Volontariato d’impresa: StMicroelectronics, Edison e Airc i migliori

Sono stati proclamati i vincitori del premio nazionale per le imprese e gli enti del Terzo settore che promuovono il volontariato di competenza Volontari@Work, promosso da Fondazione Terzjus. La cerimonia di premiazione si è svolta a Roma, presso la Camera dei Deputati.
Premi per tre categorie
Nell’edizione di quest’anno, la seconda, «due soci della Fondazione Terzjus hanno deciso di rafforzare lo sviluppo e la premiazione del premio: il Forum nazionale del Terzo settore e la start up a vocazione sociale Italia non profit», ha detto Luigi Bobba, presidente Fondazione Terzjus. «Un’altra è che non c’era solo una categoria, ma tre: quella delle aziende che hanno sviluppato un progetto, la seconda delle imprese che hanno fatto un monitoraggio e una valutazione dell’impatto del progetto presentato l’anno scorso, e la terza dedicata agli enti del Terzo settore. Infine» ha concluso Bobba, «la giuria del concorso, presieduta da Luciano Violante, si è allargata e rafforzata».
«Il volontariato di competenza non fa ancora parte di un processo strutturato, è relegato alla responsabilità sociale d’impresa, nonostante le misure fiscali siano più conosciute, nonostante le aziende siano interessate e propositive», ha detto Sara Vinciguerra, responsabile comunicazione Fondazione Terzjus e segretaria del premio.
Tutti i vincitori
Quest’anno sono state 27 le candidature. Per la categoria A, dedicata a progetti che partecipano per la prima volta, il primo premio è andato a Stmicroelectronics che, con la sua fondazione, lavora per colmare il divario digitale in tutto il mondo, in particolare si occupa dell’alfabetizzazione digitale delle persone che sono in carcere. Si è classificato al terzo posto Avio Aero, al secondo Luigi Lavazza,
Per la categoria B, rivolta alle aziende che si sono candidate con gli stessi progetti dell’anno scorso e dei quali è stata calcolata la misurabilità, al primo posto si è classificato Edison con la sua iniziativa stile concorso tra i dipendenti intitolata “Good Idea”, al secondo Unicredit e, al terzo, Kpmg.
Tra gli ets, sul gradino più alto, si è classificata la Fondazione italiana per la ricerca sul cancro – Airc, il secondo posto è andato all’Opera della provvidenza S. Antonio e, il terzo, all’Associazione provinciale per i minori di Trento.
Menzione speciale per Borgo Ragazzi Don Bosco per il progetto che ha visto 300 giovani essere formati e poi reclutati da Alice Pizza a Roma.
L’evoluzione del modello sociale
«Quello che noi, come fondazione, stiamo studiando è l’evoluzione del modello sociale, che il legislatore sta rincorrendo ma, di fatto, l’ha un po’ avviato questo processo grazie alla riforma del Terzo settore. Oggi c’è stata la grande contaminazione culturale voluta dalla riforma». A parlare così è stato Gabriele Sepio, segretario generale Fondazione Terzjus. «Una delle grandi sfide è anche quella di collocare il volontariato di competenza come strumento guida rappresentativo dell’evoluzione di un’economia sociale che ha bisogno di essere valorizzata. Abbiamo bisogno di nuovi strumenti di reclutamento dei volontari, che significa farsi contaminare dai modelli».
Sinergie tra mondo delle imprese e sociale
Il Premio Volontari@Work celebra l’impegno delle aziende nel volontariato di competenza, mettendo in luce le sinergie tra il mondo delle imprese e del sociale dando spazio, visibilità e riconoscimento alle buone pratiche di volontariato aziendale capaci di generare valore per lavoratori, enti non profit e comunità locali. «Il Terzo settore rappresenta un ambito di intervento che coinvolge circa 135mila enti iscritti al Runts per due milioni e mezzo di volontari», ha detto Mauro Nori, capo di gabinetto del ministero del Lavoro e delle politiche sociali. «L’Istat prende in esame 360mila organizzazioni non profit per quattro milioni e 600mila volontari attivi. Parliamo di un pezzo importante della nostra società».
Un fenomeno win-win-win
«Sempre più realtà del Terzo settore considerano importante rafforzare anche la loro gestione economica delle loro attività. Avere sistemi di regolazione e organizzazione interna più di tipo aziendale aiuta non solo l’efficienza, ma anche l’efficacia di queste realtà», ha affermato Giuseppe Tripoli, segretario generale Unioncamere. «In questo mondo di ibridazione, di contaminazione tra profit e non profit, il volontariato di competenza sta crescendo negli anni».
«È un fenomeno win win win. Win per le realtà del Terzo settore perché confluiscono esperienze professionali da realtà che provengono dal mondo aziendale. È win per chi fa volontariato perché si acquisiscono competenze che, nelle aziende, non si acquisiscono, le soft skills: attenzione alle persone, la modalità di trattare casi difficili, realtà impreviste», ha continuato Tripoli. «È win per le aziende, che accrescono il proprio patrimonio immateriale, in termini di ricchezza umana delle persone che ci lavorano, e anche di reputazione, di sostenibilità, di attenzione ai temi di rendicontazione sociale della loro attività».
Volontariato di competenza: fenomeno in crescita
Secondo un’indagine di Unioncamere, mentre nel 2023, tra le imprese con più di 50 dipendenti, quelle che avevano dato occasione ai loro dipendenti di fare volontariato di competenza erano 4mila, nel 2024 sono cresciute a 7.800, dal 5% al 9% circa. «Nel 2024 abbiamo esteso l’indagine alle aziende con almeno un dipendente, un milione 400 mila aziende: sono circa 65mila le aziende che danno opportunità ai loro dipendenti di prestare attività nel Terzo settore, il 4,5%. Oltre 300mila imprese si sono dette interessate al fenomeno», ha concluso Tripoli.
Foto di apertura di Katharina Roehler su Unsplash. Nell’articolo, screenshot della Cerimonia di Premiazione II° Edizione Volontari@Work
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