieri che questa mattina hanno eseguito tra Italia, Albania e Spagna 27 arresti su disposizione del Gip del tribunale di Roma, hanno accertato l'ingente quantità di droga movimentata dall'organizzazione e hanno messo le mani su 900 chili circa di marijuana, 10 chili di hashish e diverse dosi di eroina. Sequestrati anche 90mila euro in contanti. Un caso che fa emergere ancora una volta il filo rosso che collega la criminalità organizzata e l'immigrazione irregolare. Se ne parla nel corso dell'edizione delle 19 del Tg4 di mercoledì 19 febbraio. Vengono mostrate le immagini provenienti dal centro di accoglienza dove vivono ancora 200 migranti in attesa della richiesta d'asilo, molti dei quali dicono di non sapere nulla di quello che accadeva. Altri invece ammettono di essere stati contattati dall'organizzazione.
Tommaso Cerno, direttore de Il Tempo, è chiamato a commentare l'inchiesta e l'emergenza sicurezza in molte città per gli effetti dell'immigrazione incontrollata. Come stroncare questi fenomeni? "Dobbiamo dirci una cosa: segnarci sul palmo della mano la terna che nessuno vuole sentire", spiega Cerno. DI cosa si tratta? "I candestini e la tratta di esseri umani verso l'Italia fanno guadagnare tre volte. - spiega il direttore - Chi li porta, e sono criminali. Chi li accoglie, che potenzialmente non sono criminali, ma gestiscono miliardi di euro e, come vediamo, ogni giorno c'è un'inchiesta per cui criminali diventano. E poi chi li sfrutta: quando un Paese non sa che cosa farti fare ti abbandona in un luogo dove arriva la criminalità che usa te, che sei in qualche modo un invisibile, per fare quello che il visibile rischia troppo per fare". Insomma, un circolo vizioso che gira tra business dell'accoglienza e criminalità.
In questo contesto, sottolinea Cerno, "non ci meravigliamo che in un centro sostenuto con fondi pubblici di fatto entrino criminali che assoldano i clandestini per fare i criminali, e oltre ai clandestini abbiamo i nuclei terroristici, radicalizzati, fuori dal controllo". Quindi come si fa? "Si impedisce in ogni modo a chi non ha titolo per entrare in Europa di entrarci e si fa entrare chi ha un percorso di integrazione culturale e lavorativa perché altrimenti noi, con i soldi pubblici, foraggiamo i criminali e trasformiamo queste persone da vittime del crimine a soggetti che agiscono nel crimine", conclude il direttore.
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