Volkswagen - Fabbriche tedesche in sciopero: "Vogliono chiuderne tre"

I rapporti tra la Volkswagen e la sua forza lavoro sono sempre più tesi dopo le ultime indiscrezioni della stampa tedesca sulle misure di ristutturazione approvate dal consiglio di gestione. Si parla di risparmi per 4 miliardi di euro e persino di "tre fabbriche da chiudere": abbastanza per far scattare il sindacato dei metalmeccanici, che ha proclamato un'ora di sciopero in tutti gli undici impianti produttivi presenti sul territorio tedesco. Le misure. Secondo il quotidiano finanziario Handelsblatt, il consiglio della Volkswagen ha definito una proposta di ristrutturazione da discutere con i rappresentanti dei lavoratori nel quadro del ciclo di incontri già programmato e incentrato proprio sulla richiesta del management di varare un ampio piano di riorganizzazione per rimettere in carreggiata i conti. Diverse sono le misure, tra cui un taglio agli stipendi del 10%, il congelamento degli aumenti salariali per i prossimi due anni, un tetto ai bonus di quadri e dirigenti e una riduzione

Volkswagen - Fabbriche tedesche in sciopero: "Vogliono chiuderne tre"

I rapporti tra la Volkswagen e la sua forza lavoro sono sempre più tesi dopo le ultime indiscrezioni della stampa tedesca sulle misure di ristutturazione approvate dal consiglio di gestione. Si parla di risparmi per 4 miliardi di euro e persino di "tre fabbriche da chiudere": abbastanza per far scattare il sindacato dei metalmeccanici, che ha proclamato un'ora di sciopero in tutti gli undici impianti produttivi presenti sul territorio tedesco.

Le misure. Secondo il quotidiano finanziario Handelsblatt, il consiglio della Volkswagen ha definito una proposta di ristrutturazione da discutere con i rappresentanti dei lavoratori nel quadro del ciclo di incontri già programmato e incentrato proprio sulla richiesta del management di varare un ampio piano di riorganizzazione per rimettere in carreggiata i conti. Diverse sono le misure, tra cui un taglio agli stipendi del 10%, il congelamento degli aumenti salariali per i prossimi due anni, un tetto ai bonus di quadri e dirigenti e una riduzione di diverse tipologie di benefit aziendali. Inoltre, il management avrebbe elaborato una serie di scenari che prevedono la potenziale chiusura di alcuni siti tedeschi come Emden, Zwickau, Dresda e Osnabrück. Che le misure siano già state messe nero su bianco lo dimostrano sia la decisione dell'IG Metall di indire la mobilitazione a poche ore da un incontro con i lavoratori, sia le parole del presidente del consiglio di fabbrica, Daniela Cavallo:  la sindacalista ha parlato di una ristrutturazione più profonda del previsto e caratterizzata dalla chiusura di "almeno tre fabbriche in Germania", dal ridimensionamento "permanente" delle restanti attività industriali e dal licenziamento di decine di migliaia di persone. "La dirigenza è assolutamente seria su tutte queste misure", ha aggiunto Cavallo, accusando il management del "più grande gruppo industriale tedesco di avviare un disimpegno dal suo Paese d'origine, la Germania". Da Wolfsburg preferiscono non commentare le indiscrezioni, limitandosi a ribadire quanto "seria" sia la situazione e l'importanza di salvaguardare il futuro dell'azienda. 

 

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