Zaccardi: cancellato l'aumento di stipendio dei ministri
I lavori alla Commissione Bilancio non sono ancora terminati. Tant'è che si è decisa una maratona notturna per chiudere il dossier manovra entro stamattina. Laverà novità è la richiesta, avanzata dal ministro della Difesa, di ritirare l'emendamento sull'equiparazione degli stipendi dei membri del governo non parlamentari con quelli dei loro colleghi eletti alla Camera o al Senato (un aumento che vale 7.300 euro). «Abbiamo chiesto ai relatori di ritirare» la proposta di modifica «ed evitare inutili polemiche» ha scritto su X Guido Crosetto. Quanto alle tempistiche della manovra, ieri non si è raggiunta l'intesa tra i capigruppo. Con le opposizioni che contestano metodo e merito dei lavori parlamentari. «Non si è trovato l'accordo sul cronoprogramma teorico» ha spiegato il ministro per i rapporti con il parlamento, Luca Ciriani. L'obiettivo di maggioranza e governo è comunque quello di finire l'esame degli emendamenti e conferire il mandato al relatore entro stamattina alle 9.45, prima
I lavori alla Commissione Bilancio non sono ancora terminati. Tant'è che si è decisa una maratona notturna per chiudere il dossier manovra entro stamattina. Laverà novità è la richiesta, avanzata dal ministro della Difesa, di ritirare l'emendamento sull'equiparazione degli stipendi dei membri del governo non parlamentari con quelli dei loro colleghi eletti alla Camera o al Senato (un aumento che vale 7.300 euro). «Abbiamo chiesto ai relatori di ritirare» la proposta di modifica «ed evitare inutili polemiche» ha scritto su X Guido Crosetto. Quanto alle tempistiche della manovra, ieri non si è raggiunta l'intesa tra i capigruppo. Con le opposizioni che contestano metodo e merito dei lavori parlamentari.
«Non si è trovato l'accordo sul cronoprogramma teorico» ha spiegato il ministro per i rapporti con il parlamento, Luca Ciriani. L'obiettivo di maggioranza e governo è comunque quello di finire l'esame degli emendamenti e conferire il mandato al relatore entro stamattina alle 9.45, prima delle comunicazioni comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo. La manovra dovrebbe approdare alla Camera domani nel pomeriggio pervenire approvata, con voto di fiducia, venerdì 20. Il testo passerà poi al Senato, che dovrà limitarsi ad approvarlo senza modifiche, sempre con voto di fiducia. Un calendario stringente che però appare a portata di mano. Una rassicurazione in questa direzione è arrivata dal Presidente del Senato, Ignazio La Russa: «Noi siamo pronti a chiudere sia prima del 20 che ad andare al 27-28, perché sono giorni lavorativi.
Non si può escludere che dovremo tornare, nulla di strano. Tanti lavoratori lavorano il 27 e il 28, se il Senato dovrà stare aperto starà aperto». «Mi sembra chiaro che siamo alle ultime battute, alle limature finali» ha sottolineato la sottosegretaria all'Economia, Lucia Albano. Ci sono casi «non molto frequenti di essere tornati tra Natale e Capodanno» per il via libera alla manovra, ha detto, osservando che comunque «è un segnale molto importante farla prima di Natale». La sottosegretaria ha ribadito anche che i correttivi apportati a una «manovra complessa da 28 miliardi» sono «frutto del dibattito parlamentare» e che, seppur piccoli, ciò non significa che siano marginali. «Non ci sono tante piccole modifiche, ci sono tanti aggiustamenti» ha spiegato Albano.
Oltre ai tempi, ci sono però anche le questioni di contenuto. A sera tra gli emendamenti approvati si contano tante micronorme, dalle risorse per lo sport alle detrazioni per i cani dei non vedenti. Per la sanità arrivano la proroga dei requisiti per i fabbisogni standard, risorse per il registro tumori, fondi ai policlinici per la ricerca.
Sono diversi i nodi ancora da sciogliere. Anche perché le modifiche sono piuttosto rilevati: valgono infatti più di tre miliardi di euro. La maggioranza nei giorni scorsi ha risolto alcune questioni, trovando un'intesa sulle richieste delle imprese, dall'Ires premiale allo snellimento delle procedure per ottenere gli incentivi di Transizione 5.0., fino all'incremento dei fondi (da 1,6 a 2,2 miliardi) per i crediti di imposta per chi investe nella nella Zona economica speciale (Zes) del Mezzogiorno. Ma resta ancora in forse la norma-anti Renzi, che vieta a membri del governo, parlamentari, governatori ed eurodeputati di ottenere incarichi retribuiti e consulenze in Paesi extra Ue. La misura dovrebbe comunque venire approvata, seppur con contenuti leggermente diversi. Sul punto ci sono due emendamenti della maggioranza. Fi vuole mettere come unico paletto «larichiesta di autorizzazione agli organi di appartenenza».
Mentre Fdi propone come soglia i 100mila euro: l'autorizzazione è possibile solo se i compensi non superano quel tetto.
L'opposizione dal canto suo protesta per la bocciatura di una proposta unitaria per aumentare le risorse del fondo sanitario nazionale di 5,5 miliardi. Questo mentre dovrebbe venire accolto l'emendamento della maggioranza che modifica la Naspi, che prevede la possibilità di riconoscere l'indennità di disoccupazione anche a lavoratori licenziati che si sono però dimessi volontariamente da un impiego nei 12 mesi precedenti, a condizione di aver maturato almeno 13 settimane di contributi presso il secondo datore.
Una norma, ha spiegato il ministro del Lavoro, Marina Calderone, che «ha una finalità antielusiva». Infine, incassa il plauso dei tre sindacati confederali la proposta di proroga, a fronte di precisi impegni di investimento, delle concessioni della distribuzione elettrica.
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