Una sedia per dirigenti: 600 euro. Ecco le spese di Ama per l'arredamento
Quattromila e duecento euro per arredare la stanza di un dirigente, poco più di tremila per l'ufficio di un responsabile «operativo». È la cifra che Ama è disposta a spendere per comprare mobili, tavoli e sedie (di pelle se «direzionali», più modeste, di tessuto, quelle destinate ai funzionari più bassi in grado) tramite il bando appena pubblicato e che, peri prossimi tre anni, prevede una spesa totale di 795 mila euro. L'azienda potrà ordinare quantità inferiori ma anche superiori rispetto a quanto previsto nell'appalto, a seconda delle esigenze, e potranno essere richiesti arredi «aggiuntivi» ma in generale c'è già un'idea chiara di quanto e per cosa si vuole spendere. Servono ad esempio 25 scrivanie «direzionali» (quelle dei manager) per cui l'azienda è disposta a sborsare fino a 660 euro ciascuna, sperando che i partecipanti alla gara offrano un po' di sconto. «Solo» 340 euro ognuna, invece, per le 180 scrivanie degli «operativi». Un prezzo comunque quasi doppio rispetto alla medi

Quattromila e duecento euro per arredare la stanza di un dirigente, poco più di tremila per l'ufficio di un responsabile «operativo». È la cifra che Ama è disposta a spendere per comprare mobili, tavoli e sedie (di pelle se «direzionali», più modeste, di tessuto, quelle destinate ai funzionari più bassi in grado) tramite il bando appena pubblicato e che, peri prossimi tre anni, prevede una spesa totale di 795 mila euro.
L'azienda potrà ordinare quantità inferiori ma anche superiori rispetto a quanto previsto nell'appalto, a seconda delle esigenze, e potranno essere richiesti arredi «aggiuntivi» ma in generale c'è già un'idea chiara di quanto e per cosa si vuole spendere. Servono ad esempio 25 scrivanie «direzionali» (quelle dei manager) per cui l'azienda è disposta a sborsare fino a 660 euro ciascuna, sperando che i partecipanti alla gara offrano un po' di sconto. «Solo» 340 euro ognuna, invece, per le 180 scrivanie degli «operativi». Un prezzo comunque quasi doppio rispetto alla media delle più note catene di vendita per mobili da ufficio. Basta una veloce ricerca online per farsi un'idea.
Ma la lista di Ama va avanti: ben 860 euro è il prezzo a base d'asta per un «mobile contenitore direzionale alto»; 530 per quello «basso», mentre per un tavolo riunioni «direzionale» l'azienda è disponibile a spendere fino a 800 euro. Poco di meno, 750 euro, per il grande «tavolo ovale» destinato agli uffici degli operativi. E poi le sedie, che, si sa, soprattutto quando si lavora devono essere comode. Tanto che quelle destinate ai dirigenti (in tutto 25) potranno costare anche 600 euro ognuna. Gli altri dovranno «accontentarsi» di quelle di tessuto, da 340 euro. D'altronde ne servono 500 ed è bene tenere un occhio al portafogli.
I «visitatori» dei dirigenti, invece, potranno sostenere il colloquio su una comoda sedia da 430 euro, anche se non di pelle, mentre per quelli dei dipendenti «operativi» ne bastano 200 da 170 euro ciascuna. E così via con gli appendiabiti (50 da 80 euro l'uno); le «cassettiere operative» (150 da 200 euro) per arrivare a una spesa finale preventivata di 229.750 euro per le sedie di dirigenti e funzionari e di 244.450 per il solo mobilio. C'è poi un terzo lotto del bando che vale in tutto 125.800 euro e che riguarda gli arredi per gli spogliatoi dei dipendenti. Servono 180 panche (massimo 100 euro l'una) e 490 armadietti (220 euro ciascuno) in cui lasciare i propri effetti personali. Infine ci sono i 180 mila euro dedicati agli eventuali prodotti «aggiuntivi» da acquistare, per cui Ama chiede ai fornitori di ricevere «almeno tre» cataloghi.
Ma dove metterà l'azienda i nuovi mobili? In attesa di ricevere da Ama le informazioni richieste, quel che si sa è che l'azienda ha deciso di dismettere l'attuale sede centrale di via Calderon de la Barca, di proprietà dell'Enpam, considerata troppo costosa. L'affitto infatti è di circa un milione e mezzo l'anno e nel 2024 è stata pubblicata un'indagine di mercato volta a trovare un nuovo immobile in affitto, nel quadrante sud della Capitale, in cui traslocare entro il primo semestre del 2025. Nel frattempo però il mese scorso è stato annunciato il progetto di riqualificazione dell'area di Ama in piazza Caduti della Montagnola, oggi degradata, e dove l'idea è di trasferire parte degli uffici.
In questo caso però il progetto è ancora in fase embrionale. L'operazione-trasloco, comunque, è finalizzata a ridurre le spese per le sedi aziendali e si inserisce in un quadro di Bilancio che, nel 2024, ha visto l'azienda chiudere l'esercizio con una perdita di 46,5 milioni di euro. Chissà se la «spending review» degli affitti toccherà anche l'arredamento.
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