Warp drive spaziale: a 30 anni dalla teoria, la matematica resta irrisolta
Un viaggio più veloce della luce rimane un sogno distante per l'umanità, nonostante gli sforzi teorici degli ultimi tre decenni
Nel 1994, il fisico teorico messicano Miguel Alcubierre, ispirato dalle sue serie di fantascienza preferite, si mise a studiare se fosse possibile realizzare un "warp drive", ossia un sistema di propulsione che permettesse viaggi più veloci della luce. Sorprendentemente, trovò una soluzione teorica, ma dopo trent'anni di studi approfonditi, gli scienziati ancora non riescono a far quadrare i conti matematici necessari per renderlo realtà.
Sebbene sia impossibile viaggiare più veloce della luce secondo le leggi fisiche convenzionali, tale limitazione si applica solo alle misurazioni locali. È infatti possibile, in teoria, manipolare lo spazio-tempo in modo da consentire movimenti superluminali. Un esempio naturale è l'espansione dell'universo, che allontana le galassie tra loro a velocità superiori a quella della luce, pur mantenendo ogni galassia ferma nel suo spazio locale.
La geniale intuizione di Alcubierre sfrutta proprio questo principio. La sua soluzione alle equazioni della relatività generale prevede una regione di spazio perfettamente piatta. Davanti a questa "bolla" si trova una zona di spazio compresso, mentre dietro c'è una regione di spazio espanso. Questa particolare configurazione permetterebbe alla bolla e al suo contenuto di muoversi a qualsiasi velocità - anche superiore a quella della luce. Il vantaggio più straordinario? Gli occupanti della bolla non percepirebbero nulla di strano: dal loro punto di vista, non si starebbero muovendo affatto, ma sarebbe la destinazione ad avvicinarsi a loro.
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