Vandalizzata la Foiba di Basovizza. Meloni: "Atto grave, non resti impunito"
AGI - Un atto di vandalismo è stato perpetrato nel corso della notte al monumento della Foiba di Basovizza, a Trieste, luogo simbolo della memoria storica italiana. Scritte provocatorie e offensive in vernice rossa, tra cui "Smrt fasizmu, svoboda narodom" (Morte al fascismo, libertà ai popoli) e "Trst je nas" (Trieste è nostra), sono comparse sul piazzale antistante il monumento, a poche ore dal Giorno del Ricordo, che si celebra il 10 febbraio per commemorare le vittime delle foibe. Le forze dell'ordine, intervenute sul posto per i rilievi, hanno già avviato le indagini, analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza per risalire agli autori del gesto. L'obiettivo è fare piena luce su un atto vandalico compiuto deliberatamente in un momento storico della memoria collettiva. Meloni: atto grave non resti impunito "La Foiba di Basovizza è un luogo sacro, un monumento nazionale, da onorare con il silenzio e con la preghiera. Oltraggiare Basovizza, per di più con scritte ri
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AGI - Un atto di vandalismo è stato perpetrato nel corso della notte al monumento della Foiba di Basovizza, a Trieste, luogo simbolo della memoria storica italiana. Scritte provocatorie e offensive in vernice rossa, tra cui "Smrt fasizmu, svoboda narodom" (Morte al fascismo, libertà ai popoli) e "Trst je nas" (Trieste è nostra), sono comparse sul piazzale antistante il monumento, a poche ore dal Giorno del Ricordo, che si celebra il 10 febbraio per commemorare le vittime delle foibe.
Le forze dell'ordine, intervenute sul posto per i rilievi, hanno già avviato le indagini, analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza per risalire agli autori del gesto. L'obiettivo è fare piena luce su un atto vandalico compiuto deliberatamente in un momento storico della memoria collettiva.
Meloni: atto grave non resti impunito
"La Foiba di Basovizza è un luogo sacro, un monumento nazionale, da onorare con il silenzio e con la preghiera. Oltraggiare Basovizza, per di più con scritte ripugnanti che richiamano a pagine drammatiche della nostra storia, non vuol dire solo calpestare la memoria dei martiri delle foibe ma significa oltraggiare la Nazione intera. Ciò che è accaduto è un atto di gravità inaudita, che non può restare impunito". Lo dichiara la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
La Russa: un'offesa alla memoria e al dolore
"Il vile sfregio alla Foiba di Basovizza è un atto inaccettabile, un'offesa alla memoria e al dolore di un'intera comunità alla quale rivolgiamo un forte abbraccio - ha scritto su facebook il presidente del Senato, Ignazio La Russa - Vandalizzare in questo modo un luogo simbolo della tragedia delle Foibe e farlo a ridosso del Giorno del Ricordo non è solo una vergognosa provocazione ma un gesto di inaudita gravità che non può e non deve restare impunito. La mia solidarietà, forte e sincera va alle famiglie delle vittime e a coloro che, giorno dopo giorno, continuano a difendere la verità storica di questa immane tragedia dall'odio, l'ignoranza e il negazionismo".
Giuli: nessuno potrà mai vandalizzare la verità
"La visita è sempre un atto doveroso nel luogo del ricordo, del silenzio incancellabile che circonda la storia delle foibe, qui trova la sua massima espressione. La circostanza rende necessario ribadire che nessuno potrà mai vandalizzare la verità storica". Lo ha detto ai giornalisti il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, al termine di una visita alla Foiba di Basovizza-Trieste, monumento nazionale, preso di mira e vandalizzato nel corso della notte. Il ministro ha firmato l'album delle presenze al centro di documentazione multimediale sottolineando che "nessuno potrà mai vandalizzare la verità".
"La strada che ci conduce a Nova Gorica oggi gemellata con Gorizia come capitale europea della cultura - ha poi spiegato - è una strada di amicizia e concordia, passa da qua. È anche una strada di verità: amicizia e concordia nascono dall'assenza del tragico e dal dovere di una memoria condivisa in armonia tra i popoli. Nessuno può permettersi di mettere in discussione la verità della storia e di Basovizza". Questi atti vandalici, ha commentato, "non sono passi indietro, sono passi verso il basso, verso l'abisso. Pero' chi fa questi passi precipita in un abisso di abiezione e deve scomparire dal discorso pubblico. Il discorso pubblico deve parlare la lingua del ricordo, della pace, della memoria, dell'armonia e della verità". Giuli ha poi concluso: "Delle cicatrici si va orgogliosi ma le ferite non si possono riaprire".
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