Volontari in erba, ricchezza e sfida per le nostre associazioni

Che cosa serve per far crescere il volontariato degli adolescenti? Un quadro normativo più certo, uno spazio esplicito per il volontariato nei Pcto richiesti a scuola, la capacità di valorizzare dentro le organizzazioni la loro voglia di fare. Intervista a... L'articolo Volontari in erba, ricchezza e sfida per le nostre associazioni proviene da Vita.it.

Volontari in erba, ricchezza e sfida per le nostre associazioni

La fascia 14-18 anni è l’unica che vede aumentare la percentuale di impegno nel volontariato: tra il 2021 e il 2023 è raddoppiata. Un vivaio d’impegno sociale, con ricadute positive sul benessere mentale degli adolescenti: secondo un recente studio internazionale pubblicato su Jama Network, chi fa volontariato soffre meno di depressione e di ansia. Di volontariato come opportunità per i più giovani parliamo con Chiara Tommasini, presidente nazionale di CsvNet, l’associazione che rappresenta a livello nazionale ed europeo i Centri di servizio per il volontariato.

I dati Istat registrano un crescente interesse dei minorenni nei confronti del volontariato. Risulta anche a voi, sul campo?

Dall’osservatorio dei Centri di servizio per il volontariato emerge effettivamente un maggiore interesse dei giovani e dei giovanissimi ad avvicinarsi al mondo della solidarietà. Questa crescita testimonia il loro desiderio di essere parte attiva della società, affrontando questioni importanti come l’ambiente, la solidarietà e l’inclusione sociale. Sulla base di quello che ci rimanda il tessuto associativo che sosteniamo nella realizzazione dei progetti rivolti ai giovani, percepiamo un attivismo giovanile spesso legato a questioni come l’ambiente, la difesa degli animali, l’inclusione sociale: tematiche che le nuove generazioni sentono come urgenti e alle quali cercano di dare una risposta concreta tramite il loro impegno. Una volta terminata l’emergenza, però il loro coinvolgimento tende a diminuire.

Il volontariato dei più giovani è quindi spesso una forma di attivismo estemporaneo. La sfida è valorizzare la loro voglia di mettersi in gioco e accompagnarli in un percorso che li porti a sentirsi parte di una comunità di valori e relazioni Chiara Tommasini, presidente nazionale CsvNet

Il volontariato dei più giovani è quindi spesso una forma di attivismo estemporaneo, non basata (non sempre e non all’inizio) su un bisogno di appartenenza a un’organizzazione: questo spesso arriva dopo ed è il frutto di un processo che va curato con attenzione. Come Csv cerchiamo di orientare e sostenere gli enti affinché possano proporre esperienze significative e tangibili anche per i volontari “in erba”, che valorizzino le loro competenze e la loro voglia di mettersi in gioco. La sfida è saperli accompagnare in un percorso che, partendo dall’esperienza concreta, li porti a sentirsi parte di una comunità di valori e relazioni. Solo così possiamo trasformare il loro entusiasmo iniziale in un impegno stabile e consapevole.

Quali sono le attività più adatte per un volontario minorenne? Quali invece quelle in cui non è opportuno che sia coinvolto?

Credo sia importante stimolare la partecipazione ad esperienze di cittadinanza attiva in contesti che siano formativi e sicuri, quali la tutela ambientale, l’organizzazione di eventi culturali, il supporto in attività educative o ricreative, l’aiuto ad altre fasce giovanili. Al contrario, trovo ragionevolmente rischioso impegnarli in attività che richiedano elevati livelli di esperienza o che comportino una qualsiasi forma di rischio. 

Chiara Tommasini, presidente nazionale di CsvNet

Quale può essere il valore aggiunto che un volontario molto giovane porta ad un’organizzazione?

I giovani portano entusiasmo, creatività e una visione innovativa che può arricchire le associazioni. Sono anche capaci di attirare altri coetanei e di sensibilizzare su temi cruciali, grazie anche alla loro naturale connessione con le nuove tecnologie e i social media. La relazione con i giovani volontari non può che fare bene alle stesse organizzazioni, che hanno la possibilità di rinnovare e attualizzare sia il linguaggio – una narrativa più accattivante del volontariato – sia le modalità e le attività con cui realizzano la propria mission. In prospettiva il protagonismo giovanile nel volontariato aiuta anche sulla rigenerazione delle leadership: un tema, questo, che dal nostro osservatorio avvertiamo come sempre più importante per le organizzazioni. Proprio il volontariato giovanile non a caso è tra le quattro priorità su cui vogliamo impostare il lavoro del sistema Csv nel triennio 2025-2027. 

La relazione con i giovani volontari non può che fare bene alle organizzazioni. I giovani portano entusiasmo, creatività, una visione innovativa e una narrativa più accattivante del volontariato

Spesso però le famiglie lamentano la difficoltà di trovare proposte di volontariato per i minorenni, con ostacoli che un tempo non c’erano. Quali sono le difficoltà (normative e non solo) per l’inserimento di un volontario minorenne all’interno di un’associazione? E cosa si potrebbe fare, per semplificare e incoraggiare l’impegno dei minorenni all’interno delle associazioni?

Su questo fronte ci sono ampi margini di miglioramento e diversi aspetti su cui si potrebbe intervenire. Dal punto di vista giuridico, per esempio, un intervento normativo aiuterebbe a sciogliere incertezze e nodi, definendo un perimetro più certo, all’interno del quale le organizzazioni potrebbero muoversi con più tranquillità. All’indeterminatezza normativa, si aggiungono poi alcuni vincoli burocratici e non, che possono creare difficoltà soprattutto per le associazioni più piccole o poco strutturate: nei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto), per esempio, è prevista la presentazione da parte degli Ets del DVR, un documento che però è richiesto solo alle associazioni con dipendenti, quindi più strutturate e grandi. Un altro tema riguarda gli aspetti assicurativi, che nel caso dei minori comportano quasi sempre aggravi per le associazioni. Inoltre, è fondamentale garantire una supervisione adeguata, valorizzare le competenze che i giovani acquisiscono attraverso questi percorsi e sensibilizzare maggiormente le famiglie sull’importanza della cultura del volontariato. Questo richiede un’attenzione particolare verso progetti di cittadinanza attiva capaci di coinvolgere i giovani come protagonisti, contribuendo a formarli come cittadini consapevoli e impegnati per il futuro.

Stiamo riflettendo su eventuali proposte normative che chiariscano e semplifichino l’ingresso dei minorenni nel volontariato, individuando interlocutori sensibili a cui presentare queste proposte. Serve un perimetro più certo, all’interno del quale le organizzazioni possano muoversi con più tranquillità

Quello che stiamo cercando di fare, anche come Csv, è riflettere su eventuali proposte normative che chiariscano e semplifichino l’ingresso dei minorenni nel volontariato, individuando anche interlocutori sensibili a cui presentare queste proposte, perché se ne facciano carico in Parlamento. Occorre poi introdurre progetti specifici nelle scuole, come dei percorsi di Pcto espressamente legati al volontariato. Ovviamente dal lato nostro occorre anche dare formazione e strumenti di lavoro alle organizzazioni, per renderle sempre più pronte ad accogliere e guidare i giovani.

Questo articolo fa parte di un’inchiesta di VITA sul volontariato dei teenagers: leggi su vita.it tutti i numeri, le storie e le riflessioni.

In apertura, foto di Laura Mosso: volontariato nell’ambito del progetto Fiaf -CSVnet “Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano”

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