Trump giura da presidente, primo "Act" contro i clandestini. Poi dazi e fentanyl
Donald Trump promette sfaceli: «Quando vedrete quel che faccio il primo giorno di mandato vi girerà la testa e sverrete tutti». Ed infatti la lista di ordini esecutivi che il presidente eletto si appresta a firmare tra oggi e domani è lunga. Il programma della giornata, stilato da un Comitato bicamerale appositamente previsto dalla Costituzione americana, prevede una primissima tappa, nota proprio come «Cerimonia della firma», subito dopo il giuramento del presidente nella sala a lui riservata accanto all'aula del Senato. Ma lì firma più che altro le prime nomine e scatta una foto simbolo con famiglia, collaboratori e alcuni membri del Congresso. Quest'anno in prima fila ci sarà il figlio avuto con Melania e da poco diciottenne, Barron, in rampa di lancio. Probabilmente il grosso delle decisioni verrà presa il giorno dopo, a mente fredda finite tutte le cerimonie. Per dirla con il celebre film apocalittico: «The day after». Così Trump potrà misurare il suo vero potere, semp
Donald Trump promette sfaceli: «Quando vedrete quel che faccio il primo giorno di mandato vi girerà la testa e sverrete tutti». Ed infatti la lista di ordini esecutivi che il presidente eletto si appresta a firmare tra oggi e domani è lunga. Il programma della giornata, stilato da un Comitato bicamerale appositamente previsto dalla Costituzione americana, prevede una primissima tappa, nota proprio come «Cerimonia della firma», subito dopo il giuramento del presidente nella sala a lui riservata accanto all'aula del Senato. Ma lì firma più che altro le prime nomine e scatta una foto simbolo con famiglia, collaboratori e alcuni membri del Congresso. Quest'anno in prima fila ci sarà il figlio avuto con Melania e da poco diciottenne, Barron, in rampa di lancio. Probabilmente il grosso delle decisioni verrà presa il giorno dopo, a mente fredda finite tutte le cerimonie. Per dirla con il celebre film apocalittico: «The day after».
Così Trump potrà misurare il suo vero potere, sempre nel rispetto dei pesi e contrappesi che la democrazia americana offre: Congresso e Corte Suprema in primis. Molte promesse elettorali forse non diventeranno altro che ufficiali dichiarazioni di intenti oppure più concretamente porranno le basi per atti successivi più complessi. Di certo Trump per prima cosa lancerà «la più grande deportazione della storia degli Stati Uniti» degli immigrati illegali in quel momento presenti su suolo americano, a cominciare da Chicago con 200 agenti inviati nella città simbolo dell'accoglienza senza limiti dei democratici, e sempre in ossequio al principio per cui i primi a beneficiare della stretta sono gli immigrati legali, che invece hanno tutto in regola e meritano di restare. Secondo punto all'ordine del giorno, in qualche modo collegato al primo: chiudere i confini per fermare «l'invasione di criminali che entrano negli Usa».
Terzo, ancora in tema di immigrazione: fine della cittadinanza automatica per chiunque nasca negli Stati Uniti da famiglie di immigrati illegali. Quarto: aumento del 10% dei dazi già in essere con la Cina e nuove imposizioni del 25% sui prodotti importati da Messico e Canada per combattere la concorrenza sleale e riequilibrare gli scambi con questi Stati. Gli incassi saranno utilizzati per ridurre le tasse. Verrà, infatti, fondata il primo giorno l'Agenzia delle tasse sulle transazioni commerciali in entrata da Paesi esteri e verranno parallelamente ridotti i poteri dell'Agenzia fiscale interna. Quinto: dichiarare un'emergenza nazionale energetica per ripartire con trivellazioni, gasdotti, oleodotti, raffinerie e reattori nucleari per aumentare la produzione di energia negli Stati Uniti e ridurre i costi delle bollette per gli americani. Sesto: inaugurare una politica di tagli alla spesa pubblica e snellimento della burocrazia per togliere lacci e lacciuoli che agiscono come freno allo sviluppo economico.
Con parole sue: «Ribaltare il tavolo e neutralizzare gli apparati», missione assegnata a Elon Musk. Settimo: dichiarare le droghe sintetiche come il fentanyl, che continuano a mietere vittime negli Usa, armi di distruzione di massa. Parallelamente, uscire dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, accusata da Trump già nel 2019 di essere troppo filocinese per aver, tra le altre cose, nascosto la verità sull'origine dell'epidemia del Covid e non aver bloccato la Cina dal diffonderla. Ottavo: tagliare i fondi alle scuole che diffondono tra i bambini “strane” teorie sulla razza e sulla sessualità e revocare tutti gli atti con cui invece Joe Biden aveva aperto a transgender e filosofi dell'identità sessuale fluida. Nono: dare la grazia a tutti i condannati per l'assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 per chiudere definitivamente una pagina dolorosa della storia americana e rilanciare sull'integrità, la stabilità e l'importanza della democrazia e del mondo libero. Ultimo, ma non ultimo, di questa carrellata: porre fine alla guerra in Ucraina. Di fatto la decisione più attesa. Riuscirà il nostro eroe?
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