Negli Stati Uniti, milioni di persone potranno presto avere accesso a un nuovo farmaco contro il dolore, dopo che la FDA ha dato il via libera a un medicinale orale non oppioide che interrompe gli stimoli dolorosi senza il rischio di causare dipendenza, sedazione o overdose. Il farmaco si chiama suzetrigina e blocca selettivamente i canali del sodio nelle cellule nervose che percepiscono il dolore. Agisce cioè sui nervi che raccolgono i segnali dolorosi in entrata ma non direttamente sul cervello, motivo per cui risulta meno tossico rispetto ai medicinali oppioidi.. Un'altra via. La notizia dell'approvazione del farmaco, il primo in 20 anni a ricevere il semaforo verde con un meccanismo di azione del tutto innovativo, è stata accolta favorevolmente dagli esperti del settore perché vista come possibile alternativa alla prescrizione di oppioidi, i più potenti antidolorifici, derivati dalla morfina - il principale alcaloide contenuto nell'oppio, con effetto narcotico e analgesico - ai quali 85.000 persone ogni anno negli Stati Uniti sviluppano dipendenza.. Blocco selettivo. I canali del sodio sono canali ionici che si comportano come cancelli, che si aprono e si chiudono in risposta ai segnali elettrici che passano per le fibre nervose, lasciando passare (o bloccando) ioni di sodio. Questo segnale attiva una cascata di impulsi nervosi che trasmette al cervello gli stimoli dolorosi.
La suzetrigina, che sarà commercializzata con il nome di Journavx dalla Vertex Pharmaceuticals, non è il primo farmaco a prendere di mira i canali del sodio, ma è il primo a farlo in modo altamente selettivo: blocca solo uno dei nove sottotipi di canali del sodio, il NaV1.8, responsabile di intensificare il segnale doloroso e di trasmetterlo, sotto forma di impulsi ripetitivi, ai nervi del midollo spinale e del cervello. Il NaV1.8 è espresso selettivamente nei neuroni sensibili al dolore (nocicettori) periferici - non nel cervello, motivo per cui il farmaco non ha il potenziale di generare dipendenza dei medicinali oppioidi.. I test clinici. Secondo quanto riportato da Stat News, il farmaco è stato approvato per il trattamento del dolore acuto da moderato a grave, come quello successivo a un intervento chirurgico. La decisione è arrivata dopo che un paio di trial clinici di fase avanzata, ciascuno con circa un migliaio di persone, hanno verificato che pazienti reduci da addominoplastica o operazioni all'alluce valgo avevano manifestato una significativa riduzione del dolore con suzetrigina rispetto al placebo.
Il medicinale non ha spento il dolore con maggiore efficacia rispetto a una combinazione molto usata di idrocodone (un antidolorifico oppiaceo) e paracetamolo, tuttavia si è dimostrato sicuro e con effetti avversi comparabili a quelli avvertiti con il placebo. I pazienti che l'hanno ricevuto non hanno riferito le spiacevoli sensazioni di nausea o ubriachezza possibili dopo l'assunzione di oppiacei.. Non per tutti. I punti deboli? Il prezzo, di 15,50 dollari al giorno (circa 15 euro, e ne servono due al dì): molto più alto di quello di un oppioide generico, ma allo stesso tempo sostenibile, se si pensa alle spese sanitarie create dalla crisi degli oppioidi. L'altro è il trattamento del dolore cronico, un ambito che richiederebbe con ancora maggiore urgenza alternative sicure agli oppioidi, ma nel quale la suzetrigina ha dato risultati finora poco entusiasmanti, non dimostrandosi migliore del placebo nel contrastare i dolori da radicolopatia lombosacrale (la sciatica)..