Villa Giorlandino, i giudici: la piscina è abusiva. "Faida familiare e stalking, nelle carte la mia verità"

«La piscina risale agli anni '30, ci andavano a bere gli animali, non è assolutamente abusiva, come nulla in casa mia». Non usa mezzi termini Mariastella Giorlandino, proprietaria dei centri analisi «Artemisia», nel commentare la sentenza del Consiglio di Stato, emessa due giorni fa, con la quale stabilisce che la piscina e la veranda sono abusive e che quindi vanno abbattute. «L'abitazione di via Appia Antica ha da sempre avuto i titoli edilizi come da planimetria catastale del 1939 che Roma Capitale ha tentato invano di far dichiarare falsa - tuona Giorlandino - presentando al Tribunale civile una querela di falso. Roma Capitale ha perso tale giudizio - prosegue - ed è stata condannata anche alle spese». Non solo.   Giorlandino spiega che «i proprietari dell'abitazione avevano subito un processo penale per abusivismo quando iniziarono i lavori di ristrutturazione e per tali accuse furono assolti con sentenza penale passata in giudicato per non aver commesso il fatto». L'indagine, s

Villa Giorlandino, i giudici: la piscina è abusiva. "Faida familiare e stalking, nelle carte la mia verità"

«La piscina risale agli anni '30, ci andavano a bere gli animali, non è assolutamente abusiva, come nulla in casa mia». Non usa mezzi termini Mariastella Giorlandino, proprietaria dei centri analisi «Artemisia», nel commentare la sentenza del Consiglio di Stato, emessa due giorni fa, con la quale stabilisce che la piscina e la veranda sono abusive e che quindi vanno abbattute. «L'abitazione di via Appia Antica ha da sempre avuto i titoli edilizi come da planimetria catastale del 1939 che Roma Capitale ha tentato invano di far dichiarare falsa - tuona Giorlandino - presentando al Tribunale civile una querela di falso. Roma Capitale ha perso tale giudizio - prosegue - ed è stata condannata anche alle spese». Non solo.

 

Giorlandino spiega che «i proprietari dell'abitazione avevano subito un processo penale per abusivismo quando iniziarono i lavori di ristrutturazione e per tali accuse furono assolti con sentenza penale passata in giudicato per non aver commesso il fatto». L'indagine, secondo quanto riferito da Giorlandino, era nata a seguito di un plico anonimo che fu trovato nel 2015 in casa di un avvocato che all'epoca finì nei guai perché accusato di stalking nei confronti proprio della proprietaria dei centri di analisi «Artemisia»: accusa che cadde nel 2017, portando all'assoluzione del legale e del fratello della Giorlandino. «Decisi di rimettere la querela perché dentro di me vive ancora la morale della famiglia e dell'amore che diedi a mio fratello». Per quanto riguarda invece la decisione del Consiglio di Stato, Mariastella Giorlandino afferma che il giudici amministrativi di secondo grado «non si esprimono sui lavori, né su vetrate né su altri particolari, ma si limita a confermare o meno atti amministrativi e per motivare la sentenza riportano frasi tratte dagli atti depositati da Roma Capitale».

 

E ancora: «La motivazione della sentenza si fonda non su prove o falsità, ma in quanto ritiene che l'abitazione non è in possesso del titolo edilizio relativo aun regolamento generale edilizio del governatorato di Roma del 1934. Il Consiglio di Stato tiene conto di un regolamento comunale, mentre Roma Capitale ha sempre ritenuto validi i titoli catastali. Inoltre, nel regolamento generale edilizio di Roma del 1934 è ampiamente descritta con una mappa la zona della parte centrale della città: in tale epoca la parte sud della città arrivava fino a San Giovanni e Porta San Paolo, mentre l'abitazione di via Appia Antica si trovava allora in piena campagna». La villa si trova a poca distanza dal Mausoleo di Cecilia Metella, a due passi dal sito archeologico di Capo di Bove che comprende un ampio impianto termale. Mariastella Giorlandino, dunque, respinge con fermezza la tesi del Consiglio di Stato che sostiene che le opere al centro della vicenda hanno «determinato la completa trasformazione dell'orginario immobile e i conseguenti rilevanti incrementi di superfici e volumetrie utili». «All'interno della villa c'è un affresco eseguito nel 1940 dell'artista dei primi del '900 Arduino Angelucci, a dimostrazione che non è stato commesso nessun abuso edilizio», continua la proprietaria dei centri analisi Artemisia.

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