Una nuova tassa sul diritto di imbarco per passeggeri di aerei e navi?

Aprile 13, 2025 - 08:30
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Una nuova tassa sul diritto di imbarco per passeggeri di aerei e navi?

lentepubblica.it

Sta per arrivare una nuova tassa che andrà a colpire i passeggeri di aerei e navi: un balzello sul diritto di imbarco delle persone in partenza dagli aeroporti e dai porti italiani.


Nelle intenzioni del governo questo tributo punta a rafforzare le risorse a disposizione degli enti locali, sfruttando una leva fiscale legata alla mobilità e al turismo.

Una scelta che potrebbe tuttavia suscitare reazioni da parte delle compagnie di trasporto e dei viaggiatori, soprattutto in un periodo in cui il costo degli spostamenti è già in crescita.

La misura, parte integrante della più ampia riforma fiscale avviata dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo, punta a rafforzare l’autonomia finanziaria degli enti locali.

Il provvedimento è frutto di un confronto tra il Ministero dell’Economia, l’Agenzia delle Entrate, l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e l’UPI (Unione delle Province d’Italia).

Tuttavia, non sono mancate critiche da parte di alcune amministrazioni locali, che lamentano un coinvolgimento tardivo nella stesura della norma.

Una tassa legata al biglietto

Nel dettaglio, il decreto dà facoltà alle città metropolitane di istituire un’addizionale sui diritti di imbarco e sbarco, applicabile a ogni passeggero che parta da un porto o aeroporto situato nel proprio territorio. La tassa sarà riscossa direttamente dalle compagnie aeree o marittime e inclusa nel costo del biglietto.

L’importo potrà variare da un minimo di un euro fino a un massimo di due, secondo quanto previsto da un’ipotesi alternativa in fase di valutazione. Nel caso in cui il passeggero parta da un’infrastruttura situata nella stessa regione, ma al di fuori della città metropolitana, è previsto comunque un contributo fisso di un euro. Questa somma, pur non entrando direttamente nelle casse comunali, sarà raccolta dallo Stato e successivamente redistribuita alle città metropolitane interessate.

Riscossione, scadenze e destinazione dei fondi

A occuparsi materialmente della riscossione saranno i gestori aeroportuali e le autorità portuali, che dovranno versare le somme raccolte entro la fine del mese successivo a ogni bimestre di riferimento. Il 60% del gettito verrà assegnato direttamente alla città metropolitana, mentre il restante 40% sarà trattenuto dallo Stato e poi redistribuito secondo criteri ancora da definire tramite un decreto del Ministero dell’Interno.

I Comuni avranno ampio margine di manovra: potranno prevedere esenzioni o riduzioni per determinate categorie di viaggiatori (ad esempio studenti, lavoratori pendolari o minori), oppure per specifici periodi dell’anno. Un’esenzione automatica è già prevista per i residenti del territorio metropolitano, che non pagheranno il tributo quando viaggiano in partenza dalla propria area.

Obblighi e sanzioni

Le compagnie incaricate della riscossione avranno l’obbligo di presentare una dichiarazione annuale, da trasmettere entro il 30 giugno dell’anno successivo tramite i canali telematici. In caso di mancato invio, omissioni o inesattezze nei dati, scatteranno sanzioni molto pesanti: si potrà arrivare fino al 200% dell’importo non dichiarato. Inoltre, eventuali ritardi nei versamenti saranno puniti secondo le sanzioni già previste dalla normativa fiscale ordinaria.

Regole valide anche nelle Regioni a statuto speciale

Il nuovo sistema sarà applicato uniformemente su tutto il territorio nazionale, comprese le città metropolitane che si trovano in Regioni a statuto speciale. Tuttavia, in questi casi l’effettiva attuazione della norma sarà subordinata all’insediamento degli organi di governo previsti dalle rispettive leggi regionali.

Infine, con l’entrata in vigore del decreto, tutte le attuali normative sulle addizionali aeroportuali e portuali verranno abrogate. Dove sono in corso accordi specifici tra lo Stato e gli enti locali per l’applicazione di tasse analoghe, il nuovo regime fiscale si applicherà solo alla scadenza di tali intese.

Lo schema di decreto

Qui il documento completo.

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