Transizione ecologica - Emissioni 2025, a Parigi l'industria europea conferma le divisioni

Anche quest'anno il Salone di Parigi è stato affiancato dall'Automotive Summit, l'evento organizzato dall'associazione di rappresentanza della filiera automobilistica francese PFA. Diversi gli ospiti d'eccezione, tra cui Luca de Meo, ad della Renault, Oliver Zipse, numero uno della BMW, e Carlos Tavares, ceo di Stellantis. Tre personalità diverse e due visioni differenti sul futuro dell'industria europea, tra chi chiede una revisione degli attuali regolamenti europei e chi, invece, si dice assolutamente contrario. Tuttavia, non mancano punti di contatto, soprattutto sull'elettrico. De Meo: da noi multe, altrove investimenti. "Se guardiamo all'intero ciclo di vita dell'auto, non c'è dubbio che l'elettrico sia migliore della combustione", ha esordito de Meo, rimarcando le critiche a una politica che non sta favorendo la transizione: "Stiamo accumulando multe e scadenze, mentre gli Stati Uniti stanno stimolando massicciamente la loro industria. E i cinesi la stanno organizzando nuovamente

Transizione ecologica - Emissioni 2025, a Parigi l'industria europea conferma le divisioni

Anche quest'anno il Salone di Parigi è stato affiancato dall'Automotive Summit, l'evento organizzato dall'associazione di rappresentanza della filiera automobilistica francese PFA. Diversi gli ospiti d'eccezione, tra cui Luca de Meo, ad della Renault, Oliver Zipse, numero uno della BMW, e Carlos Tavares, ceo di Stellantis. Tre personalità diverse e due visioni differenti sul futuro dell'industria europea, tra chi chiede una revisione degli attuali regolamenti europei e chi, invece, si dice assolutamente contrario. Tuttavia, non mancano punti di contatto, soprattutto sull'elettrico.

De Meo: da noi multe, altrove investimenti. "Se guardiamo all'intero ciclo di vita dell'auto, non c'è dubbio che l'elettrico sia migliore della combustione", ha esordito de Meo, rimarcando le critiche a una politica che non sta favorendo la transizione: "Stiamo accumulando multe e scadenze, mentre gli Stati Uniti stanno stimolando massicciamente la loro industria. E i cinesi la stanno organizzando nuovamente attraverso piani con aiuti da 230 miliardi di dollari lungo tutta la catena del valore". L'Europa, invece, sembra fare l'esatto contrario: "Ciò che sta accadendo con il regolamento Cafe 2025 è sintomatico dell'approccio europeo, in pratica 16 miliardi di euro potrebbero cadere sulla testa della nostra industria automobilistica perché le condizioni di mercato non sono state stabilite da coloro che stabiliscono le regole", ha proseguito de Meo, per cui serve una "revisione urgente" delle normative e di una regolamentazione all'insegna di "una visione strategica olistica, basata su un approccio che guardi all'intera catena del valore e su un gioco collettivo.  giocando insieme che l'industria europea ha le migliori possibilità di riprendere il sopravvento. E le autorità pubbliche possono fare la differenza orchestrando il tutto e promuovendo la ristrutturazione dell'ecosistema". Insomma, Bruxelles dovrebbe "prendere decisioni rapidamente, impegnarsi in una discussione sul 2030 e sul 2035 e creare le condizioni" per sostenere realmente la mobilità elettrica.

L'allarme di Zipse. Il numero uno della BMW è in sintonia con la visione di de Meo: "Il settore automobilistico europeo può mantenere la propria competitività in un panorama economico globale in evoluzione", ha detto il top manager tedesco. Tuttavia, la politica europea "deve creare un quadro industriale coerente per garantire il successo di lungo termine del comparto. E ovviamente, abbiamo bisogno di una revisione delle normative già nel 2025". Zipse ha quindi ricordato il recente rapporto Draghi per sottolineare "l'eccessiva regolamentazione" voluta da Bruxelles e l'assenza di un piano industriale articolato. "Solo se gli ambiziosi obiettivi climatici saranno accompagnati da un piano coerente per realizzarli, la decarbonizzazione sarà un'opportunità per tutti. E questo piano al momento non esiste", ha avvertito il numero uno del gruppo bavarese, secondo il quale l'Unione "deve avviare una revisione anticipata degli obiettivi a lungo termine, non più realistici sulla base delle attuali dinamiche di mercato". E in ogni caso, serve un approccio improntato alla neutralità tecnologica, la vera "chiave della competitività europea in molti settori e industrie: tutte le tecnologie possono contribuire alla decarbonizzazione, ma limitarsi a regolamentare le emissioni delle auto nuove non è più all'altezza della sfida". Dunque, "abbiamo bisogno di una politica che crei condizioni quadro per progredire, invece di porre ostacoli alle tecnologie di successo esistenti. possibile dare il nostro contributo alla società nel perseguire obiettivi climatici, di ricchezza e di prosperità attraverso un quadro di politica industriale". Quadro che al momento latita.

Tavares controcorrente. Il numero uno di Stellantis, per cui le elettriche "sono auto incredibili e migliori" delle controparti termiche, ha invece confermato le sue richieste di "stabilità" e criticato i colleghi: "In Europa le normative sembrano essere tornate in discussione", ha detto Tavares confermando la linea delle ultime settiamane. "Questo non è il momento per parlarne: è tempo di mantenere la rotta". Detto questo, il manager portoghese ha ribadito l'invito alla politica di agire sui fattori di freno alla mobilità elettrica, tra cui l'installazione di reti di ricarica "più robuste e affidabili" e l'accessibilità economica delle elettriche. Su un aspetto, però, i tre manager concordano al 100%: i dazi alle importazioni di Bev cinesi sono inutili per proteggere l'industria automobilistica europea e rischiano di rivelarsi anche controproducenti.

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